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Il futuro dell’automation? Servono competenze e attenzione al fattore umano

Quali strategie per gestire i fenomeni che agitano il mercato in questo 2023? ZeroUno ne ha parlato con Filippo Giannelli, Country Manager Italia di ServiceNow

Pubblicato il 03 Feb 2023

automation

Il processo di trasformazione digitale non è un percorso lineare. Lo abbiamo imparato negli ultimi anni, con bruschi cambiamenti di rotta che, in molti casi, sono stati provocati da eventi imprevedibili (come la pandemia da Covid 19) e da accelerazioni che hanno modificato rapidamente il quadro di evoluzione dell’IT.

Qualche scossone, insomma, va messo in conto. Un concetto non sempre assimilato dai “non addetti ai lavori”, che rischiano di interpretare i normali aggiustamenti come sintomi di crisi o dell’imminente esplosione di una presunta “bolla tecnologica”. Secondo Filippo Giannelli, Country Manager Italia di ServiceNow, le cose stanno in maniera diversa e la direzione in cui si sta muovendo il settore è piuttosto chiara.

Riduzione di personale? Non per tutti

Uno dei fattori che in queste settimane hanno portato a a considerazioni “pessimistiche” sul prossimo futuro del settore tecnologico è la (presunta) crisi a livello di impiego che sta interessando il mondo delle nuove tecnologie. Le notizie in questo senso, con le riduzioni di personale di molte “big”, vanno però lette in prospettiva.

“In realtà, all’interno di ServiceNow le assunzioni continuano fin dal periodo della pandemia” sottolinea Filippo Giannelli. “Quello a cui assistiamo nel settore IT è un fenomeno complesso, che interseca un’esigenza di ricambio. Viviamo in un mondo che sta cambiando e in cui le aziende hanno bisogno di competenze diverse”.

Un aspetto, quello della capacità di “attrezzarsi” per un contesto in continua evoluzione, che secondo Giannelli richiede per prima cosa un cambio di mentalità. “Essere in grado di attirare nuovi talenti e riqualificare quelli esistenti è fondamentale. Bisogna però essere in grado di interpretare il processo in modo che non rappresenti uno stress per i lavoratori. In caso contrario, si rischia di ottenere l’effetto opposto. La vera chiave, oggi, è quella di offrire un posto di lavoro sereno”.

Una conferma per le tecnologie di tendenza

La visione “ottimista” di Giannelli non stupisce più di tanto, soprattutto se si considera il core business di ServiceNow. “I temi della gestione dei workflow aziendali e dell’automazione sono centrali in questa fase” sottolinea il manager. “Stiamo attraversando una fase in cui tutte le aziende stanno riorganizzando il loro modo di lavorare e puntano a rompere i silos delle business unit. Soluzioni come quelle di ServiceNow rappresentano uno strumento che consente di raggiungere l’obiettivo offrendo anche vantaggi ulteriori come la visibilità in ambienti complessi”.

Una lettura, quella espressa da Giannelli, che viene confermata da lusinghieri risultati finanziari (27,5% di crescita anno su anno) resi pubblici dall’azienda proprio in questi giorni. La fiducia riposta nella progressiva implementazione di strumenti di automazione, con l’integrazione di tecnologie basate su Machine Learning e Intelligenza Artificiale, poggia le basi su una serie di considerazioni legate all’aumento di complessità nel mondo del lavoro.

“Ogni azienda utilizza ormai numerose piattaforme, la cui integrazione non è sempre banale. L’uso di strumenti di automazione consente di superare questi limiti e rendere più semplici tutte le operazioni, consentendo di eliminare passaggi inutili e far risparmiare tempo ai lavoratori” spiega Giannelli.

Il focus, insomma, non è tanto legato all’idea di sostituire le persone, ma di rendere più semplice la gestione di ambienti complessi. Insomma: l’automazione oggi ha un impatto rilevante più per risolvere gli elementi di complessità introdotti dalla digitalizzazione piuttosto che in una lettura “classica” che vede il famigerato algoritmo prendere il posto delle persone.

Un processo che coinvolgerà i lavoratori non solo come utenti dei sistemi e delle applicazioni, ma come parti attive nella creazione e gestione dei workflow. “Da qui ai prossimi 3 anni si stima che verranno sviluppate 500 milioni di app e non ci sono abbastanza sviluppatori per farlo” spiega Giannelli. “Con queste prospettive, l’adozione di logiche Low Code e No Code diventa una priorità”.

Oltre i confini dell’azienda: l’obiettivo sostenibilità

Se l’uso di una piattaforma di gestione dei workflow permette di operare miglioramenti a livello di efficienza e qualità dell’esperienza lavorativa, secondo Giannelli in ambito sostenibilità diventa un elemento indispensabile. “Avere una visibilità completa delle attività aziendali collegate ad aspetti come le emissioni di CO2 permette sia di mettere a terra un progetto orientato agli ESG, sia di verificare in tempo reale il funzionamento e il raggiungimento degli obiettivi” spiega.

Il tema del raggiungimento degli ESG è ormai mainstream e interessa trasversalmente tutti i settori.

Gli elementi di automazione, in questo ambito, giocano ovviamente un ruolo di primo piano. Grazie all’Hyper Automation, infatti, è possibile andare a correggere immediatamente tutti gli aspetti che impattano negativamente sul piano stabilito e “rimettere in riga” i processi. Sia che si tratti dell’impatto di un data center, sia che il quadro coinvolga attività più tradizionali, come la logistica o i processi di produzione.

“La logica è quella di avere a disposizione una sorta di ‘torre di controllo’ che permetta di adattare le strategie al reale contesto. Nella definizione di una strategia di sostenibilità, infatti, non si può pensare di realizzare un piano immutabile e “rigido”, ma è necessario prevede un costante cambiamento della strategia in funzione del contesto”.

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