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Il sistema Cabel rivolto al mondo finanziario ha un cuore Oracle

La localizzazione di Oracle Flexcube, piattaforma specificatamente dedicata alla gestione delle attività core di una banca, è stata presentata all’evento denominato Incipit, a indicare che siamo solo all’inizio di un percorso che, dopo l’adozione da parte di Invest Banca, punta a conquistare banche di tutte le tipologie e dimensioni

Pubblicato il 20 Lug 2018

Foto del convegno Incipit su Oracle Flexcube

FIRENZE – È stata scelta la cornice del Salone dei Cinquecento di Palazzo Vecchio per il convegno Incipit, realizzato per annunciare un tassello importante in grado di abilitare il Rinascimento del mondo bancario italiano: Oracle Flexcube, soluzione per il core banking di Oracle adottata da 600 istituzioni finanziarie al mondo, da maggio è stata implementata anche in Invest Banca, la prima banca italiana ad andare in produzione con questa soluzione. La localizzazione per il mercato italiano e l’integrazione sono state realizzate da Cabel Industry, outsourcer di Empoli di servizi IT per il settore finanziario.

La piattaforma Oracle Flexcube consente di gestire tutte le attività core di una banca (dalla gestione patrimoniale, al banking online allo sviluppo di nuovi prodotti digitali) e si caratterizza per un’architettura aperta (contrariamente alle classiche soluzioni legacy normalmente adottate dalle banche) che consente di integrare facilmente soluzioni specifiche già presenti nella banca e di evolvere in base alle esigenze dei clienti. Una gestione più flessibile del backend è infatti il vero abilitatore all’offerta di servizi innovativi sul frontend.
Quanto è stato annunciato è il risultato di una collaborazione, fra Oracle e Cabel, avviata nel 2016 per rispondere alle nuove esigenze di apertura e flessibilità delle banche con una soluzione adeguata alle normative che regolano il mercato bancario italiano.
Il pensiero strategico che ha sostenuto la partnership fra le due realtà, ancor prima di siglare l’intesa, ha preso l’avvio dall’osservazione che qualcosa stava cambiando anche nel mercato finanziario italiano e che l’evoluzione sarebbe stata determinata soprattutto dalla velocità di attori internazionali che sarebbero entrati nel nostro mercato, come ha ricordato Gaetano Correnti, partner Kpmg Advisory e CEO di Nolan Norton Italia, nel suo intervento in occasione di Incipit.

Quelle previsioni si stanno avverando, come conferma Gerrard Mahony, Sales Director di Oracle: “La minaccia va affrontata ricordando fenomeni emergenti come l’utilizzo di Alipay in Cina che ha portato a una drastica riduzione nell’utilizzo del contante, la presenza di Facebook nei pagamenti già operativa in Spagna ecc.”. L’impegno di Oracle sul mercato delle banche italiane è rafforzato anche in vista della prova che queste dovranno sostenere con l’applicazione della direttiva PSD2 che sta andando nella direzione dell’apertura dei sistemi di pagamento a nuovi operatori, creando le premesse per l’accesso ai dati con il consenso dei clienti.

“La scelta strategica di Cabel e Oracle è stata quella di concentrarsi sul back end mentre la maggior parte dei service provider e le stesse banche stavano investendo sul front end, visto che l’efficacia della risposta al cliente finale è fortemente condizionata da cosa c’è dietro l’interfaccia utente”, nota ancora Correnti.
Quali modelli e tecnologie saranno in grado di proteggere le banche dalla nuova ondata fintech? Si chiede Massimo Iengo, associate partner Financial Services Technology di PWC. Le banche devono scegliere se isolarsi o sfruttare i potenziali vantaggi di business che potrebbero derivare da un mondo iper-connesso creando a loro volta un ecosistema connesso a cui partecipare mettendo a disposizione una piattaforma abilitante. “Per andare in questa direzione non è più possibile l’innovazione incrementale; è infatti sempre più evidente il divario fra architetture moderne (stile Google) e architetture tradizionali application centric, appesantite da anni di legacy”, è la considerazione di Iengo.

Massimo Tomasi, partner FSI Deloitte Consulting, si sofferma, a sua volta, sulla maggior complessità del core system delle banche rispetto ad altri settori, ricordando che una banca di medie dimensioni ha, a livello di core system, una massa sterminata di applicazioni con centinaia di milioni di righe di codice, ormai un impedimento per l’innovazione. Le grandi banche hanno generalmente realizzato layer di disaccoppiamento per comunicare più facilmente con l’esterno, una scelta che Tomasi considera molto pesante e costosa. Molti fallimenti si sono però visti anche nella sostituzione del core con un prodotto di mercato, a causa della complessità delle normative bancarie italiane e la loro continua evoluzione: “Il problema non è tanto il prodotto, ma l’approccio: servono un’architettura e un sistema che permettano di sviluppare rapidamente le localizzazioni e continuare ad aggiornarle (deve essere non un oggetto statico ma che varia nel tempo) con la capacità di integrare soluzioni diverse, disaccoppiare, concentrare nel core la ‘commodity’ e permettere alla banca (anche la più piccola) di gestire in proprio gli aspetti strategici”, sottolinea.
La testimonianza Invest Banca sembra fugare perplessità e timori. “Invest Banca, grazie alla soluzione Oracle Flexcube, compie un decisivo passo avanti in direzione dell’apertura. Dal 7 maggio siamo operativi con questa piattaforma di Open Banking che ci consente di integrarci facilmente ed efficientemente con una serie di soluzioni specifiche già adottate dai nostri clienti, retail e istituzionali – sostiene il direttore generale, Stefano Sardelli – Inoltre, ci consente di essere sempre operativi gestendo l’evoluzione regolamentare del mondo banking, come Mifid, PSD2, GDPR”.
La soluzione Oracle Flexcube facilita l’apertura tramite API verso altri operatori e l’interazione con le ultime innovazioni tecnologiche come Robo-Advisor, Artificial Intelligence, Data science, Social Trading, blockchain.

Partnership Cabel-Oracle: è solo l’inizio

Dopo il primo go live di Invest, Cabel si prepara ad altre migrazioni nei prossimi mesi. “I tempi sono determinati soprattutto dalle banche per le quali la migrazione è complessa tanto quanto per noi che, in ogni caso, siamo già pronti – spiega Stefano Tana, Ad di Cabel Holding e presidente di Cabel Industry, ai giornalisti, a margine del convegno – Abbiamo fatto negli anni più di cento migrazioni senza fallirne una, grazie alla nostra capacità di accompagnare il cliente”. Il caso più recente è quello di Banca Etica dove sono state inviate da Cabel oltre 40 persone nelle diverse filiali non solo con competenze informatiche, ma anche bancarie specifiche per affiancare l’azienda cliente aiutandola a conoscere il sistema informativo. E ora Banca Etica si appresta a una nuova migrazione verso Flexcube, prima banca retail italiana ad adottare il nuovo sistema, con un impatto che si prevede minore rispetto alla migrazione precedente, visto che il front end sarà lo stesso.

Foto di Stefano Tana
Stefano Tana, Ad di Cabel Holding e presidente di Cabel Industry

In prospettiva Cabel punta a coinvolgere i clienti attuali e attirare, in parallelo, nuovi clienti: “Siamo pronti ad affrontare sia il mercato di gruppi bancari nascenti sia quello delle grandi banche che, grazie alla modularità del sistema, possono inizialmente integrare i nostri moduli con il loro sistema proprietario, nel caso vogliano mantenerlo”, aggiunge Tana.
Ci sono grandi ambizioni di crescita, supportate da risorse e sinergie derivanti dalla presenza nella compagine azionaria di Cabel di due gruppi informatici come Sesa, quotato in borsa, e Quid informatica. Non mancherà anche il contributo di Oracle che ha messo a disposizione, nel corso del progetto, un team di 10 ingegneri indiani dislocati presso la sede di Empoli che ha accompagnato le varie fasi di sviluppo.
“Cabel ha l’obiettivo di diventare il centro di competenza Oracle Flexcube per l’Italia e forse non solo”, preannuncia Tana.

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