Il futuro del digitale? Non è una traiettoria unica, è il risultato di scelte tecnologiche, industriali e di governance che si compiono oggi. È da questa premessa che prende forma il lavoro del Center for Digital Envisioning del Politecnico di Milano, che ha identificato 19 megatrend destinati a influenzare l’evoluzione del digitale nel prossimo decennio, aprendo a scenari profondamente diversi entro il 2035.
Il Center for Digital Envisioning è il centro degli Osservatori Digital Innovation della School of Management del Polimi dedicato allo sviluppo di capacità di visione sul medio e lungo periodo, con l’obiettivo di anticipare opportunità e rischi legati alle tecnologie digitali. Un’attività che si fonda sull’analisi di segnali già presenti nel mercato, interpretati attraverso il contributo degli Osservatori e di esperti di dominio.
«Proiettarsi nel futuro non è per nulla semplice, ma è indispensabile quando si parla di digitale – dichiara Valeria Portale, Direttrice del Center for Digital Envisioning –. Le aziende devono chiedersi ora come sarà il futuro del digitale e quali scenari si stanno delineando, per orientare scelte strategiche coerenti nel lungo termine ed essere preparati ai possibili scenari che dovranno affrontare».
Indice degli argomenti
I 19 megatrend: cinque livelli per leggere il cambiamento
I megatrend individuati dal Center for Digital Envisioning sono organizzati in cinque macrocategorie, che coprono l’intero ecosistema digitale: infrastrutture e device, data management, applicazioni e servizi, front-end e dinamiche trasversali . Tra questi, sei (Critical computing, Enriched Data, Web collaborativo, interazione uomo-tecnologia invisibile, Post-Human Intelligence e NextTech Players) emergono per profondità di impatto e velocità di sviluppo.

Infrastrutture e device
1. Critical computing – da commodity a infrastruttura strategica. La potenza di calcolo evolve da servizio standardizzato a leva di sovranità tecnologica. Data center localizzati, cloud ibridi, HPC e prime integrazioni con il quantum computing rendono la computazione un asset geopolitico, da presidiare lungo tutta la catena del valore.
2. Connettività di nuova generazione – verso connessioni integrate e ubiquitarie. Le reti evolvono verso modelli convergenti terrestri-satellitari, con lo spazio che diventa una nuova frontiera strategica. L’obiettivo è supportare dispositivi distribuiti e trasmissioni massive di dati ad altissima velocità, superando frammentazioni infrastrutturali.
3. Approvvigionamento digitale adattivo – tra crescita e sostenibilità. la tensione tra la crescita della domanda di servizi digitali sempre più pervasivi e la sostenibilità ambientale di un settore basato su infrastrutture e device fisici altamente impattanti sul consumo di risorse ambientali critiche.
4. Microrevolution – miniaturizzazione e tecnologia pervasiva. La spinta verso micro e nano-componenti ad alte prestazioni abilita dispositivi sempre più integrati nell’ambiente fisico e nel corpo umano. Robotica umanoide, wearable e smart device rendono la tecnologia meno visibile ma più diffusa.
5. Nuovi materiali trasformativi – oltre i limiti fisici attuali. La scoperta di materiali avanzati accelera grazie alla simulazione digitale della realtà. Emergono nuove proprietà chimiche, fisiche e biologiche che consentono prestazioni superiori e una maggiore integrazione tra dispositivi e sistemi biologici.
Data management
6. Enriched data – dai dati ai digital twin. Il dato evolve da asset statico a modello dinamico. L’integrazione tra mondo fisico e digitale abilita digital twin, simulazioni in tempo reale e nuove forme di valorizzazione economica delle informazioni.
7. Open data interoperability – ecosistemi federati. Si supera la gestione a silos a favore di architetture interoperabili e data space federati, capaci di rispondere a esigenze applicative sempre più complesse e distribuite.
8. Proprietà consapevole dei dati – dai dati centralizzati a ecosistemi centrati sull’utente. La governance del dato si sposta da modelli centralizzati verso ecosistemi decentralizzati, dove chi fornisce i dati mantiene controllo, trasparenza e possibilità di valorizzazione.
Applicazioni e servizi
9. Modularità delle applicazioni e marketplace- dal controllo dell’IT al design guidato dall’utente. Le architetture diventano componibili e accessibili anche a utenti non tecnici. Interfacce no-code e marketplace aperti riducono le barriere tecnologiche e redistribuiscono la capacità di progettazione applicativa.
10. Collaborative web – partecipazione e co-creazione. Il web evolve da spazio di fruizione a ambiente collaborativo. Identità self-sovereign, blockchain e smart contract ridefiniscono creazione, proprietà e distribuzione del valore digitale.
11. Macchine autonome – sistemi che decidono. I sistemi digitali passano da esecutori a decision maker. Reti machine-to-machine coordinate da agenti AI avanzati operano in modo autonomo, con identità digitale e capacità transazionali proprie.
Front-end e interazione
12. Esperienza utente senza processi. L’interazione si sposta dai workflow predefiniti a modelli guidati dall’intento. Il linguaggio naturale diventa l’interfaccia primaria, mentre l’AI orchestra i processi in background.
13. Interazione uomo-tecnologia invisibile. Le interfacce diventano sempre meno esplicite. Sensoristica, oggetti intelligenti e scambi machine-to-machine permettono interazioni fluide, senza azioni consapevoli da parte dell’utente.
Megatrend trasversali
14. Cybersecurity sistemica e dual use- da difesa aziendale a risorsa geopolitica. La sicurezza evolve da presidio tecnico a infrastruttura geopolitica. Attacchi informatici e disinformazione si intrecciano con tecnologie emergenti, rendendo la cybersecurity un asset strategico.
15. Sostenibilità digital tech – dalla compliance alla trasformazione digital-driven. Le tecnologie digitali passano da strumenti di compliance a leve di trasformazione economica, sociale e ambientale, incidendo sui modelli di sviluppo e inclusione.
16. Post-human intelligence – verso un nuovo paradigma cognitivo. L’intelligenza artificiale assume un ruolo cognitivo autonomo. Analisi, decisioni e creazione vengono progressivamente trasferite a sistemi intelligenti avanzati.
17. Next tech players – dal dominio delle BigTech ai disruptor di nuova generazione. Nuovi attori emergono grazie a servitizzazione, modularità infrastrutturale e tokenizzazione. Le barriere di ingresso si abbassano e l’arena competitiva si ridefinisce.
18. AI per lo sviluppo tecnologico – da supporto alla tecnologia a motore dell’innovazione. L’AI diventa “meta-tecnologia”: non solo applicazione, ma motore che sviluppa, ottimizza e accelera l’evoluzione delle altre tecnologie.
19. Nuova governance digitale- infrastrutture di calcolo distribuite e intelligenza centralizzata. Si afferma un paradigma duale: da un lato edge computing e micro-data center distribuiti, dall’altro grandi hub centralizzati che concentrano governance del dato e addestramento AI.
I trend più rilevanti per i CIO
- Critical computing. La potenza di calcolo diventa un tema di sovranità, resilienza e controllo. Data center localizzati, cloud ibridi, HPC e prime integrazioni quantistiche spostano il focus dall’efficienza pura alla strategia infrastrutturale di lungo periodo. Per i CIO significa rivedere scelte di sourcing, continuità operativa e dipendenza dai provider globali.
- Enrichd data. Il dato non è più solo da gestire, ma da modellare. Digital twin, simulazioni e arricchimento continuo trasformano il data management in una componente centrale dei processi decisionali e industriali.
Il CIO è chiamato a governare architetture dati più complesse, integrate con asset fisici e applicazioni core. - Open data interoperability. L’interoperabilità diventa una condizione necessaria per scalare applicazioni, AI e collaborazioni inter-organizzative. Data space federati e standard aperti impongono una revisione di architetture, policy e modelli di integrazione. Il tema non è solo tecnologico, ma anche organizzativo e di governance.
- Modularità delle applicazioni e marketplace. Architetture componibili, no-code e marketplace applicativi riducono il controllo centralizzato dell’IT, ma aumentano velocità e flessibilità. Il ruolo del CIO si sposta dalla realizzazione diretta al design delle regole, delle piattaforme e delle dipendenze architetturali.
- Macchine autonome. Sistemi capaci di prendere decisioni e coordinarsi autonomamente introducono nuove responsabilità su sicurezza, affidabilità e accountability. Il CIO deve preparare l’organizzazione a un’IT in cui non tutto è più deterministico o direttamente governabile.
- Esperienza utente senza processi. Workflow rigidi e applicazioni frammentate lasciano spazio a interazioni guidate dall’intento, con AI che orchestra i processi in background. Questo richiede integrazione profonda, qualità dei dati e una forte attenzione all’esperienza delle persone che lavorano.
- Cybersecurity sistemica e dual use. La sicurezza supera i confini aziendali e assume una dimensione geopolitica. Attacchi, disinformazione e tecnologie emergenti rendono la cybersecurity un’infrastruttura critica. Il CIO deve integrare sicurezza, risk management e continuità operativa in modo strutturale.
- Post-human intelligence. L’AI evolve da supporto a partner cognitivo, assumendo ruoli decisionali. Questo impatta su responsabilità, governance dei modelli, competenze e relazione tra IT e business. Il CIO diventa garante dell’equilibrio tra automazione, controllo e fiducia.
- Nuova governance digitale. Edge computing e micro-data center convivono con grandi hub centralizzati per dati e AI. Ne emerge una governance ibrida, asimmetrica, che richiede nuove capacità di coordinamento architetturale e decisionale.
Tre scenari per il 2035: dalla tecno-sinfonia allo stallo dell’innovazione
Dall’incrocio dei sei megatrend principali emergono tre possibili scenari per il futuro del digitale al 2035.

Nel primo scenario, definito “tecno-sinfonia”, tutti i megatrend raggiungono piena realizzazione: l’intelligenza artificiale è pervasiva, le infrastrutture sono sovrane e i sistemi operano in modo armonico, con una trasformazione radicale dell’economia e della società.
Lo scenario intermedio è quello della “sovranità frammentata”, caratterizzato da forti investimenti in capacità computazionale e data governance, ma anche da una marcata frammentazione geopolitica che divide l’architettura digitale globale in blocchi regionali.
Il terzo scenario è quello di “inerzia digitale e stallo dell’innovazione”, in cui l’ecosistema resta fragile, dipendente da pochi attori dominanti e con limitata capacità di generare inclusione e benefici diffusi.
«Dall’incrocio dei sei megatrend principali emergono i tre scenari sul futuro del digitale nel 2035 – spiega Marina Natalucci, Direttrice del Center for Digital Envisioning –. L’obiettivo non è prevedere con accuratezza cosa accadrà da qui al 2035, ma prefigurare opportunità e rischi per essere agenti del futuro anziché spettatori passivi».












