l’analisi

Dal futuro possibile al futuro plausibile: i 19 megatrend che ridisegnano il digitale



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Il Center for Digital Envisioning del Politecnico di Milano ha individuato 19 megatrend destinati a influenzare l’evoluzione del digitale nel prossimo decennio. Dalle infrastrutture di calcolo alla governance dei dati, fino ai possibili scenari al 2035, un’analisi che aiuta le decisioni strategiche dei CIO

Pubblicato il 17 dic 2025



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Il futuro del digitale? Non è una traiettoria unica, è il risultato di scelte tecnologiche, industriali e di governance che si compiono oggi. È da questa premessa che prende forma il lavoro del Center for Digital Envisioning del Politecnico di Milano, che ha identificato 19 megatrend destinati a influenzare l’evoluzione del digitale nel prossimo decennio, aprendo a scenari profondamente diversi entro il 2035.

Il Center for Digital Envisioning è il centro degli Osservatori Digital Innovation della School of Management del Polimi dedicato allo sviluppo di capacità di visione sul medio e lungo periodo, con l’obiettivo di anticipare opportunità e rischi legati alle tecnologie digitali. Un’attività che si fonda sull’analisi di segnali già presenti nel mercato, interpretati attraverso il contributo degli Osservatori e di esperti di dominio.

«Proiettarsi nel futuro non è per nulla semplice, ma è indispensabile quando si parla di digitale – dichiara Valeria Portale, Direttrice del Center for Digital Envisioning –. Le aziende devono chiedersi ora come sarà il futuro del digitale e quali scenari si stanno delineando, per orientare scelte strategiche coerenti nel lungo termine ed essere preparati ai possibili scenari che dovranno affrontare».

I 19 megatrend: cinque livelli per leggere il cambiamento

I megatrend individuati dal Center for Digital Envisioning sono organizzati in cinque macrocategorie, che coprono l’intero ecosistema digitale: infrastrutture e device, data management, applicazioni e servizi, front-end e dinamiche trasversali . Tra questi, sei (Critical computing, Enriched Data, Web collaborativo, interazione uomo-tecnologia invisibile, Post-Human Intelligence e NextTech Players) emergono per profondità di impatto e velocità di sviluppo.

Infrastrutture e device

1. Critical computing – da commodity a infrastruttura strategica. La potenza di calcolo evolve da servizio standardizzato a leva di sovranità tecnologica. Data center localizzati, cloud ibridi, HPC e prime integrazioni con il quantum computing rendono la computazione un asset geopolitico, da presidiare lungo tutta la catena del valore.

2. Connettività di nuova generazione – verso connessioni integrate e ubiquitarie. Le reti evolvono verso modelli convergenti terrestri-satellitari, con lo spazio che diventa una nuova frontiera strategica. L’obiettivo è supportare dispositivi distribuiti e trasmissioni massive di dati ad altissima velocità, superando frammentazioni infrastrutturali.

3. Approvvigionamento digitale adattivo – tra crescita e sostenibilità. la tensione tra la crescita della domanda di servizi digitali sempre più pervasivi e la sostenibilità ambientale di un settore basato su infrastrutture e device fisici altamente impattanti sul consumo di risorse ambientali critiche.

4. Microrevolution – miniaturizzazione e tecnologia pervasiva. La spinta verso micro e nano-componenti ad alte prestazioni abilita dispositivi sempre più integrati nell’ambiente fisico e nel corpo umano. Robotica umanoide, wearable e smart device rendono la tecnologia meno visibile ma più diffusa.

5. Nuovi materiali trasformativi – oltre i limiti fisici attuali. La scoperta di materiali avanzati accelera grazie alla simulazione digitale della realtà. Emergono nuove proprietà chimiche, fisiche e biologiche che consentono prestazioni superiori e una maggiore integrazione tra dispositivi e sistemi biologici.

Data management

6. Enriched data – dai dati ai digital twin. Il dato evolve da asset statico a modello dinamico. L’integrazione tra mondo fisico e digitale abilita digital twin, simulazioni in tempo reale e nuove forme di valorizzazione economica delle informazioni.

7. Open data interoperability – ecosistemi federati. Si supera la gestione a silos a favore di architetture interoperabili e data space federati, capaci di rispondere a esigenze applicative sempre più complesse e distribuite.

8. Proprietà consapevole dei dati – dai dati centralizzati a ecosistemi centrati sull’utente. La governance del dato si sposta da modelli centralizzati verso ecosistemi decentralizzati, dove chi fornisce i dati mantiene controllo, trasparenza e possibilità di valorizzazione.

Applicazioni e servizi

9. Modularità delle applicazioni e marketplace- dal controllo dell’IT al design guidato dall’utente. Le architetture diventano componibili e accessibili anche a utenti non tecnici. Interfacce no-code e marketplace aperti riducono le barriere tecnologiche e redistribuiscono la capacità di progettazione applicativa.

10. Collaborative web – partecipazione e co-creazione. Il web evolve da spazio di fruizione a ambiente collaborativo. Identità self-sovereign, blockchain e smart contract ridefiniscono creazione, proprietà e distribuzione del valore digitale.

11. Macchine autonome – sistemi che decidono. I sistemi digitali passano da esecutori a decision maker. Reti machine-to-machine coordinate da agenti AI avanzati operano in modo autonomo, con identità digitale e capacità transazionali proprie.

Front-end e interazione

12. Esperienza utente senza processi. L’interazione si sposta dai workflow predefiniti a modelli guidati dall’intento. Il linguaggio naturale diventa l’interfaccia primaria, mentre l’AI orchestra i processi in background.

13. Interazione uomo-tecnologia invisibile. Le interfacce diventano sempre meno esplicite. Sensoristica, oggetti intelligenti e scambi machine-to-machine permettono interazioni fluide, senza azioni consapevoli da parte dell’utente.

Megatrend trasversali

14. Cybersecurity sistemica e dual use- da difesa aziendale a risorsa geopolitica. La sicurezza evolve da presidio tecnico a infrastruttura geopolitica. Attacchi informatici e disinformazione si intrecciano con tecnologie emergenti, rendendo la cybersecurity un asset strategico.

15. Sostenibilità digital tech – dalla compliance alla trasformazione digital-driven. Le tecnologie digitali passano da strumenti di compliance a leve di trasformazione economica, sociale e ambientale, incidendo sui modelli di sviluppo e inclusione.

16. Post-human intelligence – verso un nuovo paradigma cognitivo. L’intelligenza artificiale assume un ruolo cognitivo autonomo. Analisi, decisioni e creazione vengono progressivamente trasferite a sistemi intelligenti avanzati.

17. Next tech players – dal dominio delle BigTech ai disruptor di nuova generazione. Nuovi attori emergono grazie a servitizzazione, modularità infrastrutturale e tokenizzazione. Le barriere di ingresso si abbassano e l’arena competitiva si ridefinisce.

18. AI per lo sviluppo tecnologico – da supporto alla tecnologia a motore dell’innovazione. L’AI diventa “meta-tecnologia”: non solo applicazione, ma motore che sviluppa, ottimizza e accelera l’evoluzione delle altre tecnologie.

19. Nuova governance digitale- infrastrutture di calcolo distribuite e intelligenza centralizzata. Si afferma un paradigma duale: da un lato edge computing e micro-data center distribuiti, dall’altro grandi hub centralizzati che concentrano governance del dato e addestramento AI.

Tre scenari per il 2035: dalla tecno-sinfonia allo stallo dell’innovazione

Dall’incrocio dei sei megatrend principali emergono tre possibili scenari per il futuro del digitale al 2035.

Nel primo scenario, definito “tecno-sinfonia”, tutti i megatrend raggiungono piena realizzazione: l’intelligenza artificiale è pervasiva, le infrastrutture sono sovrane e i sistemi operano in modo armonico, con una trasformazione radicale dell’economia e della società.

Lo scenario intermedio è quello della “sovranità frammentata”, caratterizzato da forti investimenti in capacità computazionale e data governance, ma anche da una marcata frammentazione geopolitica che divide l’architettura digitale globale in blocchi regionali.

Il terzo scenario è quello di “inerzia digitale e stallo dell’innovazione”, in cui l’ecosistema resta fragile, dipendente da pochi attori dominanti e con limitata capacità di generare inclusione e benefici diffusi.

«Dall’incrocio dei sei megatrend principali emergono i tre scenari sul futuro del digitale nel 2035 – spiega Marina Natalucci, Direttrice del Center for Digital Envisioning –. L’obiettivo non è prevedere con accuratezza cosa accadrà da qui al 2035, ma prefigurare opportunità e rischi per essere agenti del futuro anziché spettatori passivi».

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