Business continuity: da costo a vantaggio

Un computing più “smart”, quale quello richiesto per supportare i nuovi business model, non può prescindere da investimenti adeguati in business continuity e business resiliency. Un’area in cui Ibm ha molte carte da giocare, facendo leva su esperienze in diverse discipline, soluzioni e centri di servizio

Pubblicato il 29 Lug 2011

L’evoluzione dei modelli di business è fonte di nuove opportunità ma anche di nuovi rischi che possono diventare pervasivi, difficilmente prevedibili e caratterizzati da effetti domino. Ibm è attiva da diversi anni nell’area dei Business Continuity e Resiliency Services (Bcrs) con servizi di consulenza quali risk analysis e business impact analysis, offerta di soluzioni su misura dei clienti, testing, servizi gestiti in grado di offrire dalla business continuity e disaster recovery al backup e restore dei dati, oltre all’housing delle infrastrutture primarie o secondarie. Recentemente Ibm Italia ha inaugurato a Roma, al Tecnopolo Tiburtino, un nuovo centro di Bcrs da 1.000 metri quadri che va ad aggiungersi a quello di Settimo Milanese.
Come insegna l’esperienza recente drammatica del Giappone, i rischi non sono mai completamente pianificabili. Il mettere in sicurezza l’infrastruttura Ict (che abbraccia dai data center al cloud computing, alle tecnologie “prosumer” utilizzate dagli utenti finali) ha assunto connotazioni sempre più strategiche: tanto che dal concetto di disaster recovery si è passati a

quello di business continuity, e quindi a quello di crisis management. “Sempre più aziende – afferma Richard Cocchiara (a sinistra), Cto for Business Continuity & Resiliency Services Ibm – prevedono risorse che si occupano di rischi. Il nostro interlocutore è cambiato. Oggi si parla sempre più spesso anche di tecnologie di analisi del rischio informatico”.

“Nei laboratori Ibm – spiega a ZeroUno Sergio Eufemi (a destra), offering development leader in Ibm Italia – si sperimentano modelli di analisi dei rischi che permettono di prendere provvedimenti in anticipo, per potenziare le proprie capacità di supporto alla business continuity”. Il manager di Ibm Italia continua sottolineando che il percorso verso la realizzazione di “smarter data center prevede fasi progettuali progressive e la correlazione di diverse discipline”. Big Blue capitalizza sulle proprie pluriennali esperienze in molti diversi ambiti: “Dall’”efficientamento attraverso la virtualizzazione e il consolidamento delle reti – continua Eufemi – all’offerta di outsourcing, che vede oggi dodicimila clienti in esercizio nel mondo. E nel mondo delle soluzioni analitiche, su cui Ibm ha investito molto negli ultimi anni anche con importanti acquisizioni (come quelle di Cognos e Spss). Un settore che, oltre a facilitare attività tipicamente di business, oggi può giocare un ruolo fondamentale nella mitigazione di rischi connessi alle tecnologie. Un aspetto che diventa da costo a vantaggio competitivo”.

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