Network: la digital transformation ha un nuovo Dna

Digital Network Architecture è la nuova architettura aperta, integrata e software defined con cui Cisco punta a innovare il mercato delle reti

Pubblicato il 29 Ago 2016

La realizzazione di un business digitale impone rapidità e agilità, per non parlare di sicurezza, automazione e semplificazione. In poche parole, richiede una tecnologia realmente disruptive in tutti gli ambiti che caratterizzano l’architettura aziendale. Un percorso di digitalizzazione che per Alberto Degradi, Leader Data Center e Enterprise Networking di Cisco, “deve poter contare su una rete evoluta, semplice e flessibile, capace di garantire un vantaggio competitivo agli It manager nel fornire risposte veloci al business, evitando il rischio di shadow It e di far apparire l’Information technology come un servizio non responsive”.

Alberto Degradi, Leader Data Center e Enterprise Networking di Cisco

Per questo, Cisco insiste sulla propria Digital Network Architecture (Dna) che, basata su software, aperta ed estendibile, vuole permettere di raggiungere obiettivi di agilità, automazione e sicurezza, grazie alla messa in pratica di cinque principi fondamentali:

– Virtualizzazione totale
– Automazione in ottica servizi
– Analisi pervasiva
– Gestione in Cloud
– Open Api

Con la virtualizzazione, infatti, Cisco Dna consente di utilizzare qualsiasi servizio da qualunque luogo, indipendentemente dal fatto che la piattaforma sottostante sia fisica o virtuale, on-premise o in cloud. Anche i servizi diventano facilmente implementabili, nonché semplici da gestire e mantenere, così come gli analitycs forniscono una visione dettagliata delle attività della rete, delle infrastrutture It e del business.
Dal punto di vista dei servizi gestiti in cloud, poi, diventa possibile unificare le policy e l’orchestrazione in tutta la rete, mettendo a fattor comune agilità, sicurezza e controllo delle soluzioni on premise.
Caratteristica fondamentale di Dna è poi quella di vantare Api aperte che consentono programmabilità a tutti i livelli, per supportare un ampio ecosistema di applicazioni di rete.
“Scalabilità e resilienza, estensibilità, gestione del lifecycle management e segmentazione – ha aggiunto Degradi, giocando sul significato dell’acronimo della soluzione (che richiama il Dna umano, ndr) sono solo alcuni degli aspetti principali dell’essenza della rete”.

Dna che, lato Cisco, si fonda su tre elementi tecnologici software driven. Pilastri del nuovo approccio alla rete sono, infatti:

  • la piattaforma Apic-Enterprise Module, controller in grado di supportare molteplici servizi di automazione tra cui la possibilità di evitare attività di pre-configurazione o di distribuzione alle postazioni remote;
  • l’Enterprise Network Function Virtualization, che separa l’hardware dal software e permette alle aziende di avviare le funzionalità da qualsiasi luogo;
  • Il servizio gestionale Cmx Cloud che semplifica la fruizione del Wi-Fi e consente di accedere ai dati relativi al comportamenti dei clienti, migliorandone il coinvolgimento.

“La rete, attraverso i suoi sensori, è in grado di analizzare e capire quanto sta succedendo offrendo sicurezza e flessibilità – ha concluso Degradi -. L’impatto del software è fondamentale e in questo modo è possibile garantire flessibilità dal punto di vista infrastrutturale, supportando le aziende nel loro viaggio verso la digitalizzazione”

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