Deduplicazione nello storage: quando ha davvero senso?

Le caratteristiche funzionali della deduplicazione dei dati nello storage hanno come fine ultimo la compressione dei dati stessi con conseguente utilizzo più razionale, efficiente ed ottimizzato delle risorse storage. Ma è davvero sempre così? Dall’analisi che propone Freeform Dynamics sembrerebbe di no, ci sono alcune importanti considerazioni pratiche da valutare

Pubblicato il 29 Nov 2016

Lo storage rappresenta una delle aree di più elevato interesse nelle agende dei Cio degli ultimi anni; il perché è abbastanza comprensibile e risiede nell’esplosione di dati resi disponibili ormai da svariate fonti, nonché nell’evoluzione dei workload It e di business, sempre più complessi e critici, che richiedono alla base infrastrutture altamente performanti e sicure.

Una prima risposta tecnologica a questo innegabile panorama di trasformazione dell’It è arrivata dai Solid State Drive (Ssd), ossia sistemi storage basati su tecnologia all-flash, che hanno indubbiamente avuto il pregio di riuscire a dare delle risposte in termini prestazionali e di alta affidabilità a supporto di processi e workload particolarmente critici (come per esempio quelli necessari alla gestione degli ambienti virtualizzati, come nel caso delle Vdi, Virtual Desktop Infrastructure).

Tuttavia, questa tecnologia è rimasta per molto tempo appannaggio di poche grandi realtà perché, nonostante le promesse prestazionali, aveva un costo di acquisto non proprio alla portata di tutte le aziende.

Man mano che la tecnologia storage all-flash è maturata, molti vendor hanno arricchito le loro soluzioni di caratteristiche funzionali che permettessero alle aziende utenti di beneficiare al massimo delle infrastrutture senza dover vedere aumentati altri costi ‘paralleli’ (quelli del backup e della messa in sicurezza dei dati, per esempio). Tra le più note vi è innegabilmente la deduplica (o deduplicazione) dei dati il cui obiettivo finale è la compressione dei dati dalla quale deriva un più efficiente impiego delle risorse storage con conseguente controllo più efficace sui costi complessivi.

Ma la deduplicazione nello storage ha davvero senso? In linea di massima si potrebbe rispondere di sì, ma sarebbe una risposta fornita da una prospettiva troppo generale che non tiene conto di alcune importanti considerazioni pratiche quali: il volume dello storage, le prestazioni di lettura e scrittura, cambiamenti nei dati archiviati, natura degli algoritmi di deduplicazione e compressione… tutte analisi pratiche che vengono approfondite da Freeform Dynamics nel white paper intitolato “Everyone’s talking about dedupe. Where does dedupe and data compression make sense?” all’interno del quale vengono riportati anche casi concreti e pratici che possono far comprendere pro e contro della deduplicazione prima di effettuare una possibile scelta di investimento.

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