Atm – Consolidamento = riduzione di costi e complessità

Da una situazione molto frammentata, Atm è passata a una nuova architettura hardware che prevede il consolidamento dei server e l’implementazione di una San. Il risultato? Riduzione dei costi, gestione più semplice e, soprattutto, infrastruttura più affidabile.

Pubblicato il 17 Ott 2007

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Una superficie servita di 1075 kmq per un totale di 1568 chilometri di rete che si sviluppa in 119 linee; un parco mezzi di circa 3.000 veicoli con 8.760 dipendenti che servono una popolazione residente di quasi 3 milioni di abitanti. Sono questi, in sintesi, i numeri di Atm, l’Azienda Trasporti Milanesi che, con i suoi 100 anni di vita, fornisce il servizio di trasporto pubblico per Milano e 85 comuni della provincia. Intorno al suo core business, il trasporto appunto, si è nel tempo sviluppata una serie di servizi (dalla gestione della sosta e di parcheggi, alla locazione di spazi

pubblicitari, alla consulenza fino alla gestione della metropolitana di Copenaghen) che hanno portato Atm ad un fatturato 2006 di oltre 270 milioni di euro da prodotti del traffico e quasi 116 milioni da attività diversificate e ad essere una delle poche aziende di trasporti pubblici in utile.
È facilmente immaginabile la complessità di gestione di una tale rete. L’azienda ha quindi sviluppato un’elevata competenza nella gestione di reti di trasporti, nella pianificazione territoriale, nella progettazione di infrastrutture e manutenzione di impianti svolgendo un’intensa attività di ricerca nel campo delle tecnologie, della pianificazione e dei modelli relativi al trasporto locale di persone. Sul servizio sistemi informativi di Atm grava dunque la responsabilità del perfetto andamento, dal punto di vista della gestione tecnologica dei sistemi, di questa complessa macchina. Nell’ambito di un ridisegno complessivo della propria infrastruttura informatica, Atm ha intrapreso nel 2004 un importante progetto di consolidamento dell’architettura server e storage.

Architettura più solida e più efficiente

“Buona parte dei nostri servizi – spiega Claudio Cassarino (nella foto), direttore servizi sistemi informativi di Atm – era dislocata su vari server distribuiti in differenti siti, geograficamente situati in diversi punti della città. Una situazione molto frammentata”. Un’architettura di questo tipo, con l’aumentare dei servizi informatici forniti e della mole di dati gestita, mostrava tutti i suoi limiti sia in termini di sicurezza, di solidità e di gestione dell’intera infrastruttura sia per quanto riguarda un utilizzo più efficace dei dati disponibili (anche ai fini di un’analisi dei servizi di mobilità forniti in funzione del miglioramento degli stessi). “Abbiamo quindi deciso – prosegue Cassarino – di creare una piattaforma più solida lavorando su tre direttrici principali: il passaggio dalla piattaforma NT a Windows 2000, costruita su una rete Tcp/Ip che collega 30 nodi con diverse soluzioni di connettività (Vpn, Mpls, Adsl e fibra ottica) funzionali delle specifiche esigenze e dei costi da sostenere per soddisfarle; la costituzione di un data center contenente server ad alta affidabilità che gestisce i file server, la posta elettronica, i database e tutto il mondo applicativo di Atm; una completa ridefinizione della strategia di storage con l’adozione di un’architettura San (Storage Area Network) per incrementare la flessibilità dello storage e le sue potenzialità di crescita”.

Nel parco applicativo di Atm, la parte del leone è occupata da Sap che, introdotto nel 1999 come soluzione per l’area finanziaria e gli acquisti, è stato poi esteso ad altre aree come il magazzino, la manutenzione e, più recentemente, la gestione delle risorse umane e degli stipendi: “Questo significa fornire l’accesso, per esempio, a tutti i capi tecnici affinché possano gestire ordini di lavoro e a tutta una serie sempre più ampia di funzioni aziendali. Come si può facilmente immaginare è un’applicazione mission critical per Atm”, spiega Cassarino. A Sap, a soluzioni Oracle per l’area di business intelligence, a Filenet per la gestione documentale si affiancano applicazioni, come quella relativa alla programmazione dei veicoli, più specifiche del mondo dei trasporti; alcune di queste applicazioni hanno inoltre consentito il rilascio di servizi innovativi ai cittadini, come Radiobus (un servizio di bus a chiamata, sul cui modello, tra l’altro, Atm sta studiando un servizio di logistica per la movimentazione di merci in città utilizzando questo tipo di bus), o un vero e proprio salto di qualità nell’efficienza gestionale, come Intellibus (il sistema di diagnostica dei mezzi che, grazie ai computer installati a bordo dei veicoli, abilita la manutenzione preventiva) o il grande progetto di biglietteria elettronica con la graduale sostituzione dei biglietti cartacei con tessere magnetiche che consentono di accedere alla rete integrata di trasporto e parcheggio, comune ad Atm, Ferrovie Nord e Trenitalia.
Oggi l’infrastruttura hardware di Atm è composta da circa 60 server, quasi tutti concentrati nel data center di Milano, circa 1600 client e una San basata su macchine Emc Clariion. Ed è importante sottolineare, per valutarne le implicazioni anche in termini di sicurezza, che per alcune applicazioni è previsto l’utilizzo di device mobili. La gara per la realizzazione del progetto di consolidamento è stata vinta da Fujitsu Siemens che ha poi scelto come partner Emc per quanto riguarda le macchine storage e Ca per gli applicativi di backup e la gestione dell’intera infrastruttura.
“La nostra politica, quando si tratta di interventi tecnologici impegnativi come questo, è quella di affidarne la realizzazione a un partner ma – ci tiene a precisare Cassarino, il cui staff è composto da 60 persone – conditio sine qua non è il trasferimento di conoscenza. Il nostro obiettivo è quello di far crescere delle persone internamente sugli aspetti più importanti in modo da essere in grado di procedere poi autonomamente senza dipendere dal partner. Anche in questo caso possiamo dire di avere raggiunto l’obiettivo; adesso siamo completamente autonomi sia per quanto riguarda la gestione sia per la configurazione dei sistemi It”.

Storage: area strategica
“Particolarmente strategica è stata la progettazione e la realizzazione della San e per questo la gara del progetto assegnava alla valutazione tecnica delle soluzioni proposte un peso del 45%, contrariamente al solito in cui è il prezzo a guidare la decisione”, sottolinea Cassarino. Uno dei requisiti più importanti del capitolato era l’impostazione di un backup centralizzato via Lan, in quanto la finestra notturna non era sufficiente a coprire tutte le esigenze. E’ stata scelta la soluzione Ca BrightStor Arcserve implementando la nuova infrastruttura di backup in linea man mano che le applicazioni passavano in produzione con i nuovi server: “In questo modo è stato possibile effettuare le opportune prove, operando poi i necessari piccoli e grandi accorgimenti nel quotidiano, come è normale in un’architettura complessa”, precisa Cassarino. Oggi Atm dispone di uno spazio totale, nella San, di 8,5 Tbyte, con una libreria a nastri robotizzata con 12.000 cassette; tutte le cassette vengono registrate in doppia copia e conservate in parte online e in parte in un archivio in una seconda località. Per il momento non è previsto un sito di disaster recovery in parallelo in quanto l’analisi dei rischi effettuata non ne giustifica la realizzazione.
I vantaggi ottenuti dalla realizzazione del progetto? “Prima di tutto la riduzione della complessità e dei costi di gestione. In secondo luogo la realizzazione di un servizio di backup molto capillare (che ci consente il ripristino anche di una sola cartella di posta elettronica o di un giorno specifico o il restore di un singolo file risalente a un anno prima, per esempio). Il tutto con la massima soddisfazione in termini di affidabilità”, conclude Cassarino.

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