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Filtri e avatar per Teams, mentre Microsoft “ripensa” il team di etica AI

Microsoft aggiunge funzioni per rendere sempre più coinvolgenti ed efficaci le riunioni via Teams. Intanto disfa la sua squadra sull’etica dell’AI, spiegando che le responsabilità saranno più distribuite convergendo nella figura dell’ORA 

Pubblicato il 07 Apr 2023

NFON per Microsoft Teams

Checché ne pensino i nostalgici di open space o gli entusiasti di videocall, gli ambienti di lavoro sono ormai ibridi. È passato abbastanza tempo dalla fine dei lockdown per affermare che non si tratta di una moda passeggera. A seguito di questa normalizzazione dell’hybrid working, oltre agli investimenti sulle soluzioni già esistenti che lo abilitano, arrivano anche delle innovazioni tecnologiche all’avanguardia. Microsoft ne ha appena lanciate due, destinate a far evolvere il suo hub per la collaborazione: Teams.

Verso un hybrid working più immersivo

Forte dei 10 milioni di utenti conquistati solo nell’ultimo anno, Teams evolve per andare incontro ai propri utenti. Utenti con alte pretese di performance, utenti svogliati nel collegarsi on line, utenti in cerca di soluzioni per amplificare l’efficacia delle riunioni online.

La prima novità che Microsoft introduce riguarda i filtri per gli effetti visivi, utilizzabili per aggiungere animazioni o modificare la tonalità del video. Presentati in anteprima pubblica a gennaio, saranno disponibili in generale durante il mese di marzo. L’obiettivo di questa nuova implementazione è quello di permettere agli utenti di eliminare distrazioni esterne, per migliorare la propria presenza ed esprimere il meglio di sé in ogni riunione. Si può scegliere di attivarli sia prima di unirsi a una riunione, sia mentre la riunione è in corso. Per farlo è necessario passare per l’app dedicata: Custom Filters.

Più futuristica e coinvolgente, la seconda novità con cui Microsoft vuole rilanciare Teams: gli avatar 3D. Si tratta di un modo per offrire agli utenti la possibilità di spegnere la videocamera durante le videoconferenze. Saranno disponibili a maggio e potranno mostrare anche reazioni personalizzabili, per rendere la propria assenza dallo schermo più partecipativa che mai.

Sia i filtri che gli avatar sono forti indizi di una nuova strategia focalizzata sulle tecnologie di collaborazione. Ciò vale non solo per Microsoft, ma anche per altre piattaforme, tutte impegnate per rendere coinvolgenti ed efficaci le sempre più frequenti riunioni su schermo.

Le responsabilità di etica AI saranno distribuite

Oltre alla strategia Teams, Microsoft sta cambiando anche quella per vegliare sulle varie questioni di etica legate all’AI. Ha fatto notizia il taglio dell’intero team dedicato a questo tema, in occasione dell’operazione con cui l’azienda ha rimosso dal gruppo, a livello globale, 10.000 lavoratori. Ha fatto notizia soprattutto per la tempistica, con cui si andrebbe a ridurre le risorse umane focalizzate su un tema di massima priorità per l’azienda (vedi integrazione di ChatGPT in Bing, e non solo).

Dopo aver già ridotto il team di “etica e società” da 30 a 7 persone a fine 2022, Microsoft ora avrebbe sollevato i rimanenti dall’incarico, lasciando operativa solo una figura conosciuta come ORA. È l’acronimo di Office of Responsible AI il cui compito resterebbe quello di creare regole e principi per governare le iniziative AI dell’azienda.

A chi accusa Microsoft di trascurare un tema fondamentale, privandosi delle risorse necessarie per mantenerlo al centro del proprio operare, l’azienda risponde spiegando la nuova strategia con cui ha pianificato di occuparsene. Ora ha intenzione di farlo con un approccio distribuito, ovvero identificando in ogni divisione di prodotto, una persona dedicata a studiare le inferenze dell’intelligenza artificiale nei servizi offerti ai consumatori.

La scomparsa di un team terzo, specializzato, sarebbe quindi compensata da questa “distribuzione di incarico” a più persone, tutte chiamate a riportare le proprie azioni all’ORA. Si vorrebbe infatti rendere sempre più interdisciplinare la presenza dell’AI, già pervasiva di sua natura, diffondendo una cultura delle responsability nei confronti di una tecnologica con cui tutti, prima o poi, hanno a che fare.

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