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Blockchain, le applicazioni nel mondo assicurativo e le sfide che esse comportano

Come la blockchain può essere utilizzata nel mondo delle assicurazioni? Ecco diversi ambiti di applicazione di questa tecnologia, con tutti i vantaggi che può generare e le questioni ancora aperte

Pubblicato il 03 Apr 2018

blockchain assicurazioni

Blockchain e assicurazioni. Reale Mutua, attraverso la collaborazione con il Politecnico di Torino, sta vagliando la possibilità di applicare le nuove tecnologie, e la Blockchain in particolare, al fine di promuovere, in generale, l’innovazione nell’intero settore.

Diverse sono le applicazioni per l’ambito assicurativo, che potranno modificare il mercato, migliorare l’esperienza del cliente e ridurre i costi: combinando per esempio la tecnologia dell’Internet of Things (IoT) si potranno collegare sensori ambientali all’oggetto assicurato, che trasmetteranno alla Blockchain informazioni circa eventuali nevicate, aumento dell’umidità, danni o altro; a sua volta, tramite Smart Contract la Blockchain risarcirà o modulerà la copertura assicurativa in autonomia, riducendo notevolmente i tempi di attesa, la quantità di modulistica da gestire e le eventuali discrepanze.

Si potrebbe considerare, per esempio, un’assicurazione contro la siccità: all’ennesimo giorno senza pioggia concordato inizialmente, grazie a una specifica “porzione di codice” il sensore nel terreno avvierà in automatico la procedura di risarcimento. Ancora, sarà possibile sottoscrivere un lascito per i figli e chiedere alla rete di sbloccarlo, per esempio, al compimento di una determinata età senza dover ricorrere ad un notaio. Sarà più semplice provare la propria identità alla stipula di una polizza, e si potrà ipotizzare la creazione di gruppi assicurativi direttamente tra i contraenti, senza intermediari.

Gli sviluppi possono essere molteplici per questo specifico settore. Tuttavia, la tecnologia è ancora in fase di sviluppo, il che significa che lo spettro delle possibili applicazioni non è stato ancora completamente esplorato. Qualora la Blockchain venisse adottata, i primi risultati sarebbero ragionevolmente visibili in un arco di tempo tra i tre e i cinque anni.

I professori Claudio Demartini, Fabrizio Lamberti e la Dottoressa Valentina Gatteschi, autori dei 3 studi per il Politecnico di Torino (lavori, frutto della collaborazione tra il Dipartimento di Automatica e Informatica del Politecnico di Torino e l’Innovation Team di Reale Group, realizzati per spiegare cosa sia la Blockchain e i vantaggi che può generare) commentano così le prospettive per la collaborazione in corso: “Dal punto di vista della ricerca, applicare la tecnologia Blockchain al settore assicurativo presenta molteplici sfide. Prima fa tutte la scalabilità, dal momento che sarà indispensabile identificare l’architettura corretta che permetta di velocizzare l’inserimento di grandi quantità di informazioni da parte di molte fonti diverse, quali persone fisiche, come pure sensori ed altri dispositivi intelligenti. Un’altra sfida è rappresentata dall’esperienza utente. Al momento, per utilizzare la Blockchain servono infatti marcate competenze informatiche. Risulterà importante progettare piattaforme facili da utilizzare, in grado di nascondere all’utilizzatore la complessità sottostante. Un’ultima grande sfida riguarda gli aspetti legislativi. Sarà in particolare necessario definire con precisione il ruolo degli Smart Contract rispetto alle normative vigenti. Una volta superate queste sfide, la Blockchain potrà essere utilizzata abitualmente in ambito assicurativo, con vantaggi significativi per le compagnie, ma anche per i loro clienti”.

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