La visione dell’offerta

Lo stato e le tendenze del mercato per la mobilità, i problemi d’implementazione delle reti wireless e i possibili sviluppi delle tecnologie e dei servizi all’utenza secondo tre vendor rappresentativi delle problematiche coinvolte: Telecom Italia mobile, come fornitore di servizi di rete; 3Com come fornitore di apparati e Microsoft come fornitore di ambienti software

Pubblicato il 02 Mag 2004

“Pur considerando il valore sempre molto relativo di tutte le previsioni – premette Giulio Galetti, Technical Director di 3Com Italia – siamo di fronte ad un mercato che presenta una caduta di prezzi rilevante. Si sta quindi andando verso un mercato di alti volumi, con schede e apparati di basso prezzo, provenienti dall’Est, e dalle funzionalità limitate allo standard che sono validi in situazioni particolari ma che nella generalità dei casi e soprattutto in situazioni di reti estese possono mettere a rischio l’operatività. Noi abbiamo access point che applicano elevati criteri di progettazione e dispongono di funzioni di sicurezza ed altre funzionalità incorporate, ma che però costano molto di più”.
D’altra parte, parlando del mercato della mobilità, necessariamente il riferimento è oggi il consumer: “Prima di mettere un applicativo aziendale su una rete wireless – afferma Galetti – è bene pensarci e valutare attentamente la soluzione che si sta adottando. Le applicazioni wireless aziendali sono fondamentalmente lo scarico della posta e la connessione ad Internet per comunicare all’interno e all’esterno dell’azienda. Ma se in azienda c’è l’uso di allegare documenti estesi e pesanti, bisogna verificare la capacità del sistema a reggere il traffico. Se crescono gli utenti contemporanei il sistema rallenta anche considerevolmente. In molti casi, anche se è spiacevole, tagliare o ridurre gli allegati aiuta a ridurre l’impatto della connettività wireless sugli utenti”.
Antonio Baldassarra, responsabile dell’Offerta Servizi nell’ambito del marketing Consumer di Tim, ha ovviamente, stante la sua posizione, una vista privilegiata sul lato ‘consumer’ del mercato. Che, sostiene, risponde molto bene all’offerta dei nuovi terminali con videocamera inclusa: “…poter trasmettere immagini, come foto o brevi filmati, sta entusiasmando i nostri clienti”. Tim ha puntato sulla gestione delle immagini fin dal lancio degli MMS, due anni fa, proseguendo su questa linea con sempre nuovi servizi che inviano sul telefonino notizie, trailer di film, azioni spettacolari di calcio e così via. “Il futuro – dice Baldassarra – é tutto nella capacità di offrire agli utenti un numero sempre maggiore di servizi, utili e di uso semplice, per rendere il proprio telefonino un apparecchio multiuso con cui affrontare ogni tipo di situazione”.
Evidentemente, questo concetto vale anche in ambito lavorativo, per realizzare il cosiddetto Mobile Office. “Parallelamente allo sviluppo del telefonino – sostiene infatti Baldassarra – abbiamo assistito alla diffusione di Internet: i tempi sono maturi per portare quindi anche l’e-mail in mobilità. A tale proposito vorrei ricordare che Tim è stata la prima a introdurre sul mercato italiano BlackBerry: un terminale tecnologicamente sofisticato ma di estrema semplicità d’uso che permette di gestire in totale mobilità tutta la propria posta elettronica”.

Strumenti per il business
Per Fabrizio Albergati, direttore Gruppo Windows Client & Mobility di Microsoft Italia, il wireless potrebbe trovare un’opportunità in azienda qualora si diffondese l’uso dei tablet Pc, oggi offerti sul mercato italiano da numerosi produttori. “Il dispositivo – dice Albergati – supporta in modo nativo il Wi-Fi e tutti i tablet Pc di nuova generazione supportano anche Bluetooth; laddove poi si utilizzi anche una scheda Gprs, di fatto si viene a disporre di tutte le possibilità di connessione”. Ricordiamo che un programma di sviluppo software avviato da Microsoft con le terze parti ha già reso disponibili per i tablet Pc applicazioni per l’automazione dei servizi alle forze di vendita, per gli operatori medico scientifici e altre ancora, tutte con connettività Wi-Fi. Inoltre, l’uso della penna come strumento di interazione facilita la fruibilità del dispositivo, che in pratica si adopera come con un block notes, ma di tipo elettronico.
“Questa facilità – prosegue Albergati – è di tutto vantaggio per chi abbisogna di piena mobilità. E un tablet Pc, oltre a permettere di lavorare in movimento, offre anche la possibilità di fare cose del tutto nuove”. Albergati cita ad esempio un’applicazione per la gestione delle cartelle cliniche, di regola scritte su carta e successivamente digitate e messe nel server, con tutte le possibilità di errore e di ritardo d’immissione del caso. La funzione di riconoscimento della scrittura permette invece di rilevare sul tablet Pc tutti i dati del paziente e registrarli immediatamente sul sistema dell’ospedale.
Per Galetti invece le aspettative del mercato emergono piuttosto dalla grande diffusione dei notebook “…con i quali si mira a fare ciò che si ora si fa con il desktop all’interno dell’azienda, con in più l’esigenza di ubiquità del servizio quando si opera da casa o comunque dall’esterno. Avere un dispositivo efficace e che ci liberi dal filo, dalla presa dati, dalla complicazione della connessione e così via sta diventando il nuovo modello secondo il quale gli utenti vogliono operare”.

Reti wireless: occorrono gli esperti
Implementare un’infrastruttura wireless non è un compito complesso, ma non deve neppure essere sottovalutato, almeno per quanto riguarda l’analisi dell’ambiente dove il wireless deve essere installato e la preparazione da parte di chi esegue i lavori.
Come osserva Galetti: “Le strutture cablate sono in essere ormai da vent’anni e dispongono da tempo di personale specializzato e capace di progettare reti senza difficoltà. Per le reti wireless invece dobbiamo disringuere tra strutture outdoor e quelle indoor”. Le prime infatti abbisognano di partner molto specializzati, vicini per cultura e conoscenza agli ingegneri delle telecomunicazioni, esperti di ambienti, ponti radio, antenne, guadagni di segnale e così via. Si tratta di una nicchia molto ben presidiata da figure capaci di risolvere problemi rilevanti ma ben delineati e specifici. Per quanto riguarda l’indoor, invece, il capitale d’esperienza crolla drammaticamente. “Se l’installazione di un access point – dice Galetti – è in sé relativamente semplice, perché la rete funzioni al meglio occorre sviluppare un processo di site survey, con l’analisi delle superfici, dell’assorbimento e riflessione delle pareti piuttosto che dei vetri e altro ancora. Al problema è ormai sensibile la maggior parte dei rivenditori e alcuni di loro si stanno dotando di strutture per dare questi servizi, complementari ma abbastanza importanti”.
Un altro punto importante da considerare, continua Galetti, è quello della convenienza economica tra una soluzione wireless ed una cablata: “La valutazione dipende molto dal contesto. Facciamo l’ipotesi, che può essere estesa ad ambienti con esigenze simili, della sala operatoria di ospedale, una ‘white room’ in cui si debba portare la connettività per degli apparati. I lavori d’installazione di un sistema cablato potrebbero costare alcune migliaia di euro e i lavori per riportare la sala in condizioni sterili, verificando il grado di esenzione da polveri e altri contaminanti, richiederebbero un fermo di qualche settimana con costi valutabili sui 50 mila euro”. L’installazione di un access point wireless invece non intacca minimamente le caratteristiche ambientali e non solleva un grano di polvere, per cui la verifica della non contaminazione è a costo zero. “E il maggior costo del sistema wireless rispetto al sistema cablato – conclude Galetti – resta ben lontano dai costi derivanti per quest’ultimo dall’adattamento delle infrastrutture”.
Ciò detto, Galetti aggiunge che, salvo eccezioni, il sistema wireless non è in alternativa al sistema cablato, ma lo complementa: “La rete attuale non può essere sostituita dalla rete wireless, applicazioni a trasmissione intensiva quali il back-up o lo scarico di grandi quantità di dati richiedono il cavo”.

Giulio Galetti
Technical Director 3Com Italia

Antonio Baldassarra
responsabile dell’Offerta Servizi nell’ambito del marketing Consumer Tim

Fabrizio Albergati
direttore Gruppo Windows Client & Mobility Microsoft Italia

Rinnoviamo le tecnologie, ma salvaguardiamo l’interoperabilità
Circa la continuità dei servizi e della base tecnologica delle soluzioni wireless, per Baldassarra (Tim) “Il vero rischio non sta nel superamento delle tecnologie attuali ma nell’assenza di interoperabilità tra tecnologie di rete, terminali e servizi. E’ la diffusione di soluzioni non interoperabili che frena lo sviluppo e l’adozione di nuove tecnologie”. In effetti, il Gsm è diventato un successo mondiale perché è una tecnologia assolutamente standard: a prescindere dagli accordi commerciali tra gli operatori, si può utilizzare uno stesso terminale su tutte le reti Gsm del mondo e tutti gli utenti Gsm possono scambiarsi messaggi indipendentemente dall’operatore o dal modello di telefono usato. Quanto al futuro, Baldassarra aggiunge che la prossima evoluzione prevista per la rete mobile è l’arrivo delle tecnologie Umts ed Edge. Quest’ultima è un’evoluzione del Gprs
(Edge sta per Enhanced Data Gsm Environment) che ne triplica la velocità di trasmissione e che Tim introdurrà in maniera complementare all’Umts. Con l’arrivo dei telefoni ‘dual mode’, che supportano Umts e Gprs/Edge, gli utenti potranno fruire dei servizi multimediali con una qualità vicina a quella della rete Umts, con il vantaggio di non subire cadute di linea, né abbassamento della qualità per problemi di copertura. “L’Edge – sostiene Baldassarra – non ritarda l’Umts, ma ne favorisce l’utilizzo”. La scelta d’implementare questa tecnologia è quindi strategica in quanto in grado di ‘accompagnare’ gli utenti Tim verso il mondo dei servizi multimediali.
La visione Microsoft di un mercato che sembra recepire l’accoppiata hardware e software come un insieme inscindibile è, dice Albergati, quello di sempre: “Collaboriamo con i costruttori di hardware. La piattaforma Windows Mobile è stata scelta da Dell e da Compaq, per dare due nomi di riferimento, ma sono decine i costruttori che hanno deciso di adottarla. Lo stesso si può dire per il Pocket Pc, che ci vede impegnati ormai da parecchi anni ed è la piattaforma più diffusa nell’area dei palmari.” Recentemente, con il supporto a Bluetooth e al Wi-Fi, il palmare Pocket Pc offre una connettività wireless costante sia con il Pc sia con la rete, per accedere a informazioni e applicazioni aziendali. E con la ‘phone edition’ integra anche un telefono Gprs, il che gli permette dall’esterno, di accedere con una connessione Gprs ai server aziendali piuttosto che alle informazioni che sono caricate sul Pc dell’utente. “Questa integrazione – osserva Albergati – è molto importante perché permette in qualunque momento di accedere alla mail e all’agenda. Inoltre, serve a dare fiducia e a promuovere nell’utente la propensione ad utilizzare il dispositivo wireless evoluto”.

Un protocollo per la sicurezza
L’attenzione di Galetti, riguardo l’evoluzione dei servizi per la mobilità si appunta soprattutto sulla sicurezza, un fattore che spesso funge da deterrente nei confronti dell’implementazione di reti wireless per uso aziendale. Il manager 3Com evidenzia come la sicurezza sia risolvibile in modi diversi in funzione dell’ambiente che ne abbisogna: “Su questo tema lavoriamo dal 1998, quando venne rilasciato il documento che descriveva le funzionalità del Dsl (Dinamic Security Link), dal quale ha poi avuto origine il protocollo Tkip (Temporary Key Interchange Protocol), ovvero lo standard 802.11i, che dovrebbe uscire formalizzato tra poche settimane”.
Il concetto guida di questo protocollo è brillante poiché invece di affidare la sicurezza dei dati trasmessi via radio a pesanti chiavi di criptazione lunghe 256 bit, propone l’uso di chiavi brevi ma che cambiano dinamicamente e frequentemente. Il meccanismo ha il vantaggio di ridurre i tempi di criptazione e di ridurre la richiesta di potenza elaborativa dal lato del client. Questa tecnologia, sviluppata da 3Com, è stata resa di libero dominio diventando appunto lo standard Tkip.

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