Tre aziende europee su quattro potrebbero non ripristinare i propri dati

Lo studio “European Disaster Recovery Survey 2011”, condotto da Vanson Bourne per Emc su 250 It decision-makers in UK, Francia, Germania, Italia, Spagna, Benelux e Russia, in organizzazioni private e pubbliche sopra i 250 dipendenti, ha messo in luce come il 74% delle aziende europee non creda di poter ripristinare completamente i propri sistemi o i dati, mentre oltre la metà delle organizzazioni (54%) ha subito data loss o interruzioni di sistema negli ultimi 12 mesi. Questi risultati evidenziano come ci sia ancora molto da fare in tema di backup e disaster recovery, per garantire continuità alle proprie operazioni nel caso peggiore di down totale dei sistemi, ma anche di più limitate interruzioni dei servizi It

Pubblicato il 04 Dic 2011

I problemi IT sono più frequenti delle calamità naturali
La ricerca ha messo in luce che non servono avvenimenti straordinari a creare problemi di continuità del business. Le tre principali cause di perdita dei dati e downtime sono: problemi a livello hardware (61%) interruzioni di alimentazione (42%) e problemi a livello software (35%). Gli altri fattori (disastri naturali, 7%; errori dei dipendenti, 8%) sono relegati a livelli molto inferiori.
Relativamente ai margini di miglioramento a seguito di un incidente il 44% delle aziende ha rivisto e modificato le procedure di backup e recovery, il 27% ha aumentato la spesa relativa.

Impatto economico
Lo studio ha identificato l’impatto misurabile sul business delle interruzioni di sistema. Le principali sono Perdita di produttività dei dipendenti (citato dal 43% del campione), perdita di profitti: (28%); ritardi nello sviluppo di prodotti (27%). Le interruzioni di sistema sono risultate essere mediamente di due giorni lavorativi

40% di nastri, ma si cerca di cambiare
La ricerca ha rilevato che le aziende stanno spendendo, in media, il 10% dei loro budget IT in attività di backup e ripristino. A questo riguardo il 29% delle aziende non crede di spendere abbastanza. Il 40% delle attività è effettuato su nastro, con un costo annuale totale stimato in 74.000 Euro di media. Interessante segnalare che, nei casi in cui il nastro è utilizzato a scopo di disaster recovery, il 10% delle aziende ha un dipendente che porta a casa una copia dei nastri di backup con sé.
Complessivamente, l’80% delle aziende che utilizzano il nastro sta cercando di sostituirlo, motivando la scelta con motivazioni legate a velocità di ripristino (39%), rapidità di backup (33%) e garanzie di durata (26%)

Conclusioni
E’ possibile prepararsi ad interruzioni di routine o incidenti più gravi se si adotta un approccio di nuova generazione al backup. La ricerca evidenzia che la reazione dopo un disastro è quella di spendere di più in soluzioni di backup e recovery, ma nel corso di un’interruzione il danno avviene ed è misurabile in termini di tempo e denaro. Aumentando la conoscenza dei problemi più comuni che affrontano le aziende oggi e le relative conseguenze economiche, le organizzazioni possono rivedere proattivamente le proprie strategie di backup e recovery per garantire di poter rispondere alle richieste di business.
In Europa, il 49% delle aziende sono obbligate da policy assicurative o normative ad avere un piano di disaster recovery. Tuttavia, con il giusto approccio è possibile ottenere un risparmio anche sui costi delle compagnie assicurative. A oltre un quarto delle aziende intervistate sono stati offerti premi assicurativi ridotti sulla base dei loro sistemi IT di backup e sulla strategia di disaster recovery.
“I risultati della ricerca mostrano che c’è bisogno di ripensare le strategie di backup e recovery in Europa,” ha commentato Kelly Ferguson, Director of Emea Marketing, Emc Backup Recovery Systems Division. “Viviamo un momento economico in cui gli investimenti hanno bisogno di essere fatti in maniera saggia e non può esserci tolleranza per le interruzioni di business a causa di un fallimento di sistema. Attraverso un approccio al backup di prossima generazione adeguatamente pensato, le aziende possono migliorare sia il ripristino dalle interruzioni di alimentazione nel quotidiano, sia i ripristini a seguito di incidenti più gravi.”

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