Il ritorno della penna…ma digitale

Scrivere a mano comporta un utilizzo di aree del cervello più profonde rispetto a quelle usate per digitare su una tastiera, ciò determina una maggiore capacità di acquisizione di nozioni. Lo studio dei ricercatori del Norwegian University of Science and Technology (Ntnu) di Trondheim che è giunto a questa conclusione è stato realizzato servendosi dei dispositivi Microsoft Surface Pro 4 utilizzati con la penna stilo

Pubblicato il 19 Lug 2016

Scrivere a penna, sia essa anche digitale, è più efficace dal punto di vista dell’apprendimento rispetto al digitare gli appunti su tastiera.

È quanto emerge da un elaborato studio neuroscientifico realizzato dai ricercato di fama mondiale Audrey van der Meer e Ruud van der Weel del Norwegian University of Science and Technology (Ntnu) di Trondheim, già vincitore di un premio Nobel.

Nello specifico, sono stati coinvolti 20 studenti che, indossando un copricapo con oltre 250 sensori per il rilevamento dei segnali cerebrali avanzati, hanno dimostrato che quando si scrive con una penna stilo sono utilizzate parti diverse del cervello rispetto a quando si digita. Si è osservato che utilizzando la penna sono attivate aree più profonde, con effetti molto positivi sull’acquisizione dei contenuti.

“Le implicazioni di questo studio – ha dichiarato Alexa Joyes, Direttore di Policy, Teaching & Learning, Worldwide Education Microsoft – sono fondamentali per gli educatori e per chi lavora nel campo dell’istruzione. Ci sarà perdonato l’errore commesso qualche anno fa, quando si pensava che l’umile penna potesse scomparire dal nostro mondo ossessionato dalla tastiera: in realtà, è evidente che si tratta di uno strumento tuttora indispensabile, così come lo è stato per molte generazioni prima di noi. Forse non dovrebbe sorprendere che l’acquisizione e l’interiorizzazione delle nozioni possano migliorare grazie a un gesto naturale, ossia prendere appunti a mano”.

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