Ca Technologies: nell’Application Economy il business va ripensato a partire dal software

In un’economia sempre più governata dalle app, definita Application Economy, il software, la sua gestione e la rapidità di sviluppo diventano cruciali per la capacità competitiva delle imprese.

Pubblicato il 23 Lug 2014

LONDRA – Eric Grotefeld VP Application Delivery, Ca Technologies Emea, introducendo l’evento londinese dedicato all’Application Economy, confronta i fattori della rivoluzione industriale (vapore, ferrovie, produzione di massa) a quelli dell’ evoluzione applicativa (cloud, big data, mobile, social) e afferma: “Quella digitale è una rivoluzione, con impatti sul genere umano maggiori della rivoluzione industriale”. Crolla il tempo di reazione concesso al business: anni nella rivoluzione industriale, pochi mesi o settimane per il time to market di una applicazione oggi, altrimenti si rischia di perdere market share.

Eric Grotefeld VP Application Delivery, Ca Technologies Emea

Un “esempio su tutti”: i servizi di noleggio elettronico taxi (e-hailing) di Uber. La startup di San Francisco per produrre l’App ha raccolto 1,2 miliardi di dollari di Venture Capital, ora vale 17 miliardi di dollari, e in Europa hanno scioperato 30.000 tassisti. Il servizio di noleggio auto da privati pre-esisteva ed era regolato, ma l’avvento dell’App ha “fatto saltare” il modello di business e instaurato l’App Economy, che coglie il business moment: passeggero in contatto con il veicolo privato, taxi tracciabile Gps dallo smartphone, transazione cashless, servizio arricchibile dalla condivisione di passaggi sullo stesso taxi, benefici al traffico e alle politiche verdi cittadine.

Per l’App Economy, Grotefeld cita quattro principî di dichiarata fonte Forrester: primo, il software diventa cruciale per il brand, lo arricchisce e, se serve a sopravvivere, lo trasforma; secondo e duale del primo, si diventa target nella propria nicchia per chi esegue servizi digitali meglio di noi (nel finance ci sono compagnie tecnologiche che, acquisita una licenza bancaria, eseguono la strategia business digitale meglio di banche che digitalizzano i loro processi); terzo, è fondamentale la user experience, in cui la rilevanza dell’informazione o del servizio gioca più ancora che la sua qualità.

Il quarto principio impatta su processo di sviluppo e architetture: lo “tsunami di rilasci” di App impone una metodologia di sviluppo Agile con una capacità di sviluppo parallela alle operazioni (DevOps)e una nuova architettura applicativa, per la quale va frazionata l’architettura in tre tier (Sistemi d’Ingaggio, di Back-end, di Sensori da Iot). Lo scopo strategico è convertire processi di business “tayloriani” introducendo sacche di applicazioni veloci ed agili, consci che se una nuova tecnologia viene acquisita in 12-18 mesi, si perde ogni vantaggio innovativo.

In un simile contesto, la stessa Ca Technologies “si ristruttura per abilitare i suoi clienti a un cambiamento in cui il software riscriva il business”. Il paradosso da gestire è conservare un ambiente di back end sicuro e stabile, ma introdurre agilità nei servizi business digitalizzati, per essere competitivi. Punti di forza di Ca Technologies restano i servizi di It Management e Sicurezza, centrati sulla produzione di applicazioni, che l’azienda estende alla mobilità e ai sensori dell’Iot, compresi dispositivi wearable. Il portafoglio di soluzioni Ca Intellicenter suite è il “motore strategico” per consentire decisioni al business sul portafoglio applicativo e sui risultati del data mining, con una vista olistica sui servizi It e gli asset. L’obiettivo è facilitare servizi business aziendali con codice di qualità, rilascio con breve time to market, abbattimento del costo, qualità garantita per la user experience.

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