Virtualization e Cloud management

Gestire ambienti IT complessi, tra virtualization e Cloud management

I risultati di una indagine condotta da TechTarget evidenziano la crescita degli strumenti di gestione delle prestazioni IT che forniscono feedback automatizzati a problemi relativi ad applicazioni, virtualizzazione dei server e Cloud

Pubblicato il 23 Mag 2016

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Lo si sente ripetere costantemente: sempre più aziende si stanno muovendo verso il Cloud. Ma le imprese migrano davvero via dai server in-house e dalle macchine virtuali? E stanno gestendo gli ambienti IT complessi con i giusti strumenti? Il sondaggio TechTarget Cloud and Virtualized Systems Management fornisce un’istantanea di come i professionisti IT gestiscono le macchine virtuali e il Cloud.

Il passaggio verso il Cloud

Secondo Edward Haletky, CEO e analista principale per Virtualization Practice, ci sono meno organizzazioni IT che utilizzano i servizi Cloud rispetto a quanto ci si possa aspettare. Gli esperti sottolineano inoltre come vi sia stato un forte aumento di shadow IT in cui i servizi Cloud sono acquistati ad hoc da parte dei lavoratori: dal momento che i professionisti IT non sono coinvolti nella scelta, però, questi servizi sconosciuti non vengono presi in considerazione nelle decisioni d’acquisto relative agli strumenti di gestione.

Gli esperti inoltre fanno notare come molte aziende abbiano appena iniziato ad espandersi nel Cloud computing: Tony Granata, vice president of capacity performance & monitoring engineering di MetLife Insurance, ha spiegato che la sua azienda ha iniziato con le piattaforme di sviluppo per poi mettere nel Cloud applicazioni sia nuove che già esistenti, ma che la maggior parte delle operazioni IT sono ancora in data center di proprietà e hosted.

Virtualization management, Cloud management o… nessuno strumento?

Il 73% degli intervistati ha dichiarato di utilizzare strumenti di virtualization management, il 30% di Cloud management e il 24% ha riferito di non aver installato alcun strumento di gestione. Nel 62% dei casi il personale interpellato dal sondaggio ha detto che il proprio strumento di gestione della virtualizzazione gestisce dalle cento alle oltre 5mila macchine virtuali. Questo dato potrebbe suonare strano se messo a confronto con la percentuale di chi ha detto di non avere alcun strumento installato, ma secondo gli analisti molti di coloro che hanno risposto così potrebbero essere utilizzatori inconsapevoli degli strumenti di gestione: “Da un lato – ha sottolineato Haletky – alcuni possono non essere a conoscenza di ciò che stanno usando perché in realtà si tratta di IT as a service o IT nascosto, dall’altro altri potrebbero davvero non essere consapevoli di stare utilizzare il Cloud o un ambiente virtuale”.

Il futuro dei tool di gestione della virtualizzazione

Dal sondaggio si evince che mentre alcune operazioni IT più piccole (circa il 9%) non hanno bisogno di strumenti di automazione in piena regola, le operazioni più elaborate necessitano assolutamente di uno strumento di gestione delle prestazioni IT. Il 45% degli intervistati che, al momento dell’acquisto, classificano più in alto il monitoraggio della disponibilità del server vogliono strumenti di gestione delle prestazioni IT olistiche e automatizzate per monitorare la disponibilità delle applicazioni, piuttosto che semplici strumenti che monitorino i singoli punti deboli (come la disponibilità del server). I ricercatori rilevano anche la presenza di altri strumenti di gestione delle prestazioni IT che consentono alle aziende di automatizzare la distribuzione e la raccolta di dati, utilizzare una sorta di analisi sui dati per verificare la presenza di problemi sul sistema o controllare le prestazioni di un’applicazione.

MetLife, per esempio, sta costruendo un’infrastruttura convergente, mettendo Virtual Instruments (una piattaforma di sistemi di monitoraggio e di gestione) in VCE Vblock e creando un accoppiamento stretto con strumenti di application performance management da Dynatrace e AppDynamics. Come riportato da Granada l’azienda ha iniziato a utilizzare Virtual Instruments nei primi mesi del 2014 e gli strumenti hanno fornito visibilità immediata nelle aree problematiche.

Entro 24 ore dal collegamento lo strumento ha trovato la causa del rallentamento delle prestazioni delle applicazioni: i server SQL non erano stati aggiornati per l’esecuzione a 8 porte gigabit sulle infrastrutture aggiornate della società e, nonostante vi fosse la capacità, non se ne traeva alcun vantaggio.

Secondo Haletky la combinazione tra la visibilità fisica, quella virtuale e quella delle applicazioni con l’automazione e con un’analisi più approfondita (in particolare quella comportamentale) sta diventando il fattore indispensabile per gli strumenti di gestione della virtualizzazione: “Uno strumento di gestione che non può essere utilizzato nel Cloud ibrido – ha sottolineato il CEO di Virtualization Practice LLC- probabilmente non avrà lunga vita: in futuro non ci saranno strumenti monouso, saranno invece tutti multi-uso: multi-hypervisor, così come multi-Cloud”.

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