Rockwell: gestione energetica per uno sviluppo sostenibile

Un convegno a Roma per discutere delle opportunità offerte dall’ottimizzazione degli impianti e dei processi produttivi ai fini di una crescita che sia insieme economicamente sana e socialmente responsabile

Pubblicato il 06 Lug 2012

ROMA – Lo scorso 15 maggio si è tenuto “Optimizing Plant and Supply Chain for Global Agility”. L’evento, giunto alla sua seconda edizione e organizzato da Rockwell Automation congiuntamente con il Dipartimento per il Commercio degli Stati Uniti, ha raccolto negli splendidi ambienti storici dell’Ambasciata americana a Roma un centinaio di top manager di grandi aziende di produzione, italiane e multinazionali. Azienda specializzata nella progettazione e produzione di soluzioni di automazione industriale, Rockwell Automation estende il proprio ambito di intervento all’ottimizzazione e gestione delle performance dei processi di produzione e di gestione della supply chain. L’evento di Roma era proprio focalizzato su guadagnare efficienza e flessibilità operativa attraverso l’organizzazione e la gestione intelligente dei sistemi di produzione e dei processi che li alimentano.

Hedwig Maes, presidente Emea di Rockwell Automation

Tra le diverse strade tramite le quali quest’obiettivo può essere perseguito, Rockwell Automation, nella persona di Hedwig Maes, presidente Emea, ha posto quest’anno l’attenzione sull’efficienza energetica. Si tratta di un tema cui i governi, per motivi politici, economici e ambientali, oggi sono molto attenti: negli Usa l’amministrazione Obama si è posta l’obiettivo di ridurre al 30% la dipendenza da fonti esterne (e l’ha già ridotta dal 60% al 40%), mentre per l’Italia, dove la nostra dipendenza dall’esterno fa del risparmio d’energia un problema prioritario, Guglielmo Ferrari, consigliere della segreteria tecnica del Ministero dell’Ambiente, ha descritto le iniziative per premiare le aziende più ‘virtuose’ con detrazioni fiscali per le Pmi e con i contributi legati al sistema dei Titoli di Efficienza (i cosiddetti “certificati bianchi”) per le medie-grandi imprese.

I percorsi principali che portano al risparmio energetico sono due: il primo è quello di investire in impianti ad alta efficienza; il secondo è quello di sopperire al fabbisogno energetico con fonti proprie, o delle quali si abbia il controllo, e per quanto possibile rinnovabili (idrico, eolico, fotovoltaico…) e, soprattutto, di gestire queste fonti in modo da mantenere allineato il consumo d’energia con la domanda. Domanda che va costantemente monitorata con strumenti che dicano esattamente dove, quando e in che misura avviene il consumo. In altre parole, si tratta di considerare l’energia come ogni altra materia prima della supply chain, che va quindi procurata, producendola o acquistandola sul mercato, nella misura richiesta dai programmi e dai cicli di produzione e alle migliori condizioni possibili. Con una differenza, però: siccome l’energia non si può immagazzinare in modo efficiente, domanda e offerta vanno gestite estremizzando i concetti del just-in-time, vale a dire, letteralmente in tempo reale. Su questi aspetti dell’efficientamento energetico si sono avute due testimonianze molto interessanti. La prima è stata quella di Salvatore Pinto, presidente e amministratore delegato di Egl Italia, società che fa parte del gruppo svizzero Axpo e che, nata con la liberalizzazione del mercato energetico italiano, nel 2012 prevede di fatturare oltre 6 miliardi di euro. Pinto ha illustrato come l’azienda abbia sviluppato un piano per integrare nelle attività di trading (usiamo questo termine perché le modalità con cui si vende e compra energia sono molto simili a quelle dei mercati finanziari) quelle di produzione, realizzando in Italia impianti eolici e centrali a ciclo combinato, che accoppiano cioè una centrale termoelettrica e una a gas, migliorando il rendimento globale. La seconda esperienza è stata esposta da Piero Rosina, direttore Technical Development & Investment di Ferrero. Per gestire la propria domanda energetica il gruppo di Alba ha costituito nel 2007 una società ad hoc, Energhe, la cui attività si esplica su tre linee: sviluppo di progetti per la produzione di energia elettrica e termica da fonti rinnovabili (solare, eolico, biomasse…) e convenzionali; trading di energia e di combustibili; sviluppo ed esecuzione di progetti per il risparmio energetico. Queste attività si possono integrare in uno stesso processo operativo. Nella centrale di Alba, ad esempio, il calore in eccesso recuperato dai forni delle linee di produzione è fornito al Comune di Alba che lo usa per alimentare un sistema di teleriscaldamento.
Siccome, al pari dell’energia elettrica, anche il calore non si può mettere in magazzino, è intuibile il ruolo fondamentale dell’It nel rendere fattibili queste operazioni elaborando in tempo reale grandi quantità di dati.

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