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FinOps: come gestire e controllare i costi Cloud

L’uso di una Digital Intelligent Platform si colloca al centro del modello Agile e aiuta le aziende a gestire in maniera ottimale la componente di spesa Cloud e IT, allineando desiderata ed esigenze di CFO e CIO

Pubblicato il 14 Dic 2022

finops

Gli ambienti IT aziendali stanno diventando sempre più complessi e contemplano un mix variabile di componenti On Premise, Cloud pubblici e privati gestiti spesso da provider diversi, con piani tariffari non sempre di facile comprensione.

Una delle principali preoccupazioni per le aziende che hanno intrapreso percorsi di migrazione dei propri ambienti tradizionali e legacy al Cloud è legata proprio alla difficoltà di stimare in modo puntuale i costi e l’utilizzo effettivo delle risorse virtualizzate da parte dei diversi centri di costo. “Le criticità sono molteplici” evidenzia Andrea Armellini, Chief Executive Officer di operaLogica. “La prima, e forse la più rilevante, è che in azienda ruoli diversi che hanno a che fare con il cloud spesso hanno percezioni completamente differenti rispetto a come quantificare i costi e legare i consumi alla singola applicazione, processo, Business Unit o cliente”.

FinOps, un linguaggio per far parlare CFO e CIO

Garantire una gestione interfunzionale e adattiva delle risorse è fondamentale per integrare la responsabilità finanziaria nel modello di spesa del Cloud. Un aiuto concreto in questo senso arriva da FinOps. Crasi di Finance e Operations, questa metodologia, di stampo Agile, permette di abbattere i confini che separano le linee di business allineando l’ottica più prettamente operativa e tecnologica della gestione delle risorse virtualizzate con gli aspetti finanziari.

Le diverse istanze potranno essere razionalizzate in un percorso che ottimizza costi, qualità e prestazioni del Cloud. Coinvolgendo i diversi team nelle decisioni di spesa fondate su processi decisionali Data Driven, le aziende potranno ottenere il massimo valore aziendale dalla nuvola, promuovendo percorsi di crescita sostenibile del business.

Il punto di partenza di questi percorsi di ottimizzazione sono i dati. “La parola chiave è granularità – puntualizza il manager – ed è per questo motivo che è importante dotarsi di strumenti che consentono di analizzare l’investimento sul Cloud con diversi gradi di profondità legati all’operatività tipica del contesto aziendale, scendendo fino al singolo servizio oppure applicativo”. Cosa non sempre facile.

FinOps, da dove si comincia

I tool FinOps permettono ai C-level di operare un decision making informato rispetto al corretto dimensionamento e mix di Cloud pubblico, privato e ibrido. Per tutta l’organizzazione c’è, invece, la possibilità di assicurarsi la massima trasparenza di gestione e risolvere quelli che sono i principali pain point, i “mal di pancia” che affliggono in particolare CFO e CIO:

  • Difficoltà a valutare correttamente le tariffe e stimare le fatture future
    La spesa Cloud è più dinamica e meno prevedibile rispetto al tradizionale modello On Premise. Ecco perché è fondamentale dotarsi di strumenti in grado di analizzare l’enorme quantità di dati che si generano rispetto ai diversi componenti di costo, prezzi e tariffe.
  • Incapacità di realizzare l’accountability (responsabilizzazione)
    La spesa per i servizi Cloud sovente è gestita in azienda direttamente dai diversi reparti, bypassando del tutto i tradizionali processi finanziari e di approvvigionamento. Questo rende difficoltoso monitorare centralmente l’evoluzione dei costi e attribuire correttamente la responsabilità del contributo dei singoli centri di costo alla spesa complessiva.
  • Scarsa trasparenza sui costi
    La possibilità di disporre di applicazioni e servizi che permettono di controllare in tempo reale la situazione e l’evoluzione di consumi e tariffe assicura maggior trasparenza e permette di realizzare scenari di efficientamento. Per esempio, lavorando sulla “mobilizzazione” della spesa IT relativa al Cloud dalla componente in conto capitale (CapEx) a quella operativa (OpEx).
  • Ottimizzazioni sporadiche e parziali
    L’ottimizzazione dell’utilizzo delle risorse Cloud e della spesa associata non è un esercizio una tantum. Deve, piuttosto, essere un impegno e uno sforzo continuo, gestito su più livelli – strategico e tattico – operato sia centralmente che a livello di singole linee di business e reparti.
  • Impossibilità di avere una vista unificata dei dati
    Le organizzazioni che adottano strategie multicloud spesso faticano a normalizzare e aggregare i dati sui costi e l’utilizzo delle risorse virtualizzate. Garantire un punto di vista unico – la cosiddetta SVoT, la Single Version of the Truth – è invece essenziale per potersi confrontare su un piano paritetico con il provider di servizi Cloud.

Allineare le metriche del Cloud agli obiettivi di business

I tool FinOps permettono di stabilire un punto di vista comune per i team Finance e IT, dal quale partire per identificare i possibili percorsi di ottimizzazione delle implementazioni Cloud, allineandole agli obiettivi aziendali di qualità, flessibilità e costi.

Un’ottica che, dalle parti di operaLogica considerano fondamentale per garantire l’efficacia degli strumenti in questo ambito e che ha ispirato lo sviluppo di una soluzione mirata: BePeople IT Financial Management.

“Pensata come un aggregatore di dati provenienti da fonti diverse, con logiche e processi già implementati in ottica FinOps, BePeople IT Financial Management si presta facilmente a essere impiegata nell’ambito del controllo dei costi del Cloud” spiega Armellini. “In realtà, però, la piattaforma estende l’applicazione della metodologia all’ottimizzazione di tutta la spesa IT, dalla gestione delle licenze alla valorizzazione di progetti, commesse e delle risorse a queste assegnate” conclude.

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