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Professioni Stem e divario di genere a scuola e in azienda, il punto di vista di CA Technologies

L’annuale ricerca realizzata da NetConsulting cube e promossa da CA Technologies conferma la scarsa presenza di donne negli ambiti lavorativi tecnico-scientifici, ma riscontra, d’altra parte, che si comincia a vedere nell’inserimento di competenze umanistiche (ancora preferite dalle donne) all’interno dei team tecnici la formula ideale per creare prodotti e servizi sempre più innovativi. Da qui il titolo dell’edizione della ricerca presentata quest’anno “Innovazione al femminile: tecnologia, cultura umanistica e creatività – Il futuro è Steam: Science, Tech, Engineering, Arts & Math”

Pubblicato il 26 Mar 2018

stem women

Crescita esponenziale della capacità di calcolo, passi da gigante nella robotica, valore dell’economia delle applicazioni in continua crescita. Michele Lamartina, Amministratore Delegato di CA Technologies Italia delinea un quadro dell’evoluzione tecnologica che si articola principalmente lungo queste direttrici, ma che ha un denominatore comune: la necessità di competenze digitali.

Secondo il Desi (Digital economy and society index della Commissione Europea) in Europa entro il 2025 ci saranno 8,2 milioni di nuovi posti di lavoro per cui serve preparazione in ambito Stem (science, technology, engineering, mathematics).

In tale scenario, appare inoltre evidente, sia a livello europeo sia nel contesto nazionale, un forte divario di genere data la scarsa presenza di donne preparate in queste materie.

Come ormai da tradizione, in occasione della Festa della Donna, CA Technologies e Fondazione Sodalitas hanno presentato la ricerca condotta da NetConsulting cube con l’obiettivo di comprendere quale sia la situazione attuale nelle aziende italiane rispetto al divario di genere che caratterizza le professioni e i ruoli Stem.

L’indagine ha coinvolto 110 tra responsabili delle risorse umane e direttori sistemi informativi di aziende e un campione di 210 studenti delle scuole superiori di Milano e Roma.

Nella ricerca è confermata, come l’anno scorso, la scarsa presenza di donne negli ambiti lavorativi tecnico-scientifici, una situazione che per il 72% dei Responsabili delle Risorse Umane si deve in larga parte alla scarsità di laureate in discipline Stem. E questo nonostante, proprio alle donne, vengano riconosciute una serie di capacità (specificatamente femminili) che generano valore aggiunto nei team dove sono impiegate (problem solving, propensione al team working, pensiero laterale, capacità oggi sempre più importanti anche in attività tecnico-scientifiche).

Per quanto riguarda le risposte degli studenti, anche quest’anno viene ribadita la forte diffusione di stereotipi di genere sul fronte delle propensioni personali: sebbene infatti il 70% dei ragazzi e il 59% delle ragazze intervistate affermino di non essere influenzati dai genitori nella scelta del percorso di studi e di carriera, il 23% delle ragazze dichiara di essere indirizzato verso una formazione umanistica (contro il 6% dei ragazzi) mentre solo al 12% viene suggerito un percorso di studi Stem (rispetto al 21% dei ragazzi). Spostando l’attenzione sulle propensioni personali, inoltre, solo il 30% delle ragazze ha risposto di sentirsi portato per la matematica (contro il 50% dei ragazzi) ammettendo di puntare maggiormente su buone capacità di esposizione (61%) e di scrittura (63%).

Risultati in linea con quanto emerso a livello di scuola superiore ciò che si ritrova nei dati relativi all’orientamento universitario: solo il 30% delle ragazze ha intenzione di intraprendere un corso di laurea Stem, contro il 53% dei ragazzi. A ciò si aggiunga che le ragazze che propendono per una scelta tecnico-scientifica si indirizzano soprattutto verso Medicina (88%, contro il 12% dei maschi) e Chimica (58% contro 42%), dimostrando scarso interesse per facoltà come Fisica (30%), Informatica (33%), Matematica (36%) e Ingegneria (39%), preferite dai colleghi maschi con percentuali anche più che doppie.

Novità 2018: da Stem a Steam, ecco le competenze umanistiche utili all’innovazione

“La pervasività della tecnologia nelle nostre vite – ha commentato Lamartina – evidenzia sempre più la necessità di figure professionali formate nel mondo tecnico e scientifico, ma anche di alcune risorse di affiancamento dotate di competenze e inclinazioni umanistiche e artistiche. Quanto emerge dallo studio risulta coerente con la crescente esigenza, da parte delle aziende, di creare innovazione”.

Rispetto alla passata edizione della ricerca, quest’anno è stato rilevato il ruolo che possono avere le competenze umanistico-artistiche per portare l’innovazione in azienda.

Nello specifico, secondo i Direttori dei Sistemi Informativi coinvolti nell’indagine, in futuro gli esperti in materia di cyber sicurezza, digital strategy, data protection, big data, data science e altre tecnologie innovative quali l’intelligenza artificiale e la robotica saranno sempre più affiancati anche da risorse con profili umanistici, primi fra tutti i laureati in filosofia, sociologia, antropologia, psicologia e design.

In altre parole, si comincia a vedere nell’inserimento di competenze umanistiche all’interno dei team tecnici la formula ideale per creare prodotti e servizi sempre più innovativi.

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