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Automation Fair: le sfide globali dell’industria manifatturiera raccontate da chi le vive ogni giorno

Carenza di manodopera, ambienti di produzione complessi, sostenibilità e profitto, convergenza IT e OT: il mondo dell’automazione ha molte sfide da affrontare ma altrettante risorse tecnologiche e possibilità da poter impiegare.

Pubblicato il 12 Gen 2023

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L’ultima edizione di Automation Fair si è svolta a Novembre presso il Centro Convegni McCormick Place di Chicago. Tre giorni intensi, durante i quali Rockwell Automation, l’azienda promotrice, ha riunito un intero ecosistema fatto di persone, produttori ed esperti intorno a un’area espositiva di tecnologie digitali e di automazione.

Tra esperienza e conoscenza, colmando un vuoto di tre anni dall’ultima edizione, l’evento ha portato una visione internazionale. Ha raccolto sfide e preoccupazioni di produttori e OEM, indicato casi d’uso e linee guida per affrontare il lungo cammino verso una trasformazione digitale post pandemica. “Abbiamo visto vent’anni di evoluzione della produzione in soli due anni” ha affermato Blake Moret, CEO di Rockwell Automation (immagine di copertina) ripercorrendo i cambiamenti che la crisi sanitaria ha causato a produttori e consumatori.

La mancanza di manodopera

La carenza di manodopera e di profili specializzati continua a essere un limite enorme, che rallenta e indebolisce la produzione manifatturiera mondiale. In America, circa il 25% della forza lavoro appartiene a ruoli manifatturieri di “vecchia scuola”. Secondo un recente studio di Deloitte, si prevede una insufficienza di oltre due milioni di lavoratori statunitensi entro il 2030. In media, nell’Unione Europea, il 16,7% delle aziende del settore manifatturiero è a corto di manodopera con punte che vanno ben al di sotto dei livelli pre-pandemici.

“La formazione interna è una forma di supporto che possiamo offrire ai dipendenti a vantaggio dell’azienda e dei nostri clienti” afferma Blake Moret.

Secondo Jimmy Etheredge, CEO di Accenture per il Nord America, la sfida non sta tanto nel catturare talenti, ma piuttosto nel trattenerli offrendo ambienti stimolanti e gratificanti. “Le aziende che operano nel mondo manifatturiero, sono sempre state abituate a preoccuparsi della sicurezza fisica. Ora occorre avere la stessa attenzione anche per una maggiore sicurezza mentale”.

Da sinistra: Jimmy Etheredge, CEO di Accenture per il Nord America e Blake Moret, CEO di Rockwell Automation

Riconoscere il burnout e favorire il benessere delle persone richiede un impegno che passa attraverso il dialogo e il coinvolgimento diretto, ma anche incoraggiando solide iniziative di diversità, uguaglianza e inclusione (DEI). Le donne rappresentano la metà della forza lavoro statunitense, ma detengono solo il 33% dei posti di lavoro nel settore manifatturiero.

Brian Marsh, Direttore senior della produzione digitale presso Nestlé USA, ha raccontato durante una sessione dedicata all’industria del food & beverage di aver creato per un dipendente un ruolo lavorativo ad hoc per trasmettere attraverso l’uso di video anche divertenti, le conoscenze sul lavoro. Un modo di connettere esperienze e avvicinarsi alle nuove generazioni.

Automazione e persone: la convivenza possibile

La strategia individuata prevede da una parte introdurre iniziative di formazione per attrarre la prossima generazione di lavoratori e connettere persone ed esperienze, dall’altra utilizzare la tecnologia per aiutare quelle stesse persone a migliorare prestazioni e produttività. In ogni caso, la centralità resta nella capacità umana di sostenere l’intero sistema.

Come ha sottolineato lo stesso Blake Moret, l’unico modo per incrementare la produttività attraverso processi di automazione efficienti e allo stesso tempo mitigare la carenza di manodopera è la semplificazione.

I sistemi industriali sono molto complessi. Introdurre nuove tecnologie senza aggiungere complessità e favorire ambienti di produzione agili è la strada giusta da percorrere secondo il Direttore Tecnico Rockwell, Cyril Perducat.

Cyril Perducat, Direttore Tecnico Rockwell,

Ambienti di produzione semplificati

In una nuova visione post pandemica “le aspettative del mercato non solo sono cambiate, ma sono in rapida evoluzione” ha sottolineato Tessa Myers, SVP e intelligent devices Rockwell Automation. La produzione dei vaccini in tempi brevissimi e l’introduzione di nuove linee per rispondere alla richiesta delle mascherine sembrano appartenere al passato, ma hanno accentuato un cambiamento che era già in atto.

Tessa Myers, SVP e intelligent devices Rockwell Automation

Il 64% dei consumatori vuole risposte rapide, in linea con le nuove esigenze, e di questo è consapevole l’80% dei dirigenti d’azienda. Nuovi prodotti, imballaggi diversi e più sostenibili richiedono una continua personalizzazione e velocità di adattamento. Innovazione e ricerca tecnologica devono tenerne conto.

Una parte del problema sta anche nella gestione dei sistemi di automazione obsoleti. Produttori e costruttori di macchine hanno bisogno di piattaforme di controllo moderne e collaborative. La strada intrapresa da Rockwell verso un unico ambiente di progettazione integrato, hardware e software, delle macchine industriali semplifica i processi ed elimina quei sistemi multipli che sembrano “silos industriali”.

Il cloud per far convergere IT e OT

Cresce così l’interesse dei produttori per tecnologie di interfaccia uomo-macchina (HMI). Si perfezionano partnership per produrre tecnologie di movimento a carrelli indipendenti su percorsi sia rettilinei che curvilinei, utilizzando un numero minore di componenti per ridurre i movimenti e il consumo energetico. Attraverso la simulazione e l’emulazione 3D, si creano sistemi basati su modelli digital twin (gemelli digitali) che dal mondo virtuale possono modellare e controllare asset fisici o l’intero comportamento di una macchina. Ma si pensa anche a creare librerie di funzioni e istruzioni pre-programmate per consentire agli utilizzatori, come ingegneri e sviluppatori, di non riscrivere l’intero codice: è l’ultimo framework lanciato durante l’evento dalla stessa Rockwell.

Si sviluppa software moderno combinato con la scalabilità del cloud, avvicinando l’industria ai dati per far convergere una mentalità IT con il mondo della tecnologia operativa (OT). La stessa Rockwell ha lanciato sul mercato una piattaforma SaaS che permette di gestire dispositivi edge.

Sistema integrato hardware software, e i robot sono italiani

I primi risultati della partnership tra Rockwell e Comau, la società di sistemi robotici con sede a Torino, erano visibili nella sala espositiva di Automation Fair.

Il vantaggio di uno sviluppo congiunto come ha spiegato Nicola Marino, Global Lead Comau permette l’utilizzo di un linguaggio di programmazione unico, componenti integrati e ambiente PLC (Controllore Logico Programmabile) unico per il controllo dei processi industriali.

“Se integro i robot ottengo una riduzione dei costi e vantaggio di installazione, evito doppio software fino a risparmiare spazio” ha affermato Nicola Marino.

Tecnologia Comau

Secondo il manager, questa convergenza è anche un modo per uscire dal mercato automotive su cui l’azienda si è a lungo focalizzata e seguire soluzioni di palletizzazione e depalletizzazione per l’industria alimentare o anche per guardare a nuovi trend, la logistica ad esempio, dove i carichi per l’automazione sono minori e le possibilità di applicazione sono pressoché infinite.

La sostenibilità che aiuta la produzione

La sostenibilità legata alla produttività è stata il vero paradigma dell’evento. Durante il suo intervento, Kevin Laczkowski, senior partner di McKinsey & Company ha parlato del Global Lighthouse Network nato in collaborazione con il World Economic Forum e la stessa McKinsey. Una rete, a oggi formata da 114 stabilimenti, dall’industria alla farmaceutica, distribuiti nel mondo che applicano tecnologie avanzate per promuovere la produttività attraverso un percorso di apprendimento condiviso.

Kevin Laczkowski, senior partner di McKinsey & Company

L’obiettivo è creare casi d’uso per sfruttare la trasformazione digitale e, allo stesso tempo, offrire sostenibilità, resilienza e produttività. Kevin Laczkowski ha calcolato che il 64% delle Lighthouses sono in grado di promuovere la sostenibilità attraverso il digitale, con un forte impatto rilevante sulla produttività. Una società di dispositivi elettronici di consumo ha ottenuto il 41% di riduzione del consumo energetico e il 16% di riduzione dei rifiuti materiali con una crescita del 40%.

Per Laczkowski “Il miglioramento della sostenibilità porta al miglioramento della produttività”. Uno dei settori dove questo binomio è uno stimolo perfetto per accelerare la produzione è quello degli imballaggi. Uno storico partner OEM Europeo di Rockwell che era presente all’evento è Pagès Group. L’azienda ha sviluppato un sistema di etichettatura a fibra stampata che mette l’etichetta sul prodotto finale (tutto sostenibile e compostabile) e tra i diversi vantaggi permette di massimizzare la produzione eliminando eventuali scarti.

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