Octo Telematics: quando l’IoT ‘svecchia’ i modelli di business

Estensione geografica, enablement di una piattaforma modulare, componibile e personalizzabile in grado di soddisfare le esigenze di un ecosistema che ‘ruota intorno’ ad ‘assicurato’ e ‘azienda assicuratrice’, rapporto diretto con i costruttori di autovetture e veicoli. Sono le direttrici del piano industriale di crescita di Octo Telematics, azienda che costruisce il proprio business sull’Internet delle cose in un settore, quello assicurativo, fino a pochi anni fa percepito come ‘old style’

Pubblicato il 06 Lug 2015

IoT, cloud, mobility, Big data analytics e sicurezza. In Octo Telematics gli ingredienti per accelerare la Digital Transformation delle aziende che operano nel settore delle assicurazioni (e nell’intero ecosistema che vi ruota attorno) ci sono tutti. “L’intuizione dei fondatori dell’azienda – spiega in una recente intervista a ZeroUno il Chief Business Integration Officer dell’azienda, Gianfranco Giannella – partì dall’analisi di una esigenza: far pagare all’assicurato ‘il giusto’, trovando il corretto bilanciamento tra offerta assicurativa e bisogni dell’utente”. Intuizione che si trasformò poi in idea di business grazie alla ricerca della modalità più efficiente per commisurare il costo del servizio di assicurazione dell’auto al comportamento e alle abitudini dell’utente. “L’idea iniziale seguì il principio del ‘pay as you drive’ (paga per quanto guidi), ma dalla seconda metà degli anni 2000 [l’azienda è nata nel giugno del 2002 – ndr] fu chiara la possibilità di trasformare le modalità di calcolo della polizza auto sulla base del comportamento del guidatore, ossia sulle sue abitudini durante la guida (‘pay how you drive’)”, spiega Giannella.

Gianfranco Giannella, Chief Business Integration Officer di Octo Telematics

Obiettivo raggiungibile solo attraverso un mix di tecnologie informatiche che, come anticipato, sono la rappresentanza concreta di quei quattro macro trend (IoT, cloud, mobility e Big data analytics, trasversalmente ai quali si colloca la sicurezza, elemento sempre più centrale nell’evoluzione della domanda) sui quali l’azienda ha sviluppato il proprio modello di business collocandosi sul mercato in qualità di insurance telematics service provider. “Dal punto di vista tecnologico, proponiamo alle compagnie assicurative un sistema hardware (prodotto da aziende partner), la cosiddetta ‘Clear Box’, e una piattaforma software sulla quale ‘modellare’ e ‘comporre’ diversi servizi telematici per compagnie assicurative, autonoleggio, flotte e case produttrici di auto/motoveicoli”.

Uno degli obiettivi primari del recente piano industriale di crescita definito dal board strategico, infatti, riguarda la penetrazione del cosiddetto “ecosystem”, ossia di tutti i segmenti di business‘paralleli’ al mondo assicurativo o che si intersecano con esso attorno alla vita del guidatore: “se nel mercato assicurativo ‘tradizionale’ il nostro sistema consente alle compagnie assicurative di avere dati e analisi dettagliate sul comportamento di guida di un utente tali da migliorare la gestione del rischio e applicare sistemi tariffari evoluti (che soddisfano anche il cliente/guidatore) – osserva Giannella -, nel segmento della gestione della flotta auto, la piattaforma diventa uno strumento di efficienza operativa nonché un sistema per proporre servizi aggiuntivi personalizzati (servizi di asset management, safety, supporto alla manutenzione dei veicoli ecc.)”. Questo è solo un esempio di segmenti verticali adiacenti a quello assicurativo ed ai suoi benefici, ma lo stesso concetto si applica a tutte le “adiacenze”: produttori di pneumatici, centri di riparazione, aziende petrolifere, catene di ristorazione autostradali, ecc. La “piattaforma” telematica supporta la nascita e la crescita di un ecosistema di questo tipo.

Discorso più specifico invece quello relativo un altro settore verticale dell’ecosistema, i costruttori auto. “Il device sarà sempre più un sistema built-in, integrato all’interno del veicolo già in fase di produzione/montaggio. Ecco perché ci troviamo a lavorare sempre più a stretto contatto con le case automobilistiche: tutte le esigenze di acquisizione dei dati per quelli che sono i nostri obiettivi di servizio inerenti il modello attualmente dominante (c.d. modello ‘after market’) devono essere riflessi anche nel modello built-in”, aggiunge e dettaglia Giannella il quale evidenzia, inoltre, l’importanza per l’azienda di sviluppare un piano di crescita anche attraverso l’espansione territoriale. Obiettivo raggiungibile mediante una penetrazione massiccia negli Stati Uniti, “che costituiscono un mercato dalle enormi potenzialità e su cui Octo è già uno dei più importanti player e nel mercato inglese, caratterizzato da alcune peculiarità strutturali (ruolo degli aggregatori, elevatissimo churn rate, etc) che richiedono alla telematica di giocare un ruolo più “disruptive” e di reale innovazione sul fronte servizi o processi per permetterne il definitivo decollo verticale” aggiunge il manager. “Dal punto di vista dell’offerta, lo sviluppo previsto dal piano industriale di crescita sarà implementato – riassume in conclusione Giannella – attraverso un processo di ingegnerizzazione e industrializzazione del ‘prodotto a componenti’ grazie al quale il cliente può modellare la propria piattaforma ‘componendola’ in modo personalizzato: la nativa integrazione di ogni singolo modulo tecnologico accelera tutte le esigenze di personalizzazione della soluzione. Essere un fornitore di prodotti standard sarebbe per noi ‘riduttivo’ e non ci permetterebbe di garantire al cliente la sua differenziazione e competitività; di contro, approcciare il mercato come un puro system integrator lavorando massivamente su ogni singolo progetto di personalizzazione risulterebbe una scelta economicamente insostenibile per i nostri clienti”.

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