La nuova scacchiera del mercato

Al di là delle rispettive dichiarazioni di leadership, cerchiamo di capire come stanno mutando i rapporti di forza e quali posizionamenti stanno indirizzando i principali player del segmento della business intelligence. Giro di opinioni tra le aziende

Pubblicato il 26 Giu 2008

Secondo Gartner il fatturato cumulativo dei vendor di soluzioni software per la Business Intelligence (Bi) ha toccato nel 2007 i 5,2 miliardi di dollari, che dovrebbero diventare 5,8 nel 2008, per raggiungere i 7,7 nel 2012, con un tasso di crescita composto annuo pari all’8,1%. Una crescita solida dunque, superiore a quella dell’It nel suo complesso – che nello stesso periodo dovrebbe aggirarsi attorno al 5,5% – ma inferiore a quella che si potrebbe forse avere in assenza di due fenomeni che hanno invece già incominciato ad influire in modo significativo su questo particolare mercato.
Innanzitutto il suo consolidamento – culminato con l’acquisto da parte di Oracle, Sap e Ibm, di tre dei maggiori player indipendenti del settore, Hyperion, Business Objects e Cognos – e poi la sua rapida ‘commoditization’, alla quale viene ormai attribuita buona parte delle motivazioni che hanno convinto le aziende acquisite ad accettare le offerte dei loro acquirenti. ‘Commoditization’ a sua volta culminata, almeno simbolicamente, con l’ingresso di Microsoft, il maggior vendor mondiale di ‘commodity software’, nel settore dei leader del quadrante magico di Gartner dedicato alle piattaforme per la Bi.
Fenomeni che stanno sicuramente dando una forte scossa al mercato della Bi e del Performance Management (Pi), al punto tale da far dire a un analista autorevole come Andreas Bitterer, Vice President Research di Gartner: “Questa è la fine della Bi come la conoscevamo”.
E così ZeroUno ha invitato sette delle aziende che compaiono nel quadrante magico di cui sopra, più un’ottava – già leader in quello dedicato al Data Warehousing ma che potrebbe presto entrare anche in quello della Bi – a una tavola rotonda ‘virtuale’, per cercar di capire se la valutazione di Bitterer è effettivamente condivisibile e, più in dettaglio, quali conseguenze la citata serie di acquisizioni potrebbe avere sullo specifico mercato, e fino a che punto le tecnologie e le soluzioni proposte dai diversi player potranno nel breve-medio termine ancora rispondere alle sue effettive esigenze.

Figura 1. Il Quadrante Magico di Gartner sulle piattaforme di Business Intelligence 2008. Fonte: Gartner 2008 (cliccare sull’immagine per visualizzarla correttamente)

Figura 2. Il Quadrante Magico di Gartner Data Warehouse Management System 2007. Fonte: Gartner 2007 (cliccare sull’immagine per visualizzarla correttamente)

Zerouno: In un mercato ormai polarizzato, le modalità con le quali i diversi vendor si affronteranno non potranno non cambiare. Quali saranno le nuove strategie e quali pensate che alla fine risulteranno vincenti?

Andrea Alfieri (Marketing Manager di Board International): A differenza dei nuovi grandi competitor con i quali ci dovremo confrontare, la nostra è un’offerta di prodotto e non di brand. Il concetto di piattaforma integrata per la Bi e il Pm, cui tutti sembrano aspirare, è alla base della nostra strategia fin dal 1994, data di nascita del nostro toolkit per la Management Intelligence. Una soluzione che abbiamo continuato a far crescere in modo organico, senza accatastare tecnologie e prodotti di diversa provenienza la cui integrazione, malgrado quello che si sostiene, viene spesso realizzata solo a livello di metadati, tecnica che induce una serie di problemi di cui gli utenti più evoluti sono ben consapevoli. Una soluzione dunque che copre tutte le aree dell’Information Management e che riteniamo continui a rappresentare un valore anche per quel che riguarda il livello di servizio che ci permette di offrire ai clienti.

Federico Della Casa (Country Manager di Cognos Italia): Se mi è consentita la battuta, la prima conseguenza positiva sarà che i Magic Quadrant di Gartner diventeranno più leggibili perchè conterranno molti meno pallini… Per quanto riguarda invece l’ipotetica strategia vincente, non è vero che tutti i grandi acquisitori si siano sempre preoccupati di integrare nelle loro piattaforme le tecnologie di cui erano entrati in possesso, che hanno spesso continuato a far parte di linee di prodotto separate. In questi casi la strategia, che potrebbe tranquillamente ripetersi, consiste semplicemente nell’andare dagli stessi clienti proponendo un listino contenente più prodotti. Una strategia che ha anche dato buoni frutti. Che cosa cambierà allora? Adesso è ancora prematuro dirlo. Lo vedremo meglio fra 12-18 mesi. Ritengo comunque che il successo arriderà sopratutto a chi saprà sfruttare le acquisizioni fatte per migliorare effettivamente la propria offerta.

Danilo Lissoni (Product Manager Sql Server & Business Intelligence di Microsoft Italia): Il fatto che Microsoft sia entrata a far parte del gruppo dei leader del Magic Quadrant di Gartner ha suscitato una certa sorpresa soprattutto perchè non è considerata un player storico della Bi, mercato nel quale ha incominciato ad operare in modo significativo solo nel 1999, con le prime soluzioni Olap di Sql Server. Microsoft, di fatto un vendor indipendente, è da sempre fautrice di una Bi di tipo pervasivo indirizzata in modo particolare, e coerentemente con la sua strategia ‘People Ready Business’, alle piccole e medie imprese e a tutte le persone che in esse lavorano, e non solo al management di alto livello. Microsoft, che nel tempo ha continuato a sviluppare la sua offerta in modo completamente autonomo, è oggi in grado di proporla a qualunque tipo di azienda, indipendentemente dalle sue dimensioni, dal settore verticale in cui opera, e dalle infrastrutture It già in essa presenti.

Francesca Giudice (Country Manager di Microstrategy): MicroStrategy è uno degli pochi player storici della Bi rimasti indipendenti dopo la scomparsa, per acquisizione, di quasi tutti i suoi maggiori competitor. I quali, nel breve-medio termine, saranno soprattutto impegnati a integrare i loro prodotti e le loro tecnologie in quelle dei grandi vendor che li hanno acquisiti, trascurando di conseguenza tutta la parte di innovazione e di soddisfacimento delle richieste provenienti dal mercato. Si verranno così a creare degli spazi che saranno riempiti da MicroStrategy con l’offerta di una piattaforma per la Bi assolutamente avanzata, scalabile, e basata su sistemi aperti, accompagnata da una serie di servizi eccellenti e dalla sicurezza di un’evoluzione stabile e sicura. A questo fine abbiamo messo a punto programmi aggressivi e competitivi di ‘replacement’ che propongono, ad ogni tipo di cliente coinvolto nelle acquisizioni, un modo semplice per passare dalla loro alla nostra piattaforma.

Alberto Bastianon (Sales Consulting Director, Business Objects South Europe and Middle East): Nella Bi, o in qualunque applicazione che intenda essere considerata aperta in termini di ‘deployment & scope’, è indispensabile fare in modo che i clienti possano impiegare qualsiasi sistema operativo, utilizzare dati provenienti da qualsiasi fonte, archiviare le informazioni con le modalità preferite. Le applicazioni di Bi devono insomma poter esistere in ambienti eterogenei ed aperti. Noi di Business Objects abbiamo sempre rispettato questo approccio, tipico delle nostre soluzioni, e non smetteremo di farlo anche in futuro. Non solo le nostre applicazioni continueranno a ‘girare’ on top alle soluzioni di altri vendor, ma intendiamo continuare a essere, così come lo siamo oggi, il numero uno su tutte le piattaforme, naturalmente con particolare attenzione all’integrazione con la piattaforma Sap.

Walter Lanzani (Direttore Marketing Sas): Per un vendor indipendente di applicazioni per la Bi è normale doverle integrare in ambienti eterogenei, per cui la sua capacità di farlo bene è stata sempre vista positivamente dal mercato. Le applicazioni e le tecnologie degli ex vendor indipendenti di Bi acquistati da Ibm, Oracle o Sap, con grande probabilità saranno molto più profondamente integrate con le piattaforme delle loro nuove case madri, per cui inevitabilmente si ridurranno le loro capacità di interoperare correttamente con sistemi eterogenei. Se prendiamo poi in considerazione, in modo più generale, le situazioni che si sono venute a create a seguito delle acquisizioni, l’impressione è che gli acquirenti non abbiano solo il problema del come integrare nuove tecnologie e nuovi prodotti, ma anche del come metabolizzare nuove competenze, culture, strategie e visioni commerciali molto diverse, il che richiederà inevitabilmente lunge fasi di rodaggio.

Enrico Durango (Direttore Information Management, Software Group di Ibm Italia): Per quanto ci riguarda l’integrazione di Cognos, poiché non esistono particolari sovrapposizioni come in Sap o in Oracle, si presenta assai più semplice e pulita. A differenza di Sap e di Oracle, Ibm non domina i processi, ma i dati, per cui l’integrazione potrà avvenire nel pieno rispetto degli investimenti già effettuati dai clienti, ai quali verrà lasciata la libertà di scelta per quanto riguarda gli altri componenti delle loro infrastrutture. E qui Cognos gioca un ruolo importante perchè l’infrastruttura è inutile se non permette di fruire meglio dei dati e delle informazioni.

Massimo Pellegrino (Vice President Semea di Teradata): È veramente difficile prevedere oggi quale potrà, o potranno essere le strategie vincenti, sia perchè troppe cose sono tuttora in movimento, sia perchè i diversi player stanno ancora pensando a come dovranno riposizionarsi sul mercato. In Teradata la strada che abbiamo scelto di seguire è quella delle partnership, tra le quali un carattere del tutto particolare assume quella che abbiamo stretto di recente con Sas, molto più forte di un puro accordo di tipo commerciale. Dal punto di vista dell’offering l’intenzione è infatti quella di muoverci in modo molto coordinato, analogamente a quanto stiamo facendo con le nostre attività di R&D. E poiché non vi sono sul mercato molti player aventi le dimensioni di Sas e Teradata che siano totalmente focalizzati sullo specifico settore, riteniamo di poter disporre in quell’ambito di una potenza di fuoco difficilmente uguagliabile anche dai nostri maggiori competitor.

ZeroUno: Le soluzioni che i diversi vendor di Bi propongono ai clienti sono strettamente legate alla loro storia, alle ‘visioni’ dei loro leader o fondatori, e ovviamente anche alle acquisizioni fatte nel corso del tempo. Tuttavia l’insieme delle tecnologie che vanno sotto il nome di Bi sono in continua evoluzione, così come i requirement provenienti dal mercato. Le dimensioni di Ibm, Sap, Oracle e le loro ‘tasche profonde’ potranno in futuro avvantaggiarle nel processo di innovazione.

Alfieri: Nel breve-medio termine una delle perplessità che queste megafusioni fanno sorgere consiste nell’evidente contrasto tra razionalizzazione e innovazione. Chi è impegnato a razionalizzare ben difficilmente riuscirà al tempo stesso ad innovare. Inoltre, magari con un po’ di cattiveria, si potrebbe anche far l’ipotesi che Ibm, Oracle e Sap si siano messe a comprare Bi, generando una sorta di effetto domino, proprio perchè nello specifico settore mancava loro la capacità di sviluppare e di innovare, ed hanno così dovuto far ricorso alle loro ‘tasche profonde’. Per quanto riguarda poi il futuro, non ci sembra che i nuovi competitor nati dalle megafusioni, anche dopo le razionalizzazioni e le inevitabili eliminazioni, dispongano di un’offerta in termini di Bi e di Pm così differenziante dal punto di vista dell’innovazione tecnologica e, se proprio vogliamo, anche della capacità di dare effettivamente seguito ai loro messaggi di marketing.

Durango: Cognos, a seguito dell’acquisizione da parte di Ibm, è entrata a far parte della sua divisione Information Management, e in particolare dell’iniziativa ‘Information on Demand’, il che ci consentirà di realizzare una piattaforma di Enterprise Content Management, appoggiata alla Soa, capace di indirizzare in modo integrato, modulare, e assolutamente innovativo, tutti gli aspetti riguardanti la gestione dei dati, trasformandoli in informazioni ad alto valore aggiunto, e rendendoli disponibili in modo rapido, flessibile ed economicamente efficiente. La tecnologia di Cognos deve quindi essere vista come il quarto componente fondamentale di questa iniziativa – dove gli altri tre sono il Data Server, il Data Warehousing e il Master Data Management – per cui il suo impiego potrà avvantaggiarsi anche di tutte le innovazioni che li riguarderanno.

Lissoni: Microsoft non ha fatto acquisizioni nel settore della Bi e del Pm perchè il suo modello di business le consente di disporre di tutte le risorse di cui ha bisogno per innovare in quell’ambito. Una sfida che Microsoft non affronta da sola ma appoggiandosi alla rete dei suoi partner. I diversi settori d’industria hanno esigenze e approcci completamente differenti alla Bi, e poiché non è possibile che Microsoft possegga tutte le competenze necessarie, il suo ruolo consiste nel fornire la necessaria tecnologia di base e tutta la relativa innovazione ai suoi partner specializzati, i quali la coniugano con la loro specifica esperienza consentendoci di arrivare sul mercato con offerte che rispondono in modo puntuale alle sue esigenze. Evidentemente anche Microsoft segue con la massima attenzione il mercato, investendo per capire che cosa succede nei suoi diversi settori di attività e raccogliendone i feed-back che vengono poi riflessi nello sviluppo dei prodotti.

Giudice: Nel mercato del software per la Bi, la vera battaglia, quasi indipendente dagli investimenti che possono mettere in campo le società di software, ha luogo tra innovazione basata sui sistemi aperti, e la convenienza della ‘single source’. E siccome è indubbio che i sistemi aperti offrano alle aziende e ai loro Cio i maggiori benefici, MicroStrategy continua a prediligere la logica ‘best-of-breed’ rispetto a quella ‘all-in-one’. Concentrandosi sul proprio core business provvede quindi direttamente all’estensione organica della propria piattaforma per la Bi, allargandone l’impronta tematica attraverso la collaborazione con aziende complementari altrettanto focalizzate. La flessibilità, l’innovatività e l’interoperabilità dei sistemi aperti garantiscono l’eccellenza della realizzazione di soluzioni articolate meglio delle soluzioni forzose, spesso ancora incomplete e immature, risultanti dal ‘mush-up’ di prodotti eterogenei.

Bastianon: Dall’acquisizione di Business Object da parte di Sap i clienti non potranno che ricavare importanti vantaggi. L’integrazione di alcune interessanti tecnologie che Sap ha sviluppato nel corso degli anni, quali alcune funzioni analitiche e alcuni motori di accelerazione, ci permetterà di presentarci sul mercato con un’offerta ancora più valida ed estesa. L’unione dei prodotti di Business Objects con quelli di Sap, e in particolar modo con la sua ‘business suite’ estremamente flessibile, basata su una piattaforma di processi di business che comprende non solo le migliori ‘business practice’ ma che permette anche di modificarli e adeguarli ai cambiamenti in tempi brevissimi, consentirà di realizzare, in ambiente unificato, un ciclo di trasformazione continuo in grado di supportare le modifiche e gli adeguamenti richiesti in modo ancora più efficace. Unendo infine i due portafogli prodotti potremo inoltre offrire a qualsiasi azienda nel mondo una maggiore visibilità.

Lanzani: Riguardo alla capacità e alla possibilità di innovare, penso che per i vendor indipendenti questo sia un momento interessante. La metabolizzazione da parte di Ibm, Oracle e Sap, delle aziende da loro acquisite è un processo che durerà parecchio tempo, per cui buona parte dei loro investimenti in R&D saranno prevalentemente dedicati all’integrazione delle rispettive tecnologie piuttosto che all’evoluzione dei singoli prodotti. E questo è un primo dato di fatto. L’altro è la diversa visione dei rispettivi leader. Quella di Jim Goodnight (Ceo di Sas – ndr) è da sempre orientata al dato e al suo valore, ed è attorno ad essa che ha sviluppato Sas. La visione di Oracle o di Sap è invece del tutto diversa. Il loro interesse per la Bi è dettato dal desiderio di completare la loro offerta e di guadagnare ulteriori fette di mercato, ma non dal fatto che vi credano in modo particolare. E se poi vogliamo parlare di soldi, è noto che Sas ha sempre investito in R&D il doppio di tutti gli altri vendor del settore…

Pellegrino: Io credo che esista una dimensione minima al di sotto della quale non è possibile essere competitivi, perchè è evidente che gli investimenti in R&D in questo settore di mercato sono piuttosto consistenti. Se però ci confrontiamo con competitor come Ibm e Oracle, anche se mi risulta difficile fare ipotesi solide in mancanza di dati affidabili, i loro specifici investimenti nel Data Warehousing ritengo siano paragonabili a quelli di Teradata, ma noi siamo probabilmente avvantaggiati dal fatto di essere completamente focalizzati su un unico business. Se poi uniamo i nostri investimenti in R&D con quelli di Sas, penso che ne risulti un totale superiore a quello di buona parte dei nostri competitor. Tuttavia continuo a pensare che per raggiungere i migliori risultati in termini di innovazione sia molto più importante la focalizzazione, la specializzazione, che non la dimensione complessiva dell’azienda. Ciò detto è altrettanto evidente che Ibm e Oracle sono attualmente i nostri maggiori concorrenti, e che continueranno sicuramente ad esserlo anche in futuro.

Per disallineamento con i tempi di chiusura di questo servizio, non è stato possibile avere le dichiarazioni di Oracle, la cui vision in tema Business Intelligence verrà peraltro approfondita nei prossimi numeri.

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