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La Digital Propaganda e i 3 rischi principali che comporta

Infowar e Digital Propaganda. Di algoritmi, fake news e strategie | Matteo Flora | TEDxTrento

Che cosa è la propaganda digitale? Come funziona e perché apre scenari nuovi e per certi versi inquietanti? Il parere di Matteo Flora dell’Università di Roma Tor Vergata

Pubblicato il 12 Gen 2018

Che cosa è la propaganda digitale? In cosa differisce da quanto siamo abituati a conoscere? Il concetto di propaganda non è nuovo, evoca ricordi non particolarmente positivi soprattutto se si pensa a come è stata utilizzata in momenti storici dove non vi era libertà di espressione e la comunicazione era soggetta a censure e interventi di Stato, ma, in generale, riguarda la diffusione di idee e informazioni con lo scopo di indurre a specifici atteggiamenti e azioni.

Oggi con il diffondersi della tecnologia il mondo è cambiato e anche la propaganda è diventata digitale, come spiegato in questo video da Matteo Flora, professore in Open Source Intelligence all’Università di Roma Tor Vergata, nonché fondatore di The Fool, società attiva nella reputazione online. Così, inevitabilmente, si sono aperti scenari nuovi.

Come vedremo, le tecnologie possono, con molta più facilità e immediatezza di quanto si potesse immaginare anche solo qualche decennio fa, amplificare il messaggio di pochi e arrivare a influenzare tantissime persone. E, soprattutto, riescono a farlo con un metodo incredibilmente più efficace di un tempo che è quello di offrire contenuti mirati, personalizzati, che i destinatari stessi sono disponibili non solo ad accettare ma anche a condividere, con tutti i rischi che questo comporta…

Primo fra tutti, propria la conseguenza del concetto di personalizzazione dei contenuti, ossia quella che Flora definisce la Filter Bubble. Ognuno tende a creare intorno a sé una bolla, che lo separa dagli altri che hanno interessi diversi, e dove l’individuo si isola con le cose che gli piacciono e solo quelle. Tra l’altro, quando una persona sceglie di entrare in una bolla (credendo erroneamente che quella sia la realtà) spontaneamente si espone alla ricezione di pubblicità relativa a tali interessi e vi interagisce, moltiplicando l’effetto della pubblicità stessa, il che rende decisamente più semplice il lavoro di chi fa comunicazione (e infatti proprio su questo i grandi media stanno scommettendo).
Ma i risultati dell’essere entrati in una bolla possono arrivare a essere violenti, quando si è abituati a pensare solo in un certo modo e ci si confronta solo con chi ha lo stesso pensiero, la paura del diverso si ingigantisce…

@RIPRODUZIONE RISERVATA

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