Attualità

5G e fotovoltaico: l’alleanza per una doppia transizione parte dai tetti

Pannelli e antenne interagiscono fisicamente tra loro, con risvolti sia positivi che negativi. ENEA lo conferma con un nuovo studio su cui fa leva per proporre una collaborazione virtuosa tra 5G e fotovoltaico, partendo dai tetti urbani. Un progetto che aspetta di essere sperimentato, per poi poter avere la risposta pronta quando l’UE controllerà la presenza di impianti sui nostri edifici pubblici

Pubblicato il 16 Gen 2024

Immagine di CoreDESIGN su Shutterstock

Apprendendo i nuovi esiti dell’indagare di ENEA sulle interazioni tra applicazioni digitali fotovoltaiche e antenne 5G, entrambe potenziali ospiti di tetti e infrastrutture di tutto il Paese, subito si teme possano andare a nutrire le argomentazioni di chi da anni si oppone alla diffusione di questa generazione wireless. In realtà, prima di tutto non viene svelata alcuna connessione rilevante in campo fisico, rispetto a quelle note. Ma soprattutto i progressi compiuti sul campo, sono presentati in chiave costruttiva e “collaborativa”: come afferma infatti Girolamo Di Francia, responsabile del Laboratorio ENEA di Sviluppo applicazioni digitali fotovoltaiche e sensoristiche del Centro ricerche di Portici (NA), “i due settori possano lavorare a supporto l’uno dell’altro”.

Due tecnologie nemiche-amiche

Per approfondire gli effetti della reciproca convivenza tra fotovoltaico e 5G, tra pannelli e frequenze mobile, i ricercatori hanno effettuato una mappatura del campo elettromagnetico senza e con la presenza di un piccolo impianto fotovoltaico. Ne è emersa una schermatura almeno parziale, legata all’effetto Faraday, “ragionando in termini di campo chiuso, anche se non lo è, data l’enorme differenza tra la piccola lunghezza d’onda considerata e il sistema intero” spiega Di Francia. Ciò significa che la propagazione del segnale affidato alle onde elettromagnetiche emesse dalle antenne 5G viene influenzato, potenzialmente creando quindi un disturbo di trasmissione.

“Se ciò accade con frequenze di alcune decine di gigahertz (GHz) come quelle in gioco con il 5G, probabilmente si verificherà anche con frequenze oltre il centinaio di GHz, quelle del 6G in arrivo” prevede Di Francia.

Segnali più omogenei grazie al fotovoltaico

Ragionando in chiave propositiva, questa evidenza diventa l’occasione per intervenire su un problema che affligge entrambe le generazioni wireless. Sono “ultrasensibili” alla presenza di ostacoli fisici interposti lungo la direzione di propagazione, cosa che a volte spinge gli operatori ad aumentarne la potenza, per compensare le perdite subite in tal senso.

In questo preciso contesto, il pannello fotovoltaico può diventare da “disturbatore” ad alleato. Si trasforma infatti in un elemento riflettore delle onde emesse dalle antenne, in grado di ottimizzarne l’orientamento, privilegiando la direzione più efficace. “In questo modo, la loro proprietà di schermaggio viene utilizzata per aiutare a omogenizzare la propagazione del 5G. Questa mossa potrebbe costituire un’alternativa all’aumento di potenza che alcuni operatori sono tentati di realizzare e che fino a oggi ha fatto sorgere alcune preoccupazioni nella cittadinanza.

“Un’attenta pianificazione dello sviluppo dei due settori può da un lato favorire l’accettazione della diffusione del 5G (e poi del 6G), e dall’altro spingere la diffusione di piccoli impianti fotovoltaici sui tetti, che oggi coprono meno del 10% delle aree disponibili del nostro Paese” commenta Di Francia, “rilanciando” una seconda idea: le small cell.

Si tratta di piccole antenne diffuse in grado di effettuare una emissione puntuale di onde con bassa potenza, non dannose quindi per le persone. Utilizzandole in modo massiccio, si può garantire una copertura 5G omogenea e puntuale in intere città. Oggi ciò non accade, perché non rappresenta una via economicamente sostenibile per chi ci dovrebbe investire e che è più “comodo” a installare una sola grande antenna che tante small. Causa burocrazia e permessi in primis.

Se le small cell andassero a braccetto con lo small fotovoltaico, però, dal punto di vista del business, oltre che della tecnologia e dell’ambiente, potrebbe risultare un progetto win-win. “Si potrebbero noleggiare i tetti agli operatori, partendo da quelli dei 300.000 edifici pubblici presenti sul territorio, a patto che installino anche il fotovoltaico oltre al 5G. Tecnologicamente non esisterebbe alcun ostacolo e ne guadagnerebbero tutti” spiega Di Francia. E precisa che “per il 6G varrebbe la stessa cosa, con un beneficio ancora maggiore per la connessione”.

Tetti in affitto per ospitare una sinergia tecnologica

Nei prossimi mesi, ENEA, in collaborazione con l’Università Federico II di Napoli, continuerà ad approfondire la natura e l’intensità dell’interazione tra fotovoltaico e 5G, vagliando diversi modelli di pannelli tra quelli presenti o in arrivo sul mercato. Sarà un inseguimento all’ultima innovazione tecnologica annunciata. Il vero inseguimento in corso, per ENEA, ha però per oggetto un sogno che appare sempre più realizzabile. Quello di avviare un progetto pilota che veda pannelli e antenne 5G “collaborare” in scala small sui tetti di un quartiere cittadino, con piccole celle supportate energicamente da fotovoltaico. “Sarebbe opportuno metterlo in campo per sviscerarne meglio le dinamiche e innescare un concreto lavoro con gli operatori del settore per capire gli effettivi problemi riscontrabili” spiega Di Francia, ben consapevole che “molto dipende da come viene recepita l’idea: la tecnologia non è un problema, a volte lo è il far accettare un cambiamento”.

In suo aiuto, arriva però l’Unione Europea che ha imposto di installare il fotovoltaico sugli edifici pubblici entro il 2025. “Mi chiedo se avremo soldi per introdurlo e anche per mantenerlo. Una soluzione sarebbe concedere l’usufrutto a costo zero di questi tetti agli operatori 5G, a patto che mettano anche pannelli fotovoltaici, oltre a piccole antenne. Sarebbe una risposta all’UE ma anche ai cittadini e alla necessità del Paese di ricevere una spinta allo sviluppo”.

Valuta la qualità di questo articolo

La tua opinione è importante per noi!

Articoli correlati

Articolo 1 di 4