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Le preoccupazioni del BYOD

La sicurezza degli endpoint prevale su quella degli ambienti mobile. In generale, c’è un maggior carico di lavoro per i team IT delle organizzazioni che implementano il BYOD. La perdita o il furto dei dispositivi sono la maggior preoccupazione. Tutto questo in un’indagine di Webroot

Pubblicato il 13 Nov 2012

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Gli effetti della tendenza a portare i propri dispositivi personali in azienda (BYOD) scoraggiano molte organizzazioni dall’attuare politicy formali per affrontare la questione a testa alta. La tendenza emerge da un nuovo sondaggio condotto dalla società di sicurezza statunitense Webroot.

Secondo il Webroot Business Mobile Security report, il 56,5% dei decision maker con responsabilità afferenti alla sicurezza degli ambienti mobile che operano in aziende che hanno deciso di implementare il BYOD ritiene che la gestione della sicurezza dei device dei dipendenti è una vera e propria sfida.

Webroot ha raccolto i risultati attraverso un sondaggio online condotto su un campione di 725 responsabili della sicurezza di endpoint e ambienti mobile negli Stati Uniti, Regno Unito e Australia.

“Il mix di computer portatili, telefoni cellulari e tablet – ha detto Armando Orozco, Analista Senior presso Webroot -, che operano su una pluralità di piattaforme e versioni diverse dello stesso prodotto ha creato pressioni sui CISO e i team di sicurezza IT, responsabili di dover trovare il modo per rendere sicuri tutti questi endpoint”. L’indagine ha rilevato che il 62% delle imprese con i dispositivi mobili di proprietà della società o di proprietà dei dipendenti segnala aumenti significativi nella domanda di supporto a livello di help desk per riparare, sostituire o gestire la sicurezza degli smartphone e dei tablet in azienda.

Le sfide complicate del BYOD possono dissuadere alcune aziende dall’implementare una qualsiasi policy di sicurezza. Il 56% degli intervistati ha dichiarato di essere molto o estremamente preoccupato per le minacce ai dispositivi mobili, ma di non aver intenzione di attuare una policy di sicurezza specifica.

Anche la conformità alle normative non è un sufficiente per motivare le imprese ad agire: il 31% del campione si dice preoccupato dalle questioni relative alla conformità alle normative di settore, ma non ha intenzione di adottare un programma specifico per la sicurezza mobile. Inoltre, il 31,6% sostiene che il risparmio in termini di costi e produttività legato all’opportunità di consentire ai dipendenti di utilizzare i propri dispositivi personali mobili al lavoro supera i rischi relativi alla sicurezza.

“Una delle maggiori preoccupazioni per i professionisti IT è l’eventualità della perdita dei dispositivi”, ha detto Orozco. Questa preoccupazione è ben consolidata. Nel sondaggio, i partecipanti hanno identificato quello dei dispositivi smarriti o rubati come il timore più comune e ben il 43,5% dei decision maker sostiene che la propria organizzazione ha dovuto affrontare questo problema nel corso del 2011. Lo scorso anno, il 60,2% delle aziende ha dovuto investire in risorse IT aggiuntive per riuscire a gestire la sicurezza degli ambienti mobile, mentre il 55% ha sostenuto che la produttività dei propri dipendenti è diminuita a causa delle minacce relative a mobile malware e simili.

I responsabili della sicurezza mobile delle organizzazioni che hanno implementato controlli di sicurezza specifici risultano più preoccupati in relazione alle minacce agli ambienti senza fili. Nel complesso, la sicurezza degli endpoint è valutata come una priorità maggiore rispetto alla sicurezza degli ambienti mobile, con il 79,6% del campione che la giudica una priorità rispetto al 48,9% di chi sostiene che la principale preoccupazione debba essere la sicurezza degli ambienti mobile.

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