News

SOS Energia per i data center europei

I prezzi e la disponibilità di energia “buona” e green preoccupano i data center europei. Non hanno alcuna intenzione di deludere il mercato e lanciano un segnale di allarme chiaro, esplicito e anche prevedibile. Un report lo coglie e suggerisce soluzioni implementabili anche subito

Pubblicato il 22 Mag 2023

data-center-resize

Considerati energivori e inquinanti come pochi altri settori IT, ma anche fondamentali, i data center sono sempre più preoccupanti. Per sostenere la crescita di dati esponenziale a cui li sottoponiamo, necessitano di energia affidabile e a basso costo e non sanno dove trovarla. Il grido d’allarme emerge da un report di Aggreko, società UK che opera nel settore dell’energia elettrica.

Le preoccupazioni europee, in sette Paesi diversi

Secondo i ricercatori, il settore dei data center in Europa starebbe arrancando. Non trova le risorse necessarie per “tirare avanti”, rispettando le aspettative del mercato. Quando e se le trova, hanno prezzi esorbitanti.

Dando ascolto a 700 professionisti dei data center in sette Paesi europei, la ricerca individua tre principali criticità. La prima riguarda il ben noto aumento dei prezzi dell’energia che ogni settore sta rilevando. A questa evidente problematica, si aggiungono le fragilità della supply chain e l’aumento dei consumi legato al mantenimento dell’attività.

Queste tre sfide sono trasversali, ma tra i Paesi interessati dall’indagine emergono interessanti differenze che ci interrogano sui diversi modelli di consumo di energia. A quanto riportato, per esempio, Paesi Bassi, Irlanda, Norvegia, Svezia e Germania sono preoccupati per la loro capacità di soddisfare la domanda di energia delle loro strutture nei prossimi cinque anni. I francesi appaiono più ottimisti mentre nel Regno Unito la maggiore preoccupazione, oltre che la possibilità di accesso e approvvigionamento, riguarda i prezzi dell’energia. Secondo il report, sarebbero quasi il doppio di quelli degli Stati Uniti.

All’unanimità viene rilevata anche una sensazione di disorientamento, legato alla generale mancanza di strutture e di soluzioni chiare e immediate. È veramente così?

Le soluzioni rinnovabili sono realizzabili

Una strada ci sarebbe, per affrontare le problematiche segnalate dai data center europei, e forse anche più di una. Lo si legge nel report stesso che suggerisce, per prima cosa, un maggiore utilizzo delle batterie e della generazione ibrida. Il fine sarebbe quello di ridurre la dipendenza di ogni struttura dalla rete, trovando un equilibrio tra potenza, sostenibilità ed efficienza. Una sfida non affatto banale, soprattutto perché non nuova per il settore. È da mesi, se non anni, che si prova a lavorare in questa direzione e grandi risultati non sono ancora stati raggiunti. Lo si può affermare senza considerare le performance dei Paesi Nordici che, con le loro temperature, giocano un’altra partita. Grazie alle condizioni climatiche a cui sono sottoposti, infatti, spesso possono risparmiare sugli impianti di raffreddamento. Questo gioca a loro favore, quanto a consumi di energia, ma va ammesso il loro merito quanto alla qualità delle fonti. Negli anni, hanno infatti saputo spostare i rifornimenti verso le rinnovabili. Un esempio virtuoso è la Svezia che ricava la maggior parte della sua energia dall’idroelettrico, dal nucleare e, in misura crescente, dall’eolico.

Per non pagare sulla propria pelle l’inevitabile e continuo aumento dei costi dell’energia, i diversi operatori starebbero anche studiando schemi di risposta alla domanda (DSR). Si tratta di soluzioni che spingono i clienti a modificare il proprio comportamento di consumo sulla base di segnali provenienti dal gestore. Per esempio, durante un evento DSR, un data center potrebbe spostare una parte del suo carico su batterie o generatori in loco.

Al momento i sistemi DSR sono ancora relativamente inutilizzati in Europa ma rappresentano una grande opportunità per i data center. Un’altra potrebbe essere semplicemente quella degli aggiornamenti di apparecchiature di alimentazione, UPS, trasformatori e quadri elettrici. Tutti interventi mirati a migliorare il PUE (Power Usage Effectiveness).

Lo stesso report li consiglia, oltre a suggerire altre strade quali l’utilizzo di sistemi di alimentazione di backup più ecologici, tra cui sistemi di batterie modulari e generatori bio-diesel di fase V. Un suggerimento che alcuni stanno seguendo, per lo meno a parole. Numerosi data center, infatti, hanno recentemente annunciato il passaggio a forme di alimentazione di backup più efficienti o più ecologiche. Tra le più gettonate, condizioni al contorno permettendo, vi sono le celle a combustibile a gas idrogeno, i generatori a biodiesel o persino dei piccoli reattori nucleari (SMR) previsti in un sito svedese.

Valuta la qualità di questo articolo

La tua opinione è importante per noi!

Articoli correlati

Articolo 1 di 4