Nasce HP-Eds, secondo player di servizi It. Analizziamo le prospettive

Hp acquisterà entro fine anno Eds, diventando così la seconda società al mondo, dopo Ibm, di servizi it. Un segnale di come si stia spostando la domanda di tecnologia e di come vada riconfigurandosi il mondo dell’offerta. Ne parliamo con un analista della società di ricerca Ovum

Pubblicato il 25 Giu 2008

LONDRA – La notizia è di quelle che scuotono il mercato dei servizi It, di cui è assiomatico affermare che è in consolidamento – ma in cui in fondo e ben diversamente dal software, negli ultimi anni si sono visti pochi grandi merger, del resto limitati alla fascia dei  player medi.  Il 13 maggio scorso, chiudendo una trattativa  oltretutto rapida e senza grandi fughe di notizie, Hp ed Eds hanno annunciato “di aver firmato un accordo definitivo in base al quale (entro la seconda metà di quest’anno) Hp acquisterà Eds al prezzo di 25 dollari per azione, o un valore di circa 13,9 miliardi di dollari”. Non potevamo, su un’operazione di questo calibro, non approfondire le prospettive. Lo abbiamo fatto intervistando Phil Codling, Principal Analyst, Ovum:

ZeroUno
: Dunque Hp  “mette la freccia” per sorpassare Ibm Global Services nei servizi It e nella consulenza business?
Codling: No, però diventa l’indiscusso numero 2. L’aggiunta di Eds (fatturato 22,1 miliardi di dollari nel 2007) più che raddoppia le dimensioni del business servizi Hp, portandola a oltre 38 miliardi di dollari, (e 210.000 dipendenti) sempre inferiore nei servizi a Big Blue, un colosso da 54 miliardi di dollari. Una rivoluzione comunque dello scenario in un’industria abituata ad una solitaria leadership di Big Blue rispetto al gruppone dei concorrenti.

ZeroUno
: Nasce il business group “Eds, una compagnia Hp”, con headquarter separato, a Plano, Texas. Come si posizionano le due organizzazioni?
Codling: Che i business group siano fra loro remoti non è un problema nelle grandi corporation. Quello che si sa è che il gruppo Consulting & Integration di Hp almeno all’inizio rimane separato dall’omologa forza lavoro Eds, cedendole solo il business in outsourcing, non i contratti di esecuzione diretta presso Clienti. Una decisione che leggiamo come di breve periodo, dato che razionalizzazione ed efficientamento dovrebbero spingere per un “pool” di forza lavoro unica, al servizio sia di progetti Cliente che di operazioni in outsourcing. Un pool in presa diretta su servizi business, ma che evidentemente dovrà mantenere il collegamento con le divisioni Hardware e Software di Hp, per i servizi legati ai prodotti.

ZeroUno
: E come si armonizzeranno le due forze lavoro nei servizi It? La razionalizzazione significherà tagli?
Codling: Se Mark Hurd deve provare i benefici di lungo termine agli azionisti, ci aspettiamo inevitabilmente riduzioni, ma non tanto nella forza operante su progetti Clienti e outsourcing, dove il problema sarà semmai trattenere gli skill, quanto nel back-office (Amministrazione, Personale) e soprattutto nella razionalizzazione dei Data Centre.

ZeroUno
: Trattenere gli skill…sarà la componente Eds o quella Hp ad avere più problemi nel pool comune?
Codling: Il lato Eds dovrebbe vedere un incremento di scopo nelle proprie attività, che potranno sfruttare come captive tutto lo spazio Hp. La transizione sarà critica probabilmente più per il personale di provenienza Hp, che si percepirà inquadrato nell’organizzazione Eds. Un caso di successo cui far riferimento c’è, l’acquisizione da parte Ibm di Price Waterhouse Consulting Company (Pwcc), in cui Ibm è riuscita, con una politica di grande attenzione al personale, nella strategia di ritenzione degli skill.

ZeroUno
: Ma adesso Eds, come Pwcc ai tempi, di colpo non è più “agnostica” rispetto ai grandi fornitori. Cosa cambia per il Cio, in trattativa o con contratti o servizi in corso?
Codling: I tempi sono anche cambiati. Un consulente in trattativa sa di dover essere totalmente agnostico e di dover ragionare in termini di partnership, magari decennale col Cliente. Piuttosto un Cio che si trova con  contratti in essere con entrambe, magari pluriennali, può trovarsi nella posizione di chiedere qual è la sua parte di beneficio dal merge, in termini di rinegoziazione dei contratti stessi.

Valuta la qualità di questo articolo

La tua opinione è importante per noi!

Articoli correlati