Il caso Ing: Legacy, Private e ‘Community’ Cloud

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Il caso Ing: Legacy, Private e ‘Community’ Cloud

Un interessante progetto cloud internazionale raccontato all’Idc Cloud Symposium da Albert Von Veen, Cio di Ing, il gruppo finanziario olandese del ‘Conto Arancio’

Pubblicato il 15 Mag 2012

di Daniele Lazzarin

Tutto è iniziato nel 2008: “Avevamo troppi data center (16 solo in Olanda) obsoleti, saturi e inefficienti, architettura frammentata e processi lenti, con costi del 24% superiori alla media di mercato”, racconta Albert Von Veen, Cio di Ing, il gruppo finanziario olandese del 'Conto Arancio'. Una prima fase di interventi ha ridotto i data center a 13, virtualizzato oltre 6000 server e 350 applicazioni, e nella funzione It ha tagliato del 35% il numero di manager e creato nuovi team di supporto diretto ai clienti interni e processi di delivery.

“All’inizio del 2011, nuove pressioni dal business hanno innescato un’altra fase di interventi: abbiamo creato una private cloud, ridotto a 6 i data center e continuato la virtualizzazione di server, desktop e applicazioni”. Ora la priorità, continua Von Veen, è trovare partner forti, “perché l’It interna non può fare tutto da sola: deve diventare un broker di servizi esterni e interni”. Poi avverrà il passaggio a un ambiente cloud ibrido, basato su due nuovi data center ‘green’, nessuno dei quali è di Ing: “Ciascuno ha tre aree: una per i nostri legacy system legati al core business, una affidata a un consorzio che gestisce il nostro private cloud e una per il community cloud”. Il regolatore comunitario europeo infatti, conclude Von Veen, non intende autorizzare le banche a usare servizi public cloud: “Preferisce il concetto delle ‘community cloud’ settoriali, nel caso delle ‘financial cloud’”.

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Daniele Lazzarin

Ingegnere gestionale (Politecnico di Milano) e giornalista professionista dal 1999. Scrivo di progetti di digitalizzazione nelle aziende e business application.

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