La rivoluzione digitale sta obbligando le imprese a cambiare il modo di concepire l’IT aziendale, modernizzando l’infrastruttura, realizzando un’organizzazione data-centrica ed erogando servizi IT più flessibili. Un nuovo approccio all’architettura IT aziendale sta quindi emergendo come indispensabile, per tenere il passo con il crescente volume delle informazioni da elaborare e per aumentare l’efficienza delle risorse infrastrutturali e il loro grado di orchestrazione. Entro il 2019, secondo le previsioni di IDC, l’esigenza di maggiore agilità, efficienza e integrazione spingerà le aziende che si stanno trasformando digitalmente a migrare oltre il 50% della propria infrastruttura IT (centrale e periferica) a un modello software-defined.
Se le tradizionali architetture data center si sono rivelate adeguate fino a qualche tempo fa per gestire ambienti on-premise caratterizzati da applicazioni client/server, storage fisico e reti on-site, le cose sono sensibilmente cambiate con l’avvento delle nuove generazioni di applicazioni che – risultando virtualizzate, containerizzate o basate su cloud – richiedono maggiore agilità, automazione e gestibilità. Da silos di tecnologie e processi si sta quindi passando a sistemi convergenti e ambienti cloud ibridi disegnati per scalare sia verso l’alto sia orizzontalmente per supportare nuovi workload e garantire più controllo e flessibilità, senza impattare sui costi.