Dall’ottimizzazione dei costi a valore per il business

Il mercato dell’it outsourcing è ormai maturato. Lo affermano sia Forrester sia Gartner,
e quest’ultima sottolinea che da una recente indagine ben il 41% degli intervistati indica come motivazione principale nell’utilizzo di servizi di outsourcing il miglioramento dei risultati di business

Pubblicato il 28 Lug 2008

L’outsourcing dell’It va alla grande. Lo dice Gartner (www.gartner.com), lo conferma Forrester (www.forrester.com). Da un’indagine svolta da Gartner su 750 executive It di aziende utenti e provider di servizi It in outsourcing in Nord America, Asia/Pacific ed Europa emerge un prima tendenza molto interessante: se è vero che controllo e riduzione dei costi rimane al primo posto tra le motivazioni per utilizzare questo tipo di servizi per il 47% degli intervistati, ben il 41% indica come motivazione principale il miglioramento dei risultati di business mentre in un’analoga indagine del 2005 questa percentuale non superava il 28%. Una chiara indicazione, quindi, di un fenomeno sempre più visto in una dimensione “di maggior respiro” rispetto alla semplice convenienza economica.
“Le motivazioni legate all’ottimizzazione dei costi rimangono forti, ma l’aumento di coloro che vedono nell’It outsourcing uno strumento per migliorare il business è un segno di una maturità del mercato che crea grandi opportunità per i provider di questo tipo di servizi”, ha detto infatti Allie Young, vice president e distinguished analyst di Gartner. “Oltre alla competitività sul lato costi, i provider devono quindi promuovere una visione dell’outsourcing che accentui gli impatti positivi sul business potendo far appello a un compratore maturo che si aspetta da questi servizi un maggiore valore e non semplicemente un risparmio”.

Ottime le prospettive per i prossimi due anni
E ottime sono le prospettive per i prossimi due anni: a livello globale l’88% delle organizzazioni prevede un utilizzo moderato o alto dell’outsourcing contro il 67% che lo utilizza nel 2007; da un’analisi più puntuale risulta che le aziende Nord Americane prevedono, nell’89% dei casi, un utilizzo moderato o alto di questi servizi (il dato 2007 è del 67%) mentre sembrano leggermente più prudenti le organizzazioni di area Emea e Asia/Pacific dove l’85% (62% nel 2007), nel primo caso, e il 90% (73% nel 2007), nel secondo, pensa di mantenere lo stesso livello o di aumentarlo nei prossimi due anni.
Dane Anderson, research director di Gartner, dà un consiglio ai provider di servizi di outsourcing: “Gli It outsourcer devono osservare con molta attenzione il cambiamento che si sta verificando nelle esigenze manifestate dalla domanda, vigilando sui nuovi obiettivi della richiesta nei confronti di questi servizi puntando, nella propria offerta, non tanto sulla riduzione dei costi bensì offrendo risposte alle grandi aspettative degli utenti in termini di miglioramento e ottimizzazioni delle attività di business”.
Gli inibitori? L’indagine segnala che per le aziende del Nord America e dell’area Asia/Pacific sono le problematiche connesse a sicurezza e privacy mentre in Emea è il timore di perdita di controllo di un’area ormai sempre più strategica come l’It.

Ma l’Italia è fanalino di coda
Dati più precisi sul fatturato e sulla scomposizione dei diversi servizi, in area Emea, ci vengono da Forrester Research che evidenzia come nel 2007 sia aumentato il numero dei conttratti di outsourcing (341 contro i 304 del 2006), ma ne sia sensibilmente diminuito il valore complessivo: 21 miliardi di euro spesi nel 2007 contro i 30 del 2006.
Al fine di una corretta valutazione e dimensionamento del fenomeno, precisiamo che Forrester ha analizzato in modo specifico i grandi contratti di It outsourcing, con valore di oltre 10 milioni di euro, da 25 It service provider attivi nel periodo analizzato su 16 paesi.
In vetta alla classifica, come nel 2006, le aziende con sede nel Regno Unito con quasi la metà di tutti i contratti firmati in Emea. Le aziende tedesche, svizzere e olandesi (e queste ultime in particolare nel terzo trimestre soprattutto nel segmento del Business Process Outsourcing) mostrano un’attività a pieno ritmo, che porta questi paesi a posizionarsi al secondo, terzo e quarto posto. Ulteriori buoni risultati prevengono dai paesi nordici, che hanno mostrato una crescita significativa; Svezia, Finlandia, Norvegia e Danimarca.
Secondo Forrester, questi numeri riflettono l’elevata maturità dell’outsourcing nei paesi del Nord Europa. L’Italia si trova tra gli ultimi posti nella graduatoria relativa al numero di contratti, a dimostrazione del fatto che il mercato dell’outsourcing nel nostro paese è ancora in una fase iniziale.

Nel 45% dei contratti servizi di infrastruttura
Il report di Forrester fornisce alcuni altri interessanti indicatori: aumenta il numero di servizi forniti con ciascun contratto; il 68% dei contratti chiusi nel 2007 sono nuovi mentre nel 2006 erano il 66%, evidenziando un rallentamento nei rinnovi. Il settore Finance è quello con i contratti di valore più elevato. Analizzando i servizi per tipologia (figura) l’outsourcing delle infrastrutture ha continuato a fornire significativi ritorni ai vendor, il 48% di tutti i contratti include servizi di infrastruttura.
I servizi di helpdesk e di supporto crescono significativamente mentre crollano i servizi di telecomunicazione e reti; i contratti relativi ai servizi desktop sono anch’essi aumentati considerevolmente (31%).
Per quanto riguarda i settori merceologici, i servizi finanziari e assicurativi hanno mostrato una forte crescita, superando in numero di contratti, nel secondo trimestre 2007, il settore governativo, che però è toranto capolista nel trimestre successivo; le aziende di utilities, trasporto e logistica hanno mostrato più interesse verso l’outsourcing, mentre le industrie manifatturiere hanno perso quote.

Tipologia di servizi offerti nei contratti outsourcing
fonte: Forrester Research, Inc

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