Sicurezza

Amadori si apre al Web 2.0 introducendo una nuova sicurezza pervasiva

Per aprirsi alle nuove frontiere del Web 2.0 e per far fronte a minacce sempre più evolute in particolare sui servizi aziendali online, Amadori ha ritenuto necessario aumentare il livello di sicurezza della propria infrastruttura IT. Come? Diversificando le strategie di sicurezza proteggendo l’azienda, i dati e i dipendenti in mobilità attraverso una strategia basata sulla tutela del Web

Pubblicato il 13 Nov 2015

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Amadori è uno dei leader nel settore agroalimentare italiano, azienda innovativa e punto di riferimento per i piatti a base di carne. Nato a San Vittore di Cesena quarant’anni fa, il Gruppo, con un fatturato di oltre 1,2 miliardi di euro nel 2014, è presente oggi sul territorio nazionale con 6 stabilimenti industriali, 19 filiali e agenzie, e può contare sulla collaborazione di circa 7200 lavoratori. Alla base del successo di Amadori c’è la scelta di gestire direttamente l’intera filiera integrata che consente un controllo diretto e certificato di tutte le fasi produttive: selezione delle materie prime, allevamenti, incubatoi, mangimifici, stabilimenti di trasformazione, confezionamento e distribuzione.

Web 2.0 in sicurezza per garantire la business continuity

Per aprirsi alle nuove frontiere del Web 2.0 e per far fronte a minacce sempre più evolute in particolare sui servizi aziendali online, Amadori ha ritenuto necessario aumentare il livello di sicurezza dell’ infrastruttura IT.

Eravamo già a un livello soddisfacente sia sui client sia sul gateway – Gianluca Giovannetti, Chief Information Officer, Amadori -, per quanto riguarda l’antivirus, l’antispam e il controllo della navigazione. Il problema, su cui sentivamo la necessità di intervenire, era che tutti questi sistemi erano basati sullo stesso motore antivirus. Riteniamo invece che avere due motori di scansione differenti sul perimetro e sui client aumenti il livello di sicurezza dell’infrastruttura“.

Ma non c’era solo questo. Molti utenti aziendali manifestavano la necessità di poter lavorare liberamente anche in mobilità, accedendo alla rete anche dall’esterno del perimetro aziendale, magari attraverso hot spot pubblici in aeroporti o altri luoghi poco protetti.

Sul versante del reparto IT invece, si era manifestata l’esigenza di ridurre il carico di lavoro derivante dalle attività di controllo sulla navigazione e sulle email, abbattendo il numero di chiamate all’helpdesk IT e liberando risorse per attività più evolute.

Un vero progetto di sicurezza integrata

Nell’estate del 2009, il Gruppo Amadori ha deciso di valutare nuove soluzioni per differenziare i propri sistemi di sicurezza. È stata così avviata una fase di pilot in cui sono state prese in considerazione le offerte di tre vendor differenti. Gli obiettivi erano molteplici: sul lato mail, eliminare lo spam senza necessità di intervento del reparto IT, garantirsi una maggiore sicurezza generale sulle email, fornire agli utenti la possibilità di gestire in maniera indipendente e autonoma le mail finite in quarantena (soprattutto per il problema dei falsi positivi, erroneamente bloccati); alzare i livelli di automazione e quindi di efficienza, attraverso una soluzione di sicurezza più dinamica.

Siamo partiti nell’agosto 2009 e abbiamo deciso di testare, fra gli altri, Forcepoint – aggiunge Francesco Fabbri, Chief Security Officer, Amadori -. Questo perché Gartner la indicava nei suoi report come leader in ambito del controllo dei contenuti web. Così abbiamo deciso di provare, anche su consiglio del nostro system integrator VEM sistemi. Il testing è durato un mese, sia per la parte di appliance per la web security sia per il servizio di cloud mail. Devo dire che Forcepoint si è rivelata all’altezza della situazione“.

La scelta è dunque caduta su Forcepoint appliance, con Forcepoint TRITON Web e Email Security. La scelta di un unico fornitore per tutte le esigenze strategiche ha permesso all’azienda di consolidare la sicurezza, riducendo il TCO e i costi di gestione.

Grazie all’integrazione di Forcepoint, che scansiona quotidianamente Internet e analizza un miliardo di contenuti al fine di ricercare proattivamente le minacce, la soluzione scelta da Amadori é in grado di bloccare minacce conosciute, e non, nel giro di pochi minuti dalla loro scoperta. In quanto gateway web che sfrutta un sistema operativo ottimizzato per l’analisi del traffico e dei contenuti web, questa soluzione consente una gestione centralizzata a livello di sicurezza web, proxy e cache e il controllo sulle applicazioni in modo da proteggere l’azienda nel mondo del web 2.0.

In poche parole, Amadori è ora in grado di analizzare in tempo reale i siti web, aprendo le porte alle informazioni utili e lasciando fuori quelle dannose. Sfruttando TRITON Email Security, l’azienda oggi si protegge da spam, minacce Web 2.0 e tutte quelle minacce che si ritrovano in più del 90% delle mail.

Forcepoint TRITON Email Security elimina lo spam e il malware prima che raggiungano la rete aziendale. Il modello cloud fornisce sicurezza centralizzata comprensiva di ridondanza, failover e business continuity, semplificando inoltre l’amministrazione e ottimizzando i costi operativi della rete e la pianificazione della capacità. Completata da Service Level Agreement, la soluzione Forcepoint TRITON Email Security permette di ridurre i costi, eliminare la complessità della gestione delle minacce email e avere il maggior livello di protezione possibile, con livelli di servizio garantiti del 99,999%, senza impatti dal punto di vista delle risorse.

La fase di deployment è stata semplice – ha sottolineato Fabbri – perché le criticità che si possono ordinariamente riscontrare nel passaggio da un sistema all’altro sono state prontamente affrontate e risolte, oltre che dalle nostre risorse interne, grazie alla presenza di Forcepoint Italia e all’appoggio del partner VEM sistemi. È stato dunque un cambiamento gestito con tranquillità, senza scossoni sull’infrastruttura IT, anche perché abbiamo avuto occasione di implementare il sistema con modularità“.

Mobilità protetta e produttività individuale garantita

Una delle priorità di Amadori era garantire la possibilità di lavorare in mobilità e in sicurezza. Risultato raggiunto grazie a Forcepoint, che fornisce potente protezione da phishing, spyware e codice maligno sia in ufficio sia all’esterno.

Durante il pilot abbiamo implementato la quarantena personale – ha raccontato Fabbri -: invece di dover attivare help desk per la verifica di mail bloccate, l’utente opera in autonomia ricevendo quotidianamente report delle email bloccate. Abbiamo poi attivato la funzionalità di Park Attachment, per parcheggiare allegati fino a cinquanta mega sui server Forcepoint, svincolando le email dall’allegato ed evitando impatti negativi sul servizio SMTP di posta. Gli allegati sono scaricabili successivamente attraverso un link“.

Amadori aveva l’obiettivo di aumentare l’efficienza, riducendo le chiamate helpdesk e il carico di lavoro per il reparto IT. I problemi nascevano dal fatto che la soluzione precedente era statica e aveva una categorizzazione dei siti ridotta.

“La soluzione non era sufficiente dato che stiamo introducendo varie innovazioni – ha precisato Giovannetti – come il progetto Enterprise 2.0 per aumentare la collaboration sia interna che esterna con fornitori e partner attravers ovari strumenti, come una nuova intranet. La gestione delle attività sta migliorando, perché tutto è fruibile più semplicemente, velocemente e in sicurezza. Ecco perché Forcepoint: per avere un database di siti categorizzati più ricco e garantirci attività di categorizzazione superiore, con l’analisi dinamica del contenuto. Due elementi essenziali per il Web. Per altro, abbiamo introdotto nuove feature con costi controllati e distribuiti in tre anni. Non abbiamo trovato altri vendor in grado di garantirci un simile ROI da nuove funzionalità. Lo scenario alternativo era acquistare le soluzioni da vendor diversi, con difficoltà derivanti da avere più interlocutori e con costi di gestione non prevedibili“.

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