Fare business su Second Life vendendo immobili virtuali e reali

L’isola Gabetti su Second Life si inserisce nella nuova strategia web dell’azienda che intende sfruttare al massimo le potenzialità e le opportunità del web 2.0. Tre gli obiettivi perseguiti con l’ingresso nel “secondo mondo”: incrementare la notorietà del brand veicolandone un’immagine innovativa; sviluppare attività di cross selling tra mondo reale e mondo virtuale; fare business diretto in second life intermediando la vendita di immobili virtuali.

Pubblicato il 21 Nov 2007

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Le case su Second Life si acquistano e si vendono praticamente fin da quando il “secondo mondo” ha fatto la sua comparsa su Internet, ma la compravendita non aveva alcun riscontro nel mondo reale così come le aziende immobiliari che operavano su Second Life. Una situazione, quindi, fine a se stessa, che rimaneva nell’ambito di quel grande “gioco di ruolo” che è Second Life.
“Dal nostro punto di vista si trattava di un mercato molto interessante (180.000 residenti quando abbiamo iniziato ad osservare il fenomeno, oltre 8 milioni oggi) ma pressoché vergine”, dice Matteo Penzo (nella foto), Head of IT Planning & Procedures di Gabetti Property Solutions, che prosegue: “Gli operatori immobiliari presenti nel mondo virtuale non avevano una presenza nel mondo reale e nessuno dei grandi gruppi internazionali vi era ancora entrato; abbiamo quindi pensato che avremmo potuto mettere alla prova quanto il nostro know how nel real estate potesse effettivamente essere utile su Second Life e quanto e se, Second Life, potesse o meno cambiare l’attività nel mondo reale”.

Un’immagine dell’isola Gabetti in Second Life

L’interesse verso il “secondo mondo” di Gabetti è contestuale alla decisione dell’azienda di rinnovare completamente la propria presenza sul Web, attraverso Gabetti Cube, società del Gruppo focalizzata sull’incubazione di progetti e processi innovativi e che ha poi gestito tutta l’operazione: nel febbraio 2007 sono andati online il sito http://www.gabetti.it , relativo all’agency, all’attività di intermediazione immobiliare, e il sito , che riguarda l’andamento generale del Gruppo; un mese dopo, Gabetti ha fatto il suo ingresso in Second Life.Ma quali sono stati gli obiettivi che Gabetti si è prefissata di raggiungere con questo ingresso? Semplicemente un’operazione di immagine? “Sicuramente tra i nostri obiettivi – prosegue Penzo – c’era quello di svecchiare l’immagine del Gruppo e possiamo dire di averlo raggiunto perché Gabetti è oggi considerata una società innovativa, naturalmente non solo per l’ingresso in Second Life ma per tutto l’insieme della nostra strategia Web”.

Il marketing rappresenta però solo uno dei tre obiettivi del progetto Second Life perché nel mondo virtuale Gabetti ci voleva fare, fin da subito, business sia in modo diretto sia in modo indiretto: “Fin dall’inizio volevamo che la nostra presenza avesse una connotazione di business oltre che di marketing e, quindi, abbiamo dato il via a un’attività di intermediazione immobiliare virtuale”, specifica Penzo. Il tutto si è svolto secondo le consolidate procedure del mondo reale: a cinque professionisti Gabetti, provenienti da diverse aree aziendali (commerciale, risorse umane, marketing, research & development) e appassionatisi al nuovo strumento tanto da dedicarvi le ore serali, è stato assegnato un budget, a fronte del quale è stato richiesto il raggiungimento di un determinato obiettivo di business. “Entro la fine della fase pilota, quindi da marzo a luglio 2007, il team avrebbe dovuto generare un fatturato, intermediando la vendita di immobili virtuali, di 250.000 Linden dollars [la valuta di Second Life ndr] pari a circa 1.000 euro. Dopo il primo trimestre di attività, il fatturato superava i 2 milioni di Linden dollars, quasi dieci volte più dell’obiettivo prefissato. Questo risultato – dice con soddisfazione Penzo – ci ha dato la doppia conferma che, da un lato, il progetto è stato impostato correttamente, le persone sono quelle giuste, la metodologia è quella adeguata, dall’altro, che è effettivamente possibile fare business per noi su Second Life”.
Il terzo obiettivo è invece quello di sviluppare una forte sinergia tra mondo virtuale e mondo reale sia testando l’indice di gradimento di nuove proposte immobiliari, servizi, prodotti, eventi e campagne pubblicitarie sia sviluppare attività di cross selling tra i due mondi. Come? “Prima di tutto – specifica Penzo – è importante segnalare il fatto che stiamo constatando un trend crescente di persone che vengono sulla nostra isola in Second Life per chiedere informazioni su immobili reali; nei primi mesi di attività una quarantina di avatar ci ha contattato per acquistare poi casa nel mondo reale. Un importante progetto che stiamo lanciando in queste settimane risponde proprio a queste richieste. Stiamo infatti presentando su Second Life un residence che ricalca pedissequamente quello che stiamo costruendo nella realissima Sardegna. Le planimetrie del residence sardo usate dall’impresa edile sono le stesse utilizzate dagli architetti virtuali, in modo da avere su Second Life delle copie identiche degli appartamenti che tra 30 mesi saranno pronti nella vita reale. Viene quindi proposta una visita immersiva nella casa su Second Life con opportunità a dir poco rivoluzionarie perché è possibile simulare la luce del tramonto, per esempio, piuttosto che quella dell’alba ecc. Inoltre i pavimenti degli appartamenti virtuali sono cosparsi di sensori che ci diranno dove passano più tempo gli avatar, fornendo anche utili indicazioni su come potrebbero essere migliorati i progetti reali”.
Infine, il costo dell’operazione: per le attività di start up del progetto Second Life (compreso lo sviluppo dell’isola, il materiale marketing a supporto ecc.) sono stati investiti 50mila euro mentre il budget per il 2007 è di 100mila euro.

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