Comunicazione unificata: giochi aperti

Protagonisti dell’evoluzione che dalle soluzioni di origine telefonica porta a quelle basate sulla collaborazione, Microsoft e Ibm sono i giganti che probabilmente si divideranno il mercato. A meno che un terzo incomodo, che si chiama Cisco, non entri nel gioco cambiandone le regole.

Pubblicato il 08 Gen 2008

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La prima cosa da dire affrontando il tema dell’offerta Ucc (Unified communication and collaboration) è che il mercato è insieme complesso e in rapida evoluzione. Come sempre quando si aprono nuove prospettive di business i vendor sono in fermento e tra annunci di prodotti e iniziative o di fusioni ed accordi le carte cambiano mentre le si sta giocando e siamo un po’ sulle sabbie mobili. Il quadro dell’offerta nell’area della comunicazione unificata è composto da vendor che da un lato provengono dall’area delle reti e della telefonia digitale (Ip Pbx) e dall’altro da quella delle piattaforme di collaborazione. I primi costituiscono una galassia alquanto numerosa dalla quale, secondo Burton Group, emergono Avaya, Nortel, Siemens e Cisco. Le prime due sono società focalizzate sulla telefonia, con un’offerta che si sovrappone in tutte le aree della comunicazione correlate (mobilità, messaging, conferencing e voce) e si differenzia solo per una presenza Avaya nell’integrazione di apparati Rtc che Nortel non ha. Ciò che le rende interessanti agli occhi degli analisti è il fatto che Avaya sta diversificando la propria offerta con l’estensione (giudicata, in senso positivo, “visionaria”) ai servizi di supporto per i processi aziendali, mentre Nortel, attraverso la partnership con Microsoft e l’iniziativa Ica sta probabilmente guardando ai servizi professionali. A Siemens, cui Gartner assegna nel “magic quadrant” dell’ Ucc il miglior posizionamento per capacità di visione, dedichiamo un riquadro in questo stesso servizio, aggiungendo solo che il Burton Group giudica “superb” i suoi prodotti di telefonia, mobilità e connettività wireless e VoIP. Quanto a Cisco, merita un discorso a parte, e ne parleremo più avanti.
Gli altri protagonisti dell’offerta Ucc si riducono a quelli che Craig Roth, di Burton Group, definisce “collaboration titans”, e cioè Ibm e Microsoft. Gli obiettivi dei due giganti del software in relazione all’Ucc, essendo entrambi come ovvio frutto delle opportunità e delle istanze espresse dal mercato, non sono diversi fra loro. Sia l’una che l’altra si propongono d’integrare mezzi di comunicazione e strumenti di collaborazione in una piattaforma in grado di supportare il lavoro e la produttività dell’ utente aziendale, con particolare attenzione alle soluzioni di “presenza intelligente” (che collegano le persone in modo trasparente e contestuale all’attività svolta) e ai parametri di sicurezza e compliance normativa che sempre occorre rispettare quando l’utente è un’impresa. Inoltre, sia Ibm sia Microsoft dichiarano il loro impegno nel costruire un sistema di partner in grado di completarne l’offerta con soluzioni verticalizzate e servizi professionali, dalla gestione delle infrastrutture all’erogazione di soluzioni in modalità SaaS (Software-as-a-Service).
Le strategie dei due big per raggiungere questi obiettivi sono però, come intuibile, alquanto diverse. L’offerta Ibm, identificata dal brand UC2 (con ‘c’ al quadrato, per sottolineare la sinergia tra comunicazione e collaborazione), prevede una piattaforma aperta che si basa su Lotus Sametime e che integra soluzioni di presenza, mail, messaging, voce, video, Web conferencing e telefonia in un ambiente multivendor dove il ricco portafoglio software di casa (da Domino Unified Communications a Websphere Voice Server, passando per il middleware di governo e controllo di Tivoli) è integrato con le soluzioni dei partner, ai quali Ibm assegna un ruolo primario. A parte infatti il centinaio di terze parti che, grazie alla natura aperta e standard-oriented di Sametime, sviluppano soluzioni per indirizzare specifici aspetti dei progetti di Ucc (ad esempio, per integrare i sistemi di telefonia preesistenti o per interfacciarsi con le applicazioni aziendali), Ibm ha stretto alcune alleanze decisamente strategiche. La più significativa è quella con Cisco, che si estende anche sul fronte commerciale e che ha portato allo sviluppo della piattaforma UC2 client, con Api di Ibm per le funzionalità di collaborazione e Api di Cisco per i servizi voce e video. Sul client UC2 si basano sia le più recenti versioni di Sametime (dalla 7.5 in poi), sia le nuove versioni dell’Unified Personal Communicator di Cisco. Strategico anche l’accordo con Siemens siglato ad agosto per portare nella versione 8 di Sametime le funzionalità per la comunicazione bidirezionale di testi, voce e video su reti Ip e gli strumenti per la collaborazione sviluppati dalla casa tedesca.
Questo modello di offerta è coerente ad un approccio al mercato che, come osserva Gabriele Peroni, della divisione integrated collaboration&communication services di Ibm, segue delle linee-guida che si possono sintetizzare in quattro punti. Si tratta in primo luogo di favorire la libertà di scelta dei clienti attraverso l’aderenza agli standard e l’apertura delle tecnologie; poi di far leva sulle partnership per proteggere gli investimenti in telefonia pregressi; poi di garantire la governance delle tecnologie in ambienti enterprise (“In casa nostra – dice Peroni – Sametime gestisce lo scambio giornaliero di 3,5 milioni di messaggi”) e infine “essere un one stop shop per il cliente, in grado di servirlo in ogni aspetto del progetto, dalle reti alle applicazioni verticalizzate per settore d’industria”.
Microsoft, la cui offerta Ucc ha compiuto lo scorso ottobre un balzo in avanti con l’annuncio dell’Office Communications Server (OCS 2007) con le sue potenti funzionalità di comunicazione integrata, affronta il mercato Ucc con la proposta di una piattaforma dall’architettura avanzata e funzionalmente completa (con punti forti, osserva il Burton Group, nelle aree del conferencing, della presenza, della compliance e soprattutto della gestione della voce), ma con un controllo sulle interfacce e su alcune tecnologie, cui hanno accesso solo pochi partner certificati. Così, ad esempio, sul fronte della telefonia e del networking Microsoft ha una partnership privilegiata con Nortel, con la quale ha fondato l’Ica (Innovative Communications Alliance), e con Ericsson. Ciò abilita soluzioni di elevata qualità (come la recente linea di telefoni LG-Nortel ottimizzati per OCS 2007 con funzioni avanzate di presence, VoIP e altro ancora) ma, con una strategia opposta ad Ibm, porta il cliente a dover considerare nuovi investimenti.
L’offerta Ucc Microsoft poggia su Exchange Server 2007 e sul già citato OCS 2007. Il client è costituito da Office Communicator 2007, che gestisce telefonate, messaggi istantanei e video e funziona su Pc, telefoni cellulari e Web browser. Un’altra novità è Office Live Meeting, soluzione di conferencing avanzata che si avvale di Round Table, un dispositivo con telecamera a 360 gradi che riprende il meeting e ne registra gli interventi inquadrando i singoli relatori. Nel presentare OCS 2007 Pierpaolo Talento, direttore Business & marketing di Microsoft Italia, ha posto l’accento sulle funzionalità di identità dell’utente, che è unica per tutte le reti e i dispositivi, e di disponibilità.
Vendor di estrazione network ma presente in quasi tutte le aree applicative dell’Ucc, con la sola eccezione dell’ e-mail, Cisco offre con la Unified Communications un sistema completo di comunicazione per voce, video e dati che si basa su standard aperti e le cui soluzioni permettono di comunicare e collaborare in un ambiente che si presenta ovunque con le stesse caratteristiche. Secondo Gianluca Ferré, business development manager unified communications di Cisco Italy, “ciò dipende dalla caratteristica della soluzione Cisco di essere costruita a partire dalla rete, con funzioni di sicurezza (ma anche di presenza), che sono cablate, sottostanti ai dispositivi serviti”. Il secondo elemento caratterizzante è l’indipendenza da piattaforme e/o sistemi operativi, per cui risulta più facile omogeneizzare le interfacce utente a vantaggio della facilità d’uso. Sul fronte della collaborazione Cisco offre soluzioni installabili sui sistemi aziendali o fruibili “on demand” grazie alla recente acquisizione di WebEx. Questa società eroga servizi di web conferencing e collaborazione che sono utilizzati tramite l’Unified Personal Communicator, la console di comunicazione Cisco, o addirittura scaricando il client dal Web. Un approccio innnovativo che potrebbe conquistare all’Ucc molte imprese. E in tal caso si avvererebbe l’ipotesi, anticipata dalle analisi di Burton Group, di una Cisco come “l’incognita che potrebbe sconvolgere i piani di Microsoft e di Ibm”.

Leggi anche: Unified communication, ottimizzare tecnologie e modelli di relazione per l’impresa efficiente
Ucc: scenario competitivo e prospettive. La visione di Gartner

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