Normative

UE verso la sovranità digitale, è tempo del Chips Act

L’European Chips Act rappresenta un passo risoluto verso il rafforzamento della posizione dell’UE nel settore dei semiconduttori, garantendo la sicurezza dell’approvvigionamento, la resilienza e la leadership tecnologica

Pubblicato il 22 Set 2023

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Man mano che la trasformazione digitale accelera e penetra in ogni parte della società, le esigenze industriali di chip sono destinate ad aumentare. I semiconduttori sono gli elementi costitutivi essenziali dei prodotti digitali e digitalizzati. Dagli smartphone alle automobili, passando per le applicazioni e le infrastrutture critiche per la sanità, l’energia, la difesa, le comunicazioni e l’automazione industriale, i semiconduttori sono fondamentali per la moderna economia digitale. Sono anche al centro di forti interessi geostrategici e della corsa tecnologica globale.

Ieri (21 settembre 2023) è entrato in vigore l’European Chips Act, che mette in atto una serie completa di misure per salvaguardare la sicurezza dell’approvvigionamento dell’UE, migliorare la resilienza e rafforzare la leadership tecnologica dell’UE nel campo delle tecnologie e delle applicazioni dei semiconduttori. Il regolamento sui chip rivitalizzerà l’ecosistema europeo dei semiconduttori, raddoppiando l’attuale quota di mercato globale al 20% nel 2030, andando a rafforzare le attività manifatturiere nell’Unione, stimolare l’ecosistema europeo del design e sostenere lo scale-up e l’innovazione lungo l’intera catena del valore.

L’Europa nell’arena globale dei semiconduttori

L’Europa vanta numerosi punti di forza e alcune vulnerabilità all’interno dell’intricata catena del valore dei semiconduttori.

Intensa l’attività di ricerca e sviluppo, con aziende di prim’ordine che reinvestono oltre il 15% dei loro ricavi nella ricerca nelle tecnologie di prossima generazione. L’UE ospita organizzazioni di ricerca e tecnologia leader a livello mondiale e molte università e istituti di ricerca eccellenti sparsi in tutta l’Unione. Pionieri delle tecniche alla base della produzione di alcuni dei chip più avanzati al mondo.

Inoltre, l’Unione Europea detiene una posizione solida per quanto riguarda i materiali e le attrezzature cruciali per la gestione di impianti di produzione di chip. Numerose aziende all’interno della regione svolgono un ruolo fondamentale lungo tutta la catena di fornitura.

Tuttavia, è importante notare che l’Europa attualmente detiene una quota di mercato globale relativamente modesta, inferiore al 10%, nella produzione di semiconduttori e rimane fortemente dipendente da fornitori di altre parti del mondo. Ciò significa che una interruzione della catena di approvvigionamento globale potrebbe rapidamente portare i settori industriali europei ad affrontare gravi carenze, portando potenzialmente le principali industrie europee a un brusco arresto.

Alla luce del ritmo crescente della trasformazione digitale, che sta permeando ogni aspetto della società, la domanda di chip semiconduttori nelle applicazioni industriali è destinata a crescere in modo sostanziale. Una rapida evoluzione che presenta nuove opportunità  a cui l’Europa deve attingere strategicamente.

I tre pilastri del Chips Act europeo

L’European Chips Act mobiliterà 43 miliardi di euro in investimenti pubblici e privati, di cui 3,3 miliardi dal bilancio dell’Ue, concentrandosi su tre pilastri fondamentali, ciascuno dei quali contribuisce all’obiettivo generale di garantire il futuro dei semiconduttori in Europa.

L’iniziativa Chips for Europe

In prima linea nell’European Chips Act c’è l’iniziativa Chips for Europe, uno sforzo strategico per rafforzare la leadership tecnologica dell’Europa, che fungerà da ponte tra la ricerca nei laboratori e l’innovazione in fabbrica, guidando l’industrializzazione di tecnologie innovative da parte delle imprese europee.

Sostenuto da un finanziamento dell’UE da 3,3 miliardi di euro, a cui si aggiungono i contributi degli Stati membri, il progetto accelererà attività quali la creazione di linee di produzione pilota avanzate per accelerare l’innovazione e lo sviluppo tecnologico, promuoverà lo sviluppo di una piattaforma di progettazione basata su cloud, istituirà centri di competenza, approfondirà lo sviluppo di chip quantistici e creerà un Chips Fund per facilitare l’accesso ai finanziamenti.

L’iniziativa Chips for Europe sarà attuata principalmente dalla Chips Joint Undertaking, partenariato pubblico-privato guidato dall’UE, che finanzia l’innovazione nei componenti e nei sistemi elettronici.

Sicurezza dell’approvvigionamento e resilienza

Il secondo pilastro del Chips Act incentiva gli investimenti pubblici e privati ​​negli impianti di produzione di semiconduttori. Istituendo un quadro per gli impianti di produzione integrati e le fonderie aperte dell’UE, l’Europa mira a migliorare le capacità produttive garantendo al tempo stesso la sicurezza dell’approvvigionamento.

A tal fine, agli impianti di produzione integrati (integrated production facility, IPF) e le fonderie Open EU (open EU foundry, OEF) che sono “first-of-a-kind“, impianti di produzione di semiconduttori nuovi o sostanzialmente migliorati che offrono una dimensione di innovazione non ancora presente nell’UE, e contribuiscono alla sicurezza dell’approvvigionamento e a un ecosistema resiliente nell’interesse dell’Unione, potranno essere concessi aiuti di Stato, conformemente al trattato sul funzionamento dell’Unione europea.

Inoltre, lo status di IPF o OEF conferisce alle imprese un approccio semplificato alle domande amministrative e un accesso prioritario alle linee pilota istituite nell’ambito dell’iniziativa “Chips for Europe” (primo pilastro), a condizione che le strutture aderiscano a criteri allineati con gli obiettivi dell’UE e siano affidabili come fornitori di chip in tempi di crisi.

Ancora, la Commissione può assegnare un marchio di “design centre of excellence” ai centri di progettazione che migliorano significativamente le capacità dell’Unione nella progettazione di chip innovativi attraverso le loro offerte di servizi o attraverso lo sviluppo, la promozione e il rafforzamento delle competenze e delle capacità di progettazione.

Coordinamento e monitoraggio

Il terzo pilastro del Chips Act istituisce un meccanismo di coordinamento tra gli Stati membri e la Commissione, facilitando la collaborazione e garantendo la fornitura costante di semiconduttori. Questo meccanismo prevede il monitoraggio dell’offerta, la stima della domanda, l’anticipazione delle carenze e, se necessario, l’attivazione di misure di risposta alla crisi. Un sistema di allarme sui semiconduttori è stato già avviato nell’aprile 2023, consentendo alle parti interessate di segnalare interruzioni della catena di approvvigionamento.

I prossimi step

Diversi sviluppi cruciali accompagnano l’entrata in vigore dell’European Chips Act. Il regolamento Chips Joint Undertaking (JU)  entrerà nella fase di attuazione, aprendo la strada all’iniziativa Chips for Europe. Contemporaneamente, il Chips Fund inizierà le sue operazioni. L’European Semiconductor Board, una piattaforma centrale per il coordinamento tra la Commissione, gli Stati membri e le parti interessate, inizierà ufficialmente i suoi lavori, facilitando sforzi armonizzati per rafforzare il settore dei semiconduttori dell’UE.

Le origini dell’European Chips Act risalgono al discorso sullo stato dell’Unione 2021 della presidente della Commissione Ursula von der Leyen, in cui ha svelato i piani per una strategia europea comune nel settore dei semiconduttori. Nel febbraio 2022 la Commissione ha avviato un sondaggio tra le parti interessate per valutare la domanda di chip e wafer, per comprendere meglio in che modo la carenza di chip stava colpendo l’industria europea, seguito nello stesso mese dalla proposta dell’European Chips Act. Nell’aprile 2023 è stato raggiunto un accordo politico tra il Parlamento europeo e gli Stati membri dell’UE, ponendo le basi per l’entrata in vigore di oggi. Queste misure sono fondamentali per aiutare l’Europa a raggiungere i suoi obiettivi del decennio digitale al 2030, promuovendo un’Europa più sostenibile (dal punto di vista ambientale), inclusiva e digitale.

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