Scenari

Tre tendenze per l’immediato futuro del mercato Cloud

Passata la prima fase della sperimentazione e della crescita tumultuosa e confusa, le aziende utenti iniziano a fare i primi bilanci e a mostrare una decisa propensione per un approccio ibrido, nè solo pubblico nè solo privato, mentre l’offerta si sta consolidando intorno a tre grandi fornitori e a molti player di nicchia

Pubblicato il 15 Giu 2015

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Lasciata ormai alle spalle la prima fase di approccio, conoscenza e progetti pilota, il Cloud Computing inizia a entrare in molte organizzazioni allo stadio della produzione, in cui realizzare le opportunità, e soprattutto i benefici. Scenario che si riflette sul fronte dell’offerta in una raggiunta maturità di servizi e fornitori per molti segmenti. Studiando i diversi aspetti, il sito Infoworld attraverso il suo opinionista in materia di cloud, David Linthicum, propone alcune riflessioni sulle tendenze che caratterizzeranno questo mercato nell’immediato futuro.

Dal punto di vista dell’offerta come accennato dopo la prima fase di crescita tumultuosa e spesso confusa, il mercato presenta i primi segnali di consolidamento e concentrazione. Tre in particolare, sono i marchi che si propongono sempre più come riferimenti mondiali del settore secondo l’articolo: Google, Amazon con AWS, e Microsoft con Azure. È ancora presto per dire se si tratti di un orientamento definitivo, fatto sta che negli ultimi tempi la maggior parte delle aziende interessate al Public Cloud sceglie uno di questi tre provider. I quali comunque, restano a loro volta ancora impegnati nella ricerca della migliore configurazione e nella sperimentazione di nuove soluzioni, ragione per cui è presto per escludere cambiamenti di scenario.

In linea di massima però, una certa selezione appare ormai avviata. Difficilmente si arriverà a vedere una decina di protagonisti a livello di provider. Secondo Infoworld ormai per gli altri operatori privi della stessa capacità di investimento dei tre colossi citati la migliore possibilità è individuare nicchie di mercato nelle quali specializzarsi. Per esempio, settori verticali molto promettenti, come Sanità o mondo Finance. In ogni caso, per gli attori più piccoli, la lotta sarà particolarmente serrata, con la necessità di grande impegno nello scovare e difendere il proprio raggio d’azione.

Insomma una startup che si affaccia solo ora sul mercato non ha molta scelta se non andare alla ricerca di una nicchia. Buona parte dell’offerta infatti è ormai appannaggio di grandi nomi in grado di investire cifre importanti in ricerca e sviluppo, oltre al marketing. L’unica possibilità di successo passa per tecnologie emergenti o non ancora consolidate, come per esempio la Cloud Containerization, ancora tutta da valorizzare, attraverso i quali inseguire una crescita progressiva. Qualcosa di molto simile a quanto già avvenuto di recente con tematiche quali i servizi legati ad analytics, storage o Internet of Things.

Una seconda tendenza importante, stavolta dalla parte delle organizzazioni utenti, riguarda i costi del Cloud nel senso più lato, ovvero il “total cost of ownership” dell’utilizzo di questi servizi. Con la possibilità di stilare i primi bilanci di costi e benefici reali della prima generazione di progetti, le incertezze stanno svanendo, e costi di gestione non in linea con le previsioni tenderanno inevitabilmente a frenare alcune ambizioni in ambito Cloud pubblico, se non addirittura a fermarle. Per tante aziende, è prossimo il momento di verificare se e quanto il Cloud sia in linea con le proprie attese e conveniente per la propria organizzazione.

Una terza tendenza è il continuo declino dei progetti basati di solo Private Cloud. L’approccio dominante è ormai il cloud ibrido, cioè l’integrazione dell’uso di servizi di Public Cloud anche in ambienti Private Cloud, in grado di garantire alle aziende quei benefici attesi in termini di flessibilità della infrastruttura IT e controllo delle spese.

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