Cloud Tour 2011 – Brescia – Aziende italiane verso il modello as-a-service

Il percorso verso il cloud, non è semplice: è infatti un fenomeno impattante da un punto di vista organizzativo, architetturale ed economico. Ma i benefici attesi, già oggi riscontrabili e tangibili dall’esperienza diretta di alcune aziende, rendono il percorso già tracciato. Tocca ancora una volta al Cio saper guidare questo cambiamento. Ecco un primo estratto del dibattito realizzato durante la Tavola Rotonda tenutasi all’interno della prima tappa del Cloud Tour 2011 organizzato da ZeroUno con la collaborazione di Ibm

Pubblicato il 22 Mag 2011

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Complessità di gestione e aumento di costi operativi sono oggi causa di perdite di produttività, criticità in termini di sicurezza, utilizzo ridotto degli asset It, consumo elevato di energia, difficile adeguamento alle compliance e così via. Consolidamento, ottimizzazione e virtualizzazione, nonché le scelte di outsourcing, hanno aperto in un recente passato le porte a nuovi modelli di delivery che trovano oggi nel cloud computing una risposta di flessibilità e risparmio. In pratica si rende possibile una diversa gestione dell’It, fruibile come servizio.

Il tavolo dei relatori

Di fatto, le soluzioni di cloud computing rappresentano per l’impresa, e nello specifico per la media impresa del “Made in Italy”, dinamica, reattiva e “mobile” sul territorio, una risposta teoricamente tra le più efficaci per rendere flessibile il supporto dell’It alla variabilità del business. Per raggiungere l’obiettivo del modello “as-a-service” bisogna però saper affrontare un percorso non scontato: quale evoluzione per le architetture It e per i processi supportati dai sistemi informativi aziendali? Quale ruolo devono avere oggi i vendor e il loro ecosistema di partner per guidare, con competenze di change organizzativo e tecnologico, il processo di trasformazione dell’It verso il Cloud Computing?
Sono queste le domande che hanno fatto da sfondo alle presentazioni e al dibattitto del recente Executive Dinner che ZeroUno ha organizzato a Brescia in partnership con Ibm e con la partecipazione del Politecnico di Milano.

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Per dare un’idea di come questo fenomeno cloud debba inserirsi nel solco di una profonda trasformazione in atto nel ruolo del dipartimento It, Stefano Uberti Foppa, direttore di ZeroUno, ha evidenziato alcuni elementi di pressione e di cambiamento generali, che vanno però ad impattare sulla figura del Cio e sulla funzione It aziendale: “Forrester stima una crescita enorme dei servizi tecnologici acquistati direttamente dal top management e dalle line of business, fino ad arrivare a 258 miliardi di dollari nel 2020 contro gli attuali 28 miliardi di dollari. Secondo fenomeno da considerare: lo svecchiamento della forza lavoro. Sempre secondo Forrester, oggi i dipendenti aziendali con meno di 30 anni rappresentano il 25%; nei prossimi 6/7 anni saranno il 45% della forza lavoro complessiva. A queste persone, che tipo di risposta dovranno saper dare i sistemi informativi a livello di strumenti e di processi? Porsi l’obiettivo, come It, di saper erogare valore ai propri utenti aziendali è ormai imprescindibile e il cloud è senz’altro un elemento di accelerazione verso questo obiettivo. Infine, sempre in termini di necessaria flessibilità, non possiamo non considerare l’estrema velocità di cambiamento del contesto competitivo internazionale: paesi come Cina, Russia ed India saranno nei prossimi anni nelle prime cinque posizioni di leadership economica mondiale, impattando quindi, sulle scelte e sulle strategie di internazionalizzazione delle aziende degli altri Paesi (e quindi sui sistemi informativi). Il cloud sarà certamente una risposta di flessibilità architetturale e applicativa imprescindibile in questo scenario di continuo cambiamento”.

Presentazione del prof. Mainetti

Insomma, un contesto economico (ma anche sociale) decisamente in evoluzione (e “rivoluzione”) che secondo Stefano Mainetti, co-direttore scientifico dell’Osservatorio Cloud & Ict as a Service School of Management del Politecnico di Milano, impatta in modo rilevante sulla direzione It e sul modo di erogare servizi tecnologici al business: “la direzione dell'It in azienda sta subendo cambiamenti profondi in almeno sette aree: Demand management, Supply management, Risk management, Contract management, Service management, Change management ed Enterprise architecture”. “Per l'It, il poter supportare il business con il cloud computing è una grande opportunità, ma questo ha un enorme impatto in termini di organizzazione dell'It, oggi consapevole del trend in atto ma ancora alle prese con la complessità tecnica dei sistemi interni, non ancora adeguatamente flessibili per abbracciare il cloud”, ha spiegato Mainetti. Tuttavia, la forza commerciale del cloud computing fa da acceleratore, anche se, è emerso più volte nel corso del dibattito, con soluzioni It di adozione piuttosto semplice il rischio è la disintermediazione dei sistemi informativi, con potenziali problemi nel medio lungo termine di integrazione di soluzioni adottate senza una visione d'insieme. Per cercare di dare una risposta a queste problematiche, Mariano Ammirabile, Cloud Sales leader di Ibm, ha presentato alla platea un framework di riferimento: “senza un vocabolario comune e un modello di riferimento univoco sarà difficile, se non impossibile, per le imprese parlare di cloud computing in modo coerente, sia al proprio interno tra l’It e le persone del business, sia esternamente con i service provider. E già questa è una barriera enorme verso la flessibilizzazione dei sistemi e l’apertura al concetto di It come servizio”. Il framework di adozione di Ibm, in sostanza, definisce le due dimensioni intersecanti da tenere in considerazione nello sviluppo di una strategia per il cloud computing: il modello di delivery e il tipo di servizi da fornire. Sulla base di queste due dimensioni, si fanno le adeguate connessioni e analisi, con tanto di roadmap tecnologica che può diventare una vera e proprio “guida di percorso”.

Il tavolo dei relatori

Durante la serata è intervenuto anche Fabio Mattaboni, direttore Sistemi Informativi di Call&Call, azienda specializzata nei servizi di contact center che ha raccontato l’esperienza della propria azienda. Parliamo di una società che disponeva di un’infrastruttura It non più adeguata al modello di business ed aveva la necessità di una maggiore efficienza operativa, attraverso la riduzione dei costi It ed una maggiore tempestività nell’installazione delle workstation nelle nuove sedi periferiche (oltre ad aver bisogno di nuove funzionalità manageriali in grado di poter supervisionare centralmente le attività svolte remotamente dai dipendenti). “Abbiamo creato la soluzione Smart Business Desktop Cloud: una soluzione, basata sulla tecnologia Wyse Full Streaming Client, che permette di dirigere le operazioni e tutte le applicazioni gestionali da un singolo punto di controllo remoto”, ha illustrato Mattaboni. “Siamo così riusciti a ridurre la gestione da più di 350 workstation distribuite (tutte diverse tra loro) ad un'unica visione del sistema operativo ed un'unica immagine per ciascuna tipologia di applicazione”. Va poi evidenziato che questo notevole miglioramento della gestione dell’infrastruttura It ha avuto, come diretta conseguenza, una forte riduzione dei costi aziendali. Inoltre la nuova soluzione ha drasticamente ridotto sia le attività operative per la manutenzione del software che i consumi energetici… tutti benefici che il cloud computing può generare già ora e che sono all’attenzione dei tavoli di discussione dei Cio.

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