Analisi

Networking OpenStack, quale futuro?

Sono diversi gli specialisti di networking che supportano la piattaforma open di orchestrazione Cloud. E anche i vendor di virtualizzazione hanno iniziato a comprenderne le potenzialità. Il futuro, però, è ancora tutto da scrivere

Pubblicato il 30 Ott 2012

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Questo mese si sono susseguiti diversi annunci e notizie che riguardavano OpenStack. OpenStack è una piattaforma aperta di orchestrazione Cloud che consente il provisioning automatico e la gestione di grandi gruppi di macchine virtuali o risorse di calcolo.

Allora perché i gestori di rete dovrebbero preoccuparsi di OpenStack? Ecco la risposta: virtualizzazione di rete.

Ora che Cisco, VMware e molti altri promettono una virtualizzazione flessibile della rete, unita alla possibilità di sovrapporre reti diverse, gli ingegneri potrebbero finalmente essere in grado di gestire queste risorse e il provisioning di reti virtuali con le relative risorse di calcolo per creare Cloud pubblici e privati altamente automatizzati.

Secondo molti, è difficile lavorare con il codice OpenStack e neppure la gestione delle risorse di calcolo è così facile. Ciò significa che è ancora più difficile da applicare a nuove risorse di rete virtuali. Tuttavia, i fornitori di rete vedono in questa piattaforma un futuro molto roseo, in cui sarà possibile migliorare l’usabilità dei network attraverso l’integrazione dei servizi di rete in un ambiente Cloud OpenStack.

Questo mese Cisco ha annunciato la propria versione della piattaforma di gestione del Cloud OpenStack, che gli ingegneri saranno in grado di utilizzare per automatizzare la virtualizzazione di rete in ambienti Cloud.

La versione Folsom di OpenStack supportata all’interno dell’offerta di Quantum consente l’integrazione con l’UCS (Unified Compute System) della società e lavora con il suo switch virtuale Nexus 1000V. L’obiettivo è di consentire la realizzazione on demand di molte reti distinte, posizionate al di sopra dell’infrastruttura fisica ma operanti all’interno di un ambiente Cloud. Il plug-in abiliterà anche l’integrazione dei servizi di rete, tra cui il monitoraggio esteso “in the Cloud”.

Nel frattempo, la startup specialista di virtualizzazione di rete Midokura ha annunciato all’inizio del mese la propria soluzione di Cloud networking, pensata per integrarsi nel framework di orchestrazione Cloud OpenStack. La tecnologia di virtualizzazione di rete di Midokura si trova su server host ai margini di network del data center e permette di creare reti virtuali “on top” a una rete fisica che fornisce la connettività IP. Midokura prevede di integrare queste funzionalità con il plug-in Nova, che si connette alla release Essex di OpenStack, ampliando le proprie capacità di programmazione granulare e gestione della rete nell’ambiente OpenStack.

La scorsa estate, VMware è diventata un membro del consiglio della OpenStack Foundation. Un tempo, OpenStack e VMware erano viste come architetture Cloud concorrenti. Tuttavia, con l’acquisizione da parte di VmWare dello specialista di virtualizzazione della rete Nicira, che ha svolto un ruolo fondamentale nello sviluppo della release Folsom di OpenStack – spingendo per l’inclusione di funzionalità di gestione e virtualizzazione network all’interno di Folsom – la dicotomia sembra essere definitivamente superata.

OpenStack ha ancora molta strada da fare per affermarsi come architettura Cloud, soprattutto perché si indirizza verso la gestione delle risorse di rete virtuali. Ma le modalità con le quali le aziende cercano di implementare la virtualizzazione di rete in un ambiente Cloud privato è una questione tutta da monitorare. Vedremo quali saranno le prossime mosse del mercato.

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