Cloud

L’Unione Europea vuole normalizzare il cloud. Dai Big Data nuove opportunità digitali per tutte le imprese

Con la European Cloud Initiative la Commissione Europea vuole standardizzare e razionalizzare i servizi basati sul Cloud e favorire nuove infrastrutture che permettano alla comunità scientifica, alle imprese e alla pubblica amministrazione di cogliere appieno i vantaggi dei Big Data

Pubblicato il 29 Giu 2016

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Nel 2015 la Commissione Europea, con l’obiettivo di aprire opportunità digitali per le imprese in tutta l’Unione, ha lanciato un’iniziativa chiamata DSMS-Digital Single Market Strategy.

Si tratta di un progetto che mira a creare un mercato unico digitale per standardizzare e razionalizzare il significativo aumento della quantità e varietà di dati che vengono prodotti. La normalizzazione dovrebbe massimizzare il potenziale di crescita dell’economia digitale in Europa e incoraggiare l’innovazione di beni e servizi digitali.

IN questo contesto la European Cloud Initiative è parte della DSMS. Il focus? Lo sviluppo di un servizio Cloud europeo che fornisce essenzialmente l’erogazione di servizi in hosting su Internet, per condividere i risultati della ricerca e della conoscenza all’interno della comunità scientifica (l’European Open Science Cloud).

Le questioni sull’utilizzo dei dati

La Commissione ha individuato cinque problemi che ostacolano la comunità di ricercatori europei dal riuscire a sfruttare appieno il potenziale di utilizzo dei dati:

  1. La mancanza di consapevolezza dei benefici forniti dalla condivisione dei dati
  2. L’inadeguata interoperabilità dei sistemi informatici presenti interno della comunità scientifica
  3. L’uso inefficiente di spazio di archiviazione dei computer
  4. L’assenza di una infrastruttura di calcolo apposita per elaborare i dati
  5. Il requisito che utilizzo e riutilizzo dei dati personali siano adeguatamente protetti

Le misure consigliate dagli esperti per affrontare i problemi individuati sono: stabilire l’European Open Science Cloud, implementare una infrastruttura di dati europea ed estendere le misure al pubblico.

L’European Open Science Cloud

L’EOSC mira a rendere più veloce lo scambio di informazioni fra 1,7 milioni di ricercatori e 70 milioni di professionisti di ambito tecnico-scientifico in tutto il Vecchio Continente. Non solo: l’iniziativa intende agevolare anche l’istruzione e la formazione, soprattutto nell’ambito degli istituti superiori. In particolare, l’European Open Science Cloud punta a rendere aperti per default tutti i dati prodotti dal programma di finanziamento per la ricerca e l’innovazione Horizon 2020. Per migliorare l’interoperabilità dei sistemi, il progetto punta a creare un’appropriata struttura di governo in tutta l’UE e a fornire le specifiche per la condivisione dei dati tra diverse discipline e infrastrutture. L’iniziativa afferma che la privacy e la protezione dei dati saranno basati su standard riconosciuti e garantiti dal design dell’EOSC. I metodi suggeriti per garantire la conformità della proposta con la legge sulla protezione dei dati comprendono l’anonimato irreversibile dei dati sensibili prima della loro integrazione con altre fonti e la creazione di spazi di personal data all’interno del Cloud. La Commissione Europea si propone di collegare le prioritarie infrastrutture europee di ricerca all’European Open Science Cloud entro il 2017.

L’European Data Infrastructure

L’EDI fornirà un framework di HPC-high-performance computing con la capacità di sostenere l’European Open Science Cloud. Questi supercomputer si collegheranno ai centri nazionali di calcolo di fascia media europei e alle infrastrutture software per offrire un servizio di supercomputing-as-a-service in tutta l’Unione Europea.

L’infrastruttura di dati europea dovrebbe essere accompagnata anche da un’iniziativa su larga scala per lo sviluppo del supercomputing attraverso la tecnologia quantistica, che dovrebbe prendere avvio entro la fine del 2017.

Estendere le misure al pubblico

Nel corso del tempo, l’EOSC e l’EDI saranno estesi sia al settore pubblico che a quello industriale. Nello specifico, l’obiettivo dichiarato è quello di ampliare l’accesso a EOSC es EDI per il settore pubblico entro il 2020. Secondo gli esperti, l’iniziativa – che riconosce e sostiene il ruolo significativo del Cloud computing nel prossimo capitolo della rivoluzione digitale dell’UE – sarà accolta con favore sia dalla comunità scientifica che l’industria tecnologica.

Data la natura del Cloud computing e la facilità con cui i dati possono essere trasferiti da una parte all’altra, è chiaro che i problemi di privacy e protezione dei dati saranno da tenere in altissima considerazione, in particolare alla luce del nuovo panorama normativo creato dal nuovo regolamento sulla protezione dei dati generali.

In questo contesto, la Commissione Europea riconosce che la produzione di un maggior numero di dati rappresenterà una sfida in termini di rispetto delle norme relative alla protezione delle informazioni: per questo i trasferimenti di dati saranno trattati attraverso un sistema di certificazione in linea con il GDPR.

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