Un barcamp a caccia di startup innovative

Il camper con cui il sindaco di Firenze Matteo Renzi ha girato l’Italia per le primarie del Pd verrà utilizzato da dpixel e da StartupItalia! che cercheranno nelle città e nelle Università italiane le migliori aziende tecnologiche. L’Italia può ripartire dalle startup innovative. E’ la scommessa che trova conferma nell’iscrizione di 300 nuove imprese nell’elenco speciale delle Camere di commercio in poche settimane e in un bando da 30 milioni sul digitale.

Pubblicato il 21 Mar 2013

Il camper che Matteo Renzi ha utilizzato durante le primarie del Pd, oggi si aggira per l’Italia non più a caccia di voti, ma con l’obiettivo di incontrare almeno mille startup nel corso del 2013 e premiare le più meritevoli.

Le migliori 100 startup, infatti, saranno affiancate da venture capitalist professionisti durante le TechWeek, ovvero le settimane di incontri interattivi per la formazione e l’addestramento (i cosiddetti bootcamp), previste nel corso dell’anno: qui gli startupper potranno lavorare e confrontarsi con investitori e specialisti finalizzando i propri progetti e mettendo a punto il proprio business plan. Saranno questi i primi passi per creare aziende capaci di muoversi autonomamente nel mercato.

A sinistra Gianluca Dettori, fondatore di dpixel e a destra Riccardo Luna, giornalista ed ex-direttore di Wired

Al progetto stanno lavorando Gianluca Dettori, fondatore di dpixel, che porterà la sua esperienza di startupper (fondò Vitaminic negli anni ’90) e di talent scout di progetti innovativi, e Riccardo Luna, giornalista, ex-direttore di Wired, prossimo al lancio di StartupItalia!. “È la piattaforma per l’innovazione aperta a tutti a cui stiamo lavorando da molti mesi – spiega Luna -: vi troverete un vero social network di startup, venture capitalist, spazi di coworking ed una rete di blog territoriali, per andare a cercare gli innovatori città per città”.
Il barcamper, acquistato grazie al finanziamento di Citroen Italia (il ricavato verrà devoluto in beneficienza all’ospedale pediatrico Meyer di Firenze) è in pratica un ufficio mobile, che viaggia nei luoghi dell’innovazione alla ricerca di nuove startup da supportare e finanziare. Innovatori, ricercatori e startupper possono prenotarsi direttamente online dal sito del Barcamper per accedere a un appuntamento di venti minuti con il team di venture capital di dpixel, in una qualunque delle 60 tappe che quest’anno toccheranno tutta Italia, oltre a Berlino, Barcellona e Amsterdam.

Il futuro è delle startup…
“Abbiamo milioni di giovani ricercatori, creativi e inventori in Italia. È la generazione probabilmente con i più alti livelli di istruzione nella storia italiana. Milioni di giovani con le idee e le competenze che ci servono per risollevarci dalle difficoltà e costruire le aziende in grado di competere sui mercati globali”, così Dettori spiega l’iniziativa.
Sembrano dargli ragione alcune migliaia di giovani e meno giovani che, per scelta o per necessità, hanno scelto di creare lavoro anziché cercarlo senza successo. In poche settimane 300 startup innovative, secondo la definizione della legge Crescita 2.0 varata lo scorso dicembre, sono state registrate all’elenco speciale delle Camere di Commercio. “È la dimostrazione della voglia di fare e di innovare che c’è nel nostro Paese e su cui bisogna continuare a investire”, ha commentato il ministro dello Sviluppo economico Corrado Passera, annunciando il bando congiunto con il Miur, che mette a disposizione delle neonate aziende 30 milioni di euro.

…E l’Ict è il volano
Le quattro aree su cui le startup dovranno impegnarsi per ottenere i finanziamenti sono tutte in ambito Ict: 8 milioni per lo sviluppo dei Big data, 14 per l’utilizzo di tecnologie digitali per innovare le modalità di produzione, fruizione e distribuzione dei contenuti culturali, 7 per la valorizzazione di iniziative di innovazione in ambito sociale, 1 milione per lo sviluppo all’interno delle Università italiane di luoghi di contaminazione fra studenti di discipline diverse per promuovere la cultura dell’imprenditorialità e dell’innovazione, i cosiddetti Contamination Labs.
D’altra parte il gruppo più numeroso delle nuove startup è proprio nel settore software e informatica. Probabilmente perché questo è il settore con minori barriere di ingresso per la necessità di modesti investimenti iniziali, ma anche per il consolidamento della Rete, come sostiene Sandro Sordi, uno dei fondatori di Nana Bianca, acceleratore per iniziative digitali, che a cavallo degli anni 2000 aveva creato, con Dada, una delle prime iniziative internet italiane. “Questo è uno dei momenti migliori per una startup tecnologica. A differenza dei primi anni 2000, quando il successo era legato soprattutto ad aspetti finanziari, un modello che ha dato origine alla successiva bolla internet, oggi la rete ha i numeri e la diffusione capillare che consentono a chi offre prodotti e servizi digitali di camminare con le proprie gambe”.

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