It in discesa: frenata 2008 e contrazione 2009

Negli ultimi mesi del 2008 i tempi della crisi si sono fortemente accelerati. La conseguenza è stata una forte riduzione della domanda d’innovazione tecnologica, che per il settore It ha significato chiudere l’anno con una diminuzione della crescita allo 0,8%, a fronte del + 2% messo a segno nel 2007. E le previsioni 2009 non sono rosee, anche se il quadro potrebbe essere meno cupo se l’italia e il suo governo sapranno compiere scelte strategiche per recuperare il tempo perduto e spingere il paese all’innovazione

Pubblicato il 19 Mag 2009

MILANO – Assinform (www.assinform.it) presenta l’anticipazione del suo “Rapporto di primavera”. Per il mercato Ict, a un consuntivo 2008 modesto ma ancora nel complesso positivo (crescita seppur ridotta allo 0,8% per la componente It, decrescita di -0,2% per quella Telecomunicazioni), il presidente Ennio Luccarelli, affiancato da Giancarlo Capitani, amministratore delegato di NetConsulting (www.netconsulting.it), date le circostanze, ritiene d’obbligo contrapporre una proiezione a fine 2009 che prevede, se non interverranno correttivi efficaci, un pesante regresso del -5,9% per l’It, in minima parte compensato da una ripresa dello 0,7% per le Telecomunicazioni.
La figura 1 storicizza questa caduta, facendola seguire a un ultimo 0,8% per il 2008 (ancora positivo grazie a un +1,3% per il software e i servizi, con l’hardware e l’assistenza tecnica già negativi a -0,2% e -2,5%). Ed evidenziando un fatto preoccupante, “la perdita del residuo ruolo anticiclico che l’It ha sempre giocato, in modo vistoso fino al 2001, e in modo parziale fino al 2008”, dice Capitani. “Il -5,9% nel 2009, se confermato, è il riscontro numerico dell’allarme recessione dell’It che – come avverte il presidente Lucarelli -, non è solo fine a se stessa, e ai pesanti riflessi sull’occupazione (i dati Assinform fotografano 47.000 addetti in meno da aprile a dicembre 2008) ma indica un depauperamento del sistema Italia nelle sue capacità di modernizzarsi e di crescere in competitività e produttività”.
Come l’outlook 2009 visibile nella figura 1 in sintesi già anticipa, la frenata 2008 e la contrazione prevista per il 2009 si interpretano e valutano meglio decomponendo il fatturato It nel nostro Paese nei sottomercati hardware, software e servizi It, aggiungendovi la 4a componente delle Tlc, e raffrontando le crescite annue (Average Growth Rate o Agr, ndr) dei quattro fatturati al loro omologo globale.
È quanto abbiamo provato a fare, utilizzando per la crescita Ict globale i dati del recente “Ict spending forecast aggiornato al 1° trimestre 2009” di Gartner (www.gartner.com), che prevede per il 2009 un fatturato Ict globale di 3,2 trilioni di dollari, con un declino del -3,8% rispetto ai 3,4 trilioni di dollari del 2008.
Un declino peggiore del -2,1% registrato nel 2001, anno del dopo bolla Internet, e del tutto comparabile alla contrazione prevista da Assinform per l’Italia.
Due le considerazioni a livello aggregato: la prima è che a fronte degli effetti devastanti sull’Ict globale dello tsunami finanziario, la contrazione attesa per l’Ict italiana per il 2009 è tutto sommato quasi in linea con quella globale, certamente assai più di quanto non lo sia stata la frenata 2008: lo 0,4% di crescita Ict in Italia nel 2008 era assai distante dalla crescita mondiale del 6,1%; mentre la previsione 2009 è di un -5,9% per l’IT e +0,7% per l’Italia contro un -3,8% globale Ict a livello mondiale.
La seconda è l’estensione dell’effetto dollaro al 2009 che dovrebbe rendere la vita più facile ad una multinazionale basata in Europa rispetto a un vendor Usa (Forrester – www.forrester.com, Global It Market Outlook 2009): il riapprezzamento annuo di 9,8% sull’euro (da 1,45 dollari a 1,32 dollari a fine 2008), è atteso perdurare nel 2009, in ciò acuendo la depressione delle crescite di fatturato (in dollari da 13% del 2007 a -2% nel 2009, contro una contrazione minore, se misurata con un paniere di valute locali: da 10% del 2007 a 3% del 2009).
A livello disaggregato, l’hardware non potrà che accentuare la crescita negativa comparsa dopo anni di segno positivo in Italia a fine 2008 (quel -0,2% indotto dal calo in tutti i segmenti, workstation, mainframe, storage, stampanti, salvo i Pc, dove c’è l’ingresso sul mercato dei Netbook. Un calo che riflette un rallentamento del refresh tecnologico nelle imprese). Lo stesso software dovrà lottare per rimanere positivo, malgrado il traino della componente Middleware (ancora 5,7% a fine 2008, contro 3,2% di software di sistema e 2,4% di software applicativo. Il baricentro degli investimenti Middleware oggi è nel Crm, nella business intelligence e, per il potenziale di efficientamento e riduzione costi, nella dematerializzazione documentale). A forte rischio di crescita negativa anche il variegato mercato dei servizi It, animato da un persistente vivace trend nell’outsourcing/Facility Management (2,4% a fine 2008, visto come scorciatoia verso benefici e risparmi con ritorni a breve), ma con Hosting e Formazione, all’altro estremo, già negative (-3,1% e -2,7%) a fine 2008.
Unica previsione disaggregata disponibile, ed incoraggiante, il mercato Tlc è previsto in ripresa dal -0,2% di fine 2008 (-0,3% di apparati e -0,1% di servizi, comunque addebitabili anche ad interventi regolatori su tariffe mobili): ripresa allo 0,7% complessivo, grazie ad una buona diffusione di servizi (0,9%). “A due condizioni”, chiosa Capitani, “che ci sia un chiarimento sulla questione della banda larga di nuova generazione (con relativi investimenti infrastrutturali), e lo sviluppo di servizi mobili su banda larga”.
Importante infine il messaggio “politico” di Lucarelli, a valle dell’incontro col Presidente del Consiglio Berlusconi e con i ministri Maroni e Gelmini: “Assinform ha ascoltato con grande interesse l’affermazione del Presidente del Consiglio che questi anni difficili vanno utilizzati per attrezzarsi e superare l’emergenza, scegliendo azioni strategiche per recuperare il tempo perduto e spingere il Paese all’innovazione. Un risultato che si può raggiungere solo considerando cruciali per lo sviluppo del Paese l’It e le infrastrutture digitali non meno di autostrade, ponti e centrali energetiche”. Di qui l’appello “che il Governo faccia la sua parte, dando coerenza con le urgenze imposte dalla crisi (e concretezza con risorse sufficienti) a due programmi che sono sul tavolo dei Ministri competenti: il Piano e-Government 2012, reperendo i 1.100 milioni di euro mancanti, come stimato dal Ministro Brunetta, e Industria 2015, varando il Progetto per l’Innovazione It, da finanziare con almeno 190 milioni di euro, così come annunciato a inizio mandato dal Ministro Scajola”. “La controparte imprenditoriale – ricorda Lucarelli – è pronta a rispondere contribuendo al costo dell’eGovernment con un project financing al 25% e aggiungendo un importo pari agli stanziamenti decisi per Innovazione It”. E c’è come una conclusione sospesa e non detta, che ci piace esplicitare: intorno all’asse di questi “correttivi efficaci auspicati”, ciascuno di noi nel mondo Ict ancora può e deve fare la sua parte perché il -5,9% previsto a fine 2009 venga battuto e il -2,9% del Pil venga, se non raggiunto, quantomeno avvicinato.

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