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Il Kenya coltiva data center a energia geotermica



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Un’azienda di energia kenyota e una di AI degli Emirati Arabi Uniti annunciano la realizzazione di una infrastruttura per dati alimentata grazie alla geotermia che raggiungerà la potenza di 1 gigawatt. Il Kenya vi fa leva per attirarne altre e dettare nuovi paradigmi di innovazione sostenibile per tutto il continente 

Pubblicato il 28 mar 2024

Marta Abba'

Giornalista



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Spesso troppo attenti alle mosse delle big tech “made in USA”, o a quelle dell’antagonista Cina, fatichiamo a prestare attenzione a quanto avviene a sud e a sud est del nostro Paese. E invece vale la pena di guardare cosa sta avvenendo nel continente poco sotto al nostro Paese, dove capita di individuare episodi di virtuoso riscatto in un’area troppo spesso considerata “poco sviluppata”. Molto spesso si tratta di progetti in chiave sostenibile: non è un caso, visto che questo continente sia una delle aree del globo che più sta patendo la crisi climatica fortemente prodotta da altri, noi compresi. È così che si possono notare progetti come quello annunciato negli scorsi giorni dal Kenya. Un data center totalmente alimentato con energia geotermica verrà presto realizzato da un’azienda di energia locale, in collaborazione con una società degli Emirati Arabi Uniti.

Un data center green a misura di AI

Il suo PUE sarà pari o inferiore a 1,25 e utilizzerà una rete di acqua refrigerata raffreddata ad aria. La potenza iniziale prevista sarà di 100 MW, ma l’innovativo campus di data center promette di arrivare fino a 1 Gigawatt, superando le aspettative iniziali che si limitavano a 60 MW. È, e sarebbe stato comunque, un’importante infrastruttura per un Paese sempre più consapevole della propria energia, geotermica e di giovane ecosistema.

Per ora esiste solo un Memorandum of Understanding (MoU) tra le aziende coinvolte, ma l’engagement di entrambe e i plausi del governo kenyota non ammettono dubbi sulla realizzazione del “data center geotermico” annunciato.

La realtà “straniera” coinvolta vanta un particolare focus su intelligenza artificiale e cloud computing, ha sede ad Abu Dhabi e si chiama G24. Opera soprattutto guardando con interesse al settore oil&gas, oltre che a quelli governativo, sanitario e finanziario, ma sposa progetti e iniziative anche in altri, a patto che siano in linea con la sua missione: rendere l’intelligenza artificiale accessibile a tutti, ovunque.

Dal punto di vista geografico, ha grandi progetti in USA, dove sta investendo 900 milioni di dollari per costruire una piattaforma AI utilizzando i chip Cerebras, ma non solo. Come azionista della Khazna Data Centers, sta sempre di più interessandosi all’Africa. Oltre che al Kenya guarda anche all’Egitto, dove spera di realizzare un altro data center.

Un parco geotermico culla di innovazione sostenibile

L’azienda di energia kenyota che ha stretto la mano a G24 si chiama Ecocloud ed è impegnata da tempo sul piano dell’innovazione digitale ma sostenibile del Paese. E sa bene quanto sia necessario occuparsi di dati, soprattutto se si desidera crescere, come Paese, non per forza totalmente dipendente da altri.

Con il data center a energia geotermica in arrivo, ha in mente di stabilire anche un nuovo standard per le infrastrutture ecologiche, in Kenya e in tutta l’Africa. Un passo avanti lo aveva già compiuto lo scorso settembre, inaugurando il suo data center “Project Eagle” con una capacità di 24 MW su otto data hall da 3 MW, ciascuno contenente tra i 300 e i 500 rack, per lo meno in questa sua fase iniziale.

Questa infrastruttura sorge presso il KenGen Green Energy Park di Olkaria, un parco sorto su un giacimento geotermico e progettato per ospitare una serie di attività industriali e non, fornendo al contempo tariffe energetiche basse.

È un’area che incarna le prospettive coltivate dal Kenya, per attirando sempre di più investitori e aziende con la voglia di realizzare sul suo territorio infrastrutture digitali moderne e sostenibili. Pare ci stia riuscendo: di recente anche la giapponese IIJ ha annunciato la possibilità di costruire un un data center all’avanguardia, modulare in container, proprio in questa nazione africana.

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