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Cercasi killer app per AI PC, già sul mercato ma come comfort



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Esistono decine di modelli di PC AI disponibili subito, ma non altrettante applicazioni meritevoli di investimento. Secondo Forrester, potrebbero diventare una scommessa meno rischiosa verso il 2025, oggi ci si può puntare, ma senza pretendere ricavi immediati 

Pubblicato il 13 mag 2024

Marta Abba'

Giornalista



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A volte gli investimenti in innovazione non possono essere decisi fidandosi delle opportunità che si riescono a scorgere a occhio nudo, a quelle che si stagliano all’orizzonte nitidamente. A volte, sempre più spesso, è necessario aprirsi – o rassegnarsi – all’idea di dover fare i conti con la complessità oggi presentata sia dal mondo della tecnologia, sia dalla geopolitica a esso legata.

Lo fa notare implicitamente Forrester, nella sua ricerca, The Year Of The AI PC Is 2025, nel focus dedicato ai PC ai carichi di lavoro AI.

Qualche motivo di interesse per PC AI c’è, ma…

In sintesi, il messaggio è che l’arrivo dei PC con intelligenza artificiale è “inevitabile”, come inevitabile sia investirci. L’importante è farlo con la consapevolezza che le opportunità di business a essi legate non saranno né immediate, né sicure. 

Per giungere a fare tale considerazione, gli analisti hanno preso in considerazione i fatti. Il primo è l’imminente fine del ciclo di vita di Windows 10. Entro l’ottobre del 2025 si dovranno soddisfare le esigenze di Windows 11 e adeguare in toto a questo passaggio, molto probabilmente investendo su PC AI. Un altro motivo di potenziale successo di questa fetta di mercato potrebbe essere l’abbassamento dei costi di cloud che possono ottenere, supportando l’esecuzione di carichi di lavoro a livello locale.

Vantaggi ci sarebbero anche dal punto di vista della latenza, di conseguenza, e – in prospettiva- delle tante promesse legate all’AI generativa. Si presume che qualcuna la si riuscirà a mantenere.

… forse meglio attendere il 2025?

Fin qui, la ricerca di Forrester parrebbe incoraggiante, ma continuando ad approfondire, i suoi analisti mettono ben in luce che non esiste ancora una ‘killer app’ per il mondo business. Ce ne sono di comode, vantaggiose e interessanti. Ce ne sono di promettenti, ma non fino al punto di spingere a investimenti a cuor leggero o a colpo sicuro.

Pur essendoci alcune esperienze che traggono vantaggio da un chip AI, la maggior parte risulta eseguibile tranquillamente con CPU e GPU tradizionali, anche se non in modo altrettanto efficiente. 

I pionieri potrebbero essere i creativi, i data scientist e i developer, oltre al mondo IT in generale, ma anche loro con estrema prudenza e calma. Per lo meno fino al 2025, anno in cui, secondo Forrester, la situazione potrebbe cambiare. Secondo le sue previsioni, i budget per le piattaforme di AI potrebbero addirittura triplicare nel 2024, spingendo le aziende l’anno successivo a osare. Anche con l’idea di risparmiare sui costi del cloud, previsti in aumento, proprio spingendo i carichi di lavoro AI sul PC.

Un altro verticale IT che potrebbe inaugurare la reale utilità dei PC AI potrebbe essere quello dei dispositivi mobile e dei dispositivi edge, in generale. Pezzo per pezzo, probabilmente si arriverà tutti a considerarli utili, ma senza la fretta che oggi secondo chi li produce bisognerebbe avere.

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