Approccio globale e pratico. E il progetto è sotto controllo

‘The Base’, una nuova iniziativa promossa da Cap. Metodologia made in Italy e approccio multidisciplinare (nella foto: Luca Abatello, Business Solutions Manager di Cap)

Pubblicato il 27 Mag 2010

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Pianificazione e controllo dei progetti, stime e gestione dei costi. Sono termini e tecniche ormai di dominio pubblico, o quasi, associate alla disciplina del project management. Fino agli anni ’80 il project management era utilizzato quasi esclusivamente da chi doveva gestire progetti di grandi dimensioni e complessità; tipici committenti erano allora il Ministero della Difesa Usa e la Nasa. In seguito, anche grazie allo sviluppo e alla diffusione di tecniche come il Pert e i diagrammi di Gantt, la disciplina ha attecchito in imprese e organizzazioni finanziarie, con una crescita di diffusione testimoniata dal numero di certificazioni di professionisti del project management: 20mila dieci anni fa, oltre 350mila oggi.

Perché non è un lusso
Sia pure in notevole ritardo rispetto ad altri paesi europei, soprattutto del Nord Europa, anche in Italia il project management ha avuto di recente una certa diffusione. Viene riproposto in questi giorni con la presentazione dell’iniziativa ‘The Base’ da parte di Cap. Nata a Genova, la società di servizi IT, oltre 26 milioni di euro di ricavi e 200 dipendenti, oggi ha uffici anche a Milano, Torino, Padova, Roma e in Sardegna. Non sembrerebbe il momento più opportuno, questo, per parlare di project management: in tempi di difficoltà economica un impegno su queste attività può apparire una sorta di lusso per le aziende, che oggi investono solo con garanzie di payback a breve termine. Luca Abatello, Business Solutions Manager di Cap, non è d’accordo: “È proprio nei momenti di difficoltà economica – ribatte – che il project management può dare il massimo contributo, per le sue capacità di tenere insieme l’efficacia con l’efficienza, l’innovazione con la velocità di esecuzione, la customer satisfaction con una migliore organizzazione dei processi aziendali, concetti e obiettivi che in genere sembrano escludersi vicendevolmente”.

Il supporto metodologico

Ma non c’è solo Cap dietro il brand ‘The Base’. L’iniziativa nasce dalla collaborazione tra Cap e Marco Sampietro (nella foto), docente di Sda Bocconi e consulente specializzato in project management. Si basa su una metodologia, la Value Driven Project Management, sviluppata dallo stesso Sampietro, che “parte dall’individuazione delle aree a più alto potenziale inespresso o dei colli di bottiglia che impattano sulle performance del progetto in corso e su questo generano il piano di intervento. In questo modo – spiega Sampietro – ci si concentra su poche aree di intervento ad alto valore aggiunto riducendo i tempi necessari per ottenere risultati concreti”. Un taglio pratico, quindi, proprio per guadagnare consenso tra aziende spesso deluse da proposte fumose, poco concrete e viziate da un approccio al project management troppo ‘parziale’ e a cui la proposta di Cap si contrappone con forza. Secondo Sampietro, infatti, il project management è una disciplina che ha radici in più ambiti (organizzazione, psicologia, statistica, sistemi informativi) e che solo se ‘praticata’ integrando le diverse competenze, può davvero fornire un servizio completo e professionale. Come spiega Luca Abatello di Cap, “‘The Base’ unisce il background organizzativo e metodologico di Sampietro con l’anima informatica e il contatto con il cliente della società”.

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