Altilia: innovazione nella Bi

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Altilia: innovazione nella Bi

Sembra una “success story made in Usa”, ma è una storia tutta italiana. E’ quella di Altilia, nata del 2011 come spin-off dell’Istituto di Calcolo e Reti ad alte pretazioni e diventata in poco tempo una tra le più innovative società in area Data Management

Pubblicato il 17 Feb 2014

di Giampiero Carli Ballola

Quella che raccontiamo sembra una “success story made in Usa”, ma è una storia tutta italiana. Nel 2010 due ricercatori dell’Istituto di Calcolo e Reti ad alte prestazioni (Icar-Cnr) dell’Università della Calabria, Massimo Ruffolo ed Ermelinda Oro, decidono, in base a un’idea di cui vedremo poi i fondamentali, di creare una società battezzandola Altilia. Nel 2011 questo spin-off del Cnr vince il premio Working Capital per l’innovazione e in seguito viene finanziato per 2,6 milioni di euro da Principia, primario venture capitalist italiano. Nel 2013 l’Enterprise Data World di San Diego, California (manifestazione internazionale di data e information management), pone la giovanissima società italiana tra le più innovative in area Data Management.

Massimo Ruffolo, Co-fondatore, Ceo e Cto di Altilia

Oggi, con sede e centro di sviluppo a Rende (Cosenza) e uffici commerciali a Milano, l’azienda occupa una ventina di persone e prevede un fatturato 2014 di 1,5 milioni di euro. L’idea sulla quale Altilia è nata è quella di combinare in una stessa piattaforma tecnologie confluenti, e cioè: capacità di data management NoSql e NewSql; gestione semantica di testi e dati non strutturati; cattura dati ed estrazione d’informazioni su base semantica; strumenti di trasformazione e allineamento dei dati; algoritmi di ricerca e analisi su big data; soluzioni di workflow per il big data management. Il tutto in chiave di fruizione via cloud. Il risultato è Mantra, una PaaS utilizzabile in ambiente cloud pubblico o privato che Altilia definisce di “smart data management” e che permette di progettare ed eseguire un Contextual Processing Workflow. Vale a dire un processo organizzato per acquisire, trasformare, allineare e quindi operare query e analisi su dati da fonti eterogenee e, questo è il punto, considerati nei loro contenuti contestualizzati. L’architettura logica di Mantra è data da una serie di MantraApp la cui disposizione modulare e i cui parametri definiscono il modo in cui gli “smart data” sono generati (essendo, per esempio, una sentiment analysis su Twitter diversa da una su siti di e-commerce) e come sono usati, per report destinati all’utente finale o per alimentare sistemi d’analisi preesistenti.

È chiaro che pur vantando concetti e tecnologie avanzate (oggetto di brevetto), Altilia, che sta creando in Europa e negli Usa una rete di partnership con i system integrator, agisce in un campo dove competono sia vendor globali sia best-of-breed consolidate. “Rispetto ai player sul mercato – dice Massimo Ruffolo Co-fondatore, Ceo e Cto della società – ci differenziamo su tre direttrici: la prima è quella tecnologica, che fonde cloud, big data e analisi semantica risultando unica nel suo genere; ci separa dal bisogno tipico della Bi d’integrare dati strutturati e non strutturati e ci rende agnostici rispetto ai sistemi presenti in azienda. Poi abbiamo un pricing molto competitivo. Infine, abbiamo sviluppato un approccio metodologico ai progetti big data che ne facilita pianificazione e sviluppo e permette al cliente di capire dove sta la generazione di valore della tecnologia”.

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Giampiero Carli Ballola

Giampiero Carli-Ballola, nato nel 1942 e giornalista specialista in tecnologia, collabora con ZeroUno dal 1988. Segue i processi di digitalizzazione del business con particolare attenzione ai data center e alle architetture infrastrutturali, alle applicazioni big data e analitiche, alle soluzioni per l’automazione delle industrie e ai sistemi di sicurezza.

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