Oggi, con sede e centro di sviluppo a Rende (Cosenza) e uffici commerciali a Milano, l’azienda occupa una ventina di persone e prevede un fatturato 2014 di 1,5 milioni di euro. L’idea sulla quale Altilia è nata è quella di combinare in una stessa piattaforma tecnologie confluenti, e cioè: capacità di data management NoSql e NewSql; gestione semantica di testi e dati non strutturati; cattura dati ed estrazione d’informazioni su base semantica; strumenti di trasformazione e allineamento dei dati; algoritmi di ricerca e analisi su big data; soluzioni di workflow per il big data management. Il tutto in chiave di fruizione via cloud. Il risultato è Mantra, una PaaS utilizzabile in ambiente cloud pubblico o privato che Altilia definisce di “smart data management” e che permette di progettare ed eseguire un Contextual Processing Workflow. Vale a dire un processo organizzato per acquisire, trasformare, allineare e quindi operare query e analisi su dati da fonti eterogenee e, questo è il punto, considerati nei loro contenuti contestualizzati. L’architettura logica di Mantra è data da una serie di MantraApp la cui disposizione modulare e i cui parametri definiscono il modo in cui gli “smart data” sono generati (essendo, per esempio, una sentiment analysis su Twitter diversa da una su siti di e-commerce) e come sono usati, per report destinati all’utente finale o per alimentare sistemi d’analisi preesistenti.
Altilia: innovazione nella Bi
Sembra una “success story made in Usa”, ma è una storia tutta italiana. E’ quella di Altilia, nata del 2011 come spin-off dell’Istituto di Calcolo e Reti ad alte pretazioni e diventata in poco tempo una tra le più innovative società in area Data Management
Pubblicato il 17 Feb 2014
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