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Proxmox vs VMware: le due piattaforme di virtualization a confronto



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Scegliere tra Proxmox e VMware significa valutare attentamente costi, funzionalità e gestione IT. La comparazione tra un approccio open source e una soluzione enterprise consolidata aiuta a comprendere quale piattaforma risponda meglio alle esigenze di aziende diverse. Gli aspetti da valutare

Pubblicato il 20 mag 2025



Proxmox vs VMware

Le piattaforme di virtualizzazione Proxmox Virtual Environment (PVE) e VMware vSphere rappresentano due approcci distinti alla gestione di macchine virtuali in ambito aziendale.

Partendo da una panoramica generale per poter mettere Proxmox vs VMware a confronto, VMware vSphere è un pioniere della virtualizzazione x86, sviluppato da VMware (acquisita da Broadcom) e oggi considerato lo standard de facto nelle grandi imprese.

La sua suite (hypervisor ESXi, gestore vCenter, ecc.) è una soluzione proprietaria commerciale: offre prestazioni e supporto di livello enterprise, ma comporta costi di licenza considerati in molti casi elevati. VMware ha un’enorme base installata nel mondo enterprise, ed è attualmente il punto di riferimento nella virtualizzazione server.

L’ecosistema VMware è arricchito da una vasta rete di partner, fornitori terzi e professionisti certificati, segno di una diffusione capillare. Come accennato, nel 2023 VMware è stata acquisita da Broadcom, evento che ha introdotto cambiamenti significativi, su tutti un nuovo modello di licenze in abbonamento.

Proxmox VE è, invece, una piattaforma di virtualizzazione open source, lanciata nel 2008 dall’azienda Proxmox Server Solutions GmbH. Si basa su un modello aperto (licenza AGPL v3) e integra componenti noti della community Linux (hypervisor KVM per la virtualizzazione completa e container LXC per quella a livello di sistema) all’interno di un’unica interfaccia di gestione.

Proxmox è cresciuto negli anni guadagnando popolarità, specialmente tra le PMI e gli utenti esperti open source, grazie all’assenza di costi di licenza e alla flessibilità di personalizzazione. Oggi conta migliaia di installazioni aziendali nel mondo, sebbene la sua quota di mercato complessiva resti inferiore al 1% nel segmento virtualizzazione (concentrata soprattutto tra organizzazioni di medio-piccole dimensioni).

Ciononostante, l’interesse per Proxmox è in forte aumento, in parte trainato dal desiderio delle aziende di ridurre i costi e dalla fiducia nelle soluzioni community-driven. Ad esempio, l’acquisizione di VMware da parte di Broadcom (con conseguenti aumenti di costo e rimodulazioni di supporto) ha spinto diversi utenti a valutare alternative più economiche come Proxmox.

Proxmox vs VMware: caratteristiche e funzionalità a confronto

Nel confronto Proxmox vs VMware, entrambe le piattaforme consentono di eseguire workload virtualizzati in produzione, ma con approcci e feature-set differenti. Di seguito l’analisi dei principali aspetti tecnici e funzionali.

Gestione di VM e container

Proxmox VE unisce in un’unica soluzione sia la virtualizzazione tradizionale sia i container. Integra infatti l’hypervisor KVM (per creare macchine virtuali complete, incluse VM Windows e Linux) e LXC (per container Linux leggeri) accessibili da una console unificata.

VMware vSphere, dal conto suo, si basa esclusivamente su hypervisor ESXi per eseguire VM; non offre container “nativi” nell’hypervisor, se non tramite strumenti aggiuntivi come vSphere Integrated Containers o l’uso di Kubernetes esterni.

Dal punto di vista dell’interfaccia di gestione, Proxmox fornisce una console web-based per amministrare nodi, VM e container, oltre a CLI e API REST; VMware offre un management centralizzato via vCenter Server (interfaccia web client o client dedicato) da cui controllare host ESXi e risorse virtuali a livello di cluster.

Clustering

  • Entrambe supportano cluster multi-host con HA.
  • VMware offre DRS e Fault Tolerance, Proxmox no.
  • Proxmox punta sulla semplicità e leggerezza, VMware sull’automazione.

Proxmox e VMware supportano configurazioni in cluster di più host per aumentare disponibilità e resilienza.

Proxmox VE, nello specifico, consente di creare cluster multi-nodo senza componenti aggiuntivi: qualsiasi nodo può gestire l’intero cluster (non esiste un server “master” separato) e sono disponibili funzionalità di failover automatico in caso di guasto di un nodo. Proxmox utilizza un meccanismo di quorum (Corosync) per il clustering e può raggruppare tipicamente fino a 32 nodi in un cluster HA.

VMware, tramite vCenter, permette cluster più estesi (fino a 64 host per cluster vSphere nelle versioni recenti) e implementa HA in modo maturo: se un host ESXi va offline, le VM vengono riavviate automaticamente su altri nodi del cluster. Inoltre, VMware offre funzionalità avanzate non disponibili in Proxmox, come Fault Tolerance (che mantiene una copia sincronizzata in tempo reale di una VM su un host secondario per zero downtime in caso di fault) e soprattutto Distributed Resource Scheduler (DRS), il bilanciamento automatico del carico: VMware DRS migra dinamicamente le VM tra host per ottimizzare l’uso di CPU/RAM dell’intero cluster. Proxmox al momento non include un equivalente di DRS, il che significa che in ambienti di grandi dimensioni l’ottimizzazione delle risorse va gestita manualmente o con script esterni.

Backup e ripristino

  • Proxmox include backup integrati e supporta ZFS.
  • VMware richiede tool esterni per molti scenari ma offre strumenti dedicati come SRM.
  • Entrambe offrono snapshot e repliche, ma VMware ha una soluzione DR più matura.

Proseguendo nel confronto tra Proxmox vs VMware, la protezione dei dati e la continuità operativa sono aspetti fondamentali in azienda.

Proxmox VE include strumenti integrati per backup delle VM e dei container, grazie all’integrazione nativa con Proxmox Backup Server (soluzione dedicata di backup enterprise sviluppata dal team Proxmox). Con Proxmox è possibile programmare backup automatici, usare compressione, deduplicazione ed effettuare backup a caldo (live) delle VM in esecuzione, minimizzando le interruzioni.

Sul fronte disaster recovery, Proxmox supporta cluster multi-sito e replica ZFS, ma non fornisce out-of-the-box un orchestratore di DR multi-datacenter avanzato; ci si affida a tool open source o script per orchestrare il ripristino in un sito secondario.

VMware vSphere offre un ecosistema robusto per backup e disaster recovery, sebbene molte funzionalità richiedano prodotti aggiuntivi. vSphere consente snapshot delle VM e integrazione con software di terze parti (es. Veeam, Commvault) per i backup.

Per il disaster recovery, VMware mette a disposizione vSphere Replication (replica asincrona di VM tra host/sites) e Site Recovery Manager (SRM), prodotto separato che automatizza i failover/failback tra datacenter.

Hypervisor sottostante e compatibilità guest

  • VMware usa un hypervisor proprietario (ESXi), Proxmox KVM su Debian.
  • Entrambe supportano un’ampia gamma di sistemi operativi guest.
  • Proxmox è più flessibile sull’hardware, VMware è certificato e testato.

Proxmox e VMware adottano entrambi hypervisor bare-metal ad alte prestazioni, ma di tipo diverso.

VMware ESXi è un hypervisor proprietario Type-1 che si installa direttamente sull’hardware, con un kernel ottimizzato (derivato da VMware Photon OS). Proxmox utilizza come base una distro Debian Linux, al cui interno KVM funge da hypervisor (anch’esso Type-1, integrato nel kernel). In pratica, Proxmox necessita di un OS host (Debian) mentre ESXi è un OS hypervisor minimale a sé stante; entrambi gli approcci hanno performance paragonabili e supporto per virtualizzazione assistita hardware (Intel VT-x/AMD-V).

Per quanto riguarda i sistemi operativi guest supportati, non vi sono differenze sostanziali: VMware supporta ufficialmente una vasta gamma di OS guest (tutte le versioni server Windows, Linux principali, UNIX vari e altro), con ottimizzazioni specifiche per Windows e Linux. Proxmox consente parimenti di eseguire VM Windows, Linux e altri OS (FreeBSD, etc.), offrendo driver VirtIO e agent guest per ottimizzare le prestazioni su Windows/Linux. In pratica, qualsiasi OS compatibile con l’hardware x86_64 può girare in KVM, sebbene VMware vanti un livello di integrazione e certificazione particolarmente forte in ambienti Windows enterprise.

Un aspetto da considerare è la compatibilità hardware host: VMware mantiene una Hardware Compatibility List (HCL) ufficiale (solo server certificati e componenti testati sono supportati al 100%), mentre Proxmox (Debian) generalmente funziona sulla maggior parte dei comuni server x86_64 e hardware consumer, offrendo maggiore flessibilità nel riutilizzo di macchine non certificate. In contesti enterprise tuttavia, anche con Proxmox si tende a utilizzare hardware di classe server supportato (per affidabilità e supporto).

Networking e funzionalità di rete

  • VMware offre NSX per SDN avanzata e sicurezza di rete.
  • Proxmox si basa su Linux networking, con possibilità di usare Open vSwitch.
  • Proxmox è adeguato per reti semplici; VMware domina in ambienti enterprise complessi.

Nell’ambito del networking virtuale, VMware dispone di opzioni avanzate: ogni host ESXi implementa uno vSwitch standard per collegare VM e uplink fisici; con vCenter è possibile usare Distributed Virtual Switch (dvSwitch), mentre per scenari di virtualizzazione di rete sofisticata è presente VMware NSX, una piattaforma SDN che consente overlay network, micro-segmentazione e funzioni di sicurezza avanzate (firewall distribuito, VPN, ecc.).

Proxmox utilizza, invece, le funzionalità di networking di Linux: supporta bridge di rete (Linux Bridge) e può integrare Open vSwitch per esigenze SDN/overlay più spinte. Proxmox include un firewall software definito a livello di cluster e supporta IPv4/IPv6, ma non offre un equivalente di NSX interno. Può però coesistere con soluzioni SDN open (es. Open vSwitch con VXLAN, oppure collegarsi a segmenti gestiti da firewall esterni).

In ambienti enterprise complessi con multi-site, VMware ha il vantaggio di tool come NSX per un networking virtuale unificato e la piena integrazione con soluzioni cloud (es. VMware Cloud on AWS). In contesti mid-market o singolo sito, le funzionalità di rete di Proxmox (bridge, VLAN, bond, ecc.) sono in genere più che sufficienti. Entrambi permettono inoltre di configurare team di interfacce (NIC bonding) e VLAN tagging sulle porte virtuali.

Gestione dello storage

  • Proxmox supporta numerosi backend (Ceph, ZFS, iSCSI, NFS, ecc.) senza licenze.
  • VMware utilizza VMFS, vSAN (a pagamento), e funzioni avanzate di storage.
  • Proxmox offre una HCI gratuita; VMware ha strumenti più automatizzati a pagamento.

La gestione dello storage differisce per filosofia: vSphere adotta il proprio filesystem cluster VMFS per gli storage locali/SAN e offre come opzione la soluzione Software-Defined Storage vSAN (licenza aggiuntiva) per creare un data store distribuito aggregando i dischi degli host.

VMware supporta collegamenti a storage esterni via iSCSI, Fibre Channel, NFS, e consente funzionalità avanzate come Storage vMotion (migrazione “a caldo” dei dischi VM tra datastore) e Storage DRS (bilanciamento automatico dei carichi I/O tra datastores).

Proxmox VE, dal canto suo, è estremamente flessibile: supporta molteplici tipologie di storage out-of-the-box – LVM su dischi locali, directory file system, NFS, iSCSI, ZFS (con supporto a snapshot e repliche), Ceph (storage distribuito object/block open source integrato nativamente), GlusterFS, CIFS, ecc.. In pratica Proxmox consente di costruire gratuitamente un’infrastruttura iperconvergente (HCI) usando ad esempio Ceph per avere storage ridondato distribuito tra nodi (alternativa open a vSAN). Entrambe le piattaforme supportano tecnologie di snapshot e cloning di dischi: VMware implementa snapshot VM consistenti su VMFS, Proxmox sfrutta le snapshot a livello di storage (es. ZFS snapshot) o qcow2.

Per scalabilità storage, l’approccio di Proxmox dipende dalla tecnologia scelta (ad es. Ceph scala aggiungendo nodi e OSD liberamente, ZFS è limitato al singolo nodo), mentre vSAN (VMware) scala aggiungendo host al cluster. Un punto di distinzione è che tutte le funzionalità storage di Proxmox sono incluse (nessun costo licenza per Ceph, ZFS, etc.), mentre alcune feature storage di VMware richiedono licenze enterprise (vSAN è a pagamento, così come Storage DRS disponibile solo in edizioni avanzate).

Il confronto Proxmox vs VMware su prezzi e modelli di licenza

  • Proxmox è gratuito, con supporto opzionale tramite abbonamento.
  • VMware è a pagamento, con un nuovo modello subscription per core.
  • Il costo di VMware può essere proibitivo per le PMI.

Un elemento cruciale nel confronto Proxmox vs VMware in azienda è il costo e il modello di licensing/supporto, poiché incide sulla scalabilità economica al crescere dell’infrastruttura.

Proxmox VE: open source con supporto opzionale

Proxmox è disponibile gratuitamente: non prevede costi di licenza per il software, indipendentemente dal numero di nodi o core. Tutte le funzionalità sono incluse nella versione open source. L’azienda offre subscription annuali (opzionali) per ottenere accesso al repository enterprise (aggiornamenti stabili) e supporto tecnico diretto.

Le subscription sono calcolate per singolo server (per CPU socket) con vari livelli: ad esempio Community, Basic, Standard e Premium, con prezzi crescenti in cambio di SLA di supporto migliori.

VMware vSphere: licenze a pagamento e sottoscrizioni

VMware adotta un modello proprietario. In passato vSphere era venduto con licenza perpetua per CPU e manutenzione annuale; dal 2024, sotto Broadcom, VMware sta transitando a un modello subscription basato sul numero di core CPU.

Oggi le edizioni vSphere (es. Standard, Foundation) richiedono di sottoscrivere abbonamenti che coprono tutti i core fisici dei server, con un minimo di 16 core per CPU. Il costo scala, quindi, in base alla potenza hardware: più core equivalgono a più licenze.

Inoltre, VMware richiede licenze separate per componenti aggiuntivi come vSAN, NSX, SRM, ecc., e tipicamente un contratto di supporto (SnS) annuale va incluso (spesso il prezzo dell’abbonamento già ingloba il supporto di base).

Proxmox vs VMware: pro e contro nei contesti aziendali

Passiamo ora a riassumere vantaggi e svantaggi di Proxmox vs VMware in ambito business, tenendo conto delle diverse esigenze di una media impresa (mid-market) rispetto a una grande azienda o un data center su larga scala.

Proxmox – Vantaggi

  • Nessun costo di licenza: modello open source con TCO ridotto.
  • Tutte le funzionalità incluse gratuitamente (HA, backup, clustering, ecc.).
  • Supporto sia a VM che container da un’unica interfaccia web.
  • Integrazione con tecnologie open (Ceph, ZFS, Linux networking).

Costi di licenza nulli e TCO ridotto: la natura open source di PVE elimina le spese di licenza, rendendo possibile implementare virtualizzazione avanzata anche con budget limitati. Questo è un enorme vantaggio per PMI, enti no-profit o dipartimenti IT con risorse scarse. Questa soluzione offre un set completo di funzionalità incluse (HA, backup, clustering, ecc.) senza bisogno di moduli aggiuntivi a pagamento, e supporta nativamente sia VM che container, fornendo grande flessibilità architetturale.

La piattaforma è apprezzata per la semplicità di utilizzo – l’interfaccia web unificata e la struttura basata su Linux la rendono gestibile anche senza certificazioni specifiche VMware, con una curva di apprendimento moderata. Inoltre, Proxmox beneficia di una community open source: aggiornamenti continui, forum di supporto e possibilità di personalizzazione del codice secondo le proprie esigenze.

In termini di interoperabilità, l’integrazione con tecnologie open (Ceph, ZFS, Linux networking) consente di costruire soluzioni su misura evitando il vendor lock-in – un aspetto strategico per aziende che mirano alla sovranità digitale e al controllo della propria infrastruttura. La soluzione risulta ideale in contesti mid-market e SMB in cui il contenimento dei costi e la versatilità superano la necessità di funzioni enterprise ultra-avanzate.

Proxmox – Svantaggi

  • Mancanza di funzionalità avanzate come DRS e orchestratori integrati.
  • Maggiore onere gestionale in ambienti di grandi dimensioni.
  • Supporto tecnico enterprise limitato rispetto a VMware.
  • Ecosistema di terze parti più ristretto.

Nonostante i notevoli progressi, Proxmox VE ha ancora qualche limite nei contesti enterprise di maggiore scala. In ambienti con centinaia di VM o decine di host, la mancanza di feature come DRS per il bilanciamento automatico e l’assenza di tool avanzati di orchestrazione possono aumentare l’onere gestionale. Ad esempio, distribuire carichi uniformemente su 20 nodi Proxmox richiede intervento manuale o scripting, mentre VMware lo fa automaticamente. Anche la gestione multi-sito/DR richiede più lavoro manuale con Proxmox, non essendoci un equivalente integrato di SRM.

Sul fronte supporto tecnico, l’assistenza enterprise di Proxmox (se acquistata) copre le esigenze standard ma non eguaglia per capillarità quella VMware: le finestre di supporto e i tempi di risposta sono più limitati, e per problemi critici ci si basa spesso sulla community. Per aziende che richiedono un supporto 24/7 garantito e un referente diretto on-site, questo può essere uno svantaggio.

L’ecosistema di terze parti intorno a Proxmox è inoltre più ristretto: molti software di backup enterprise, tool di monitoring o soluzioni di cloud management hanno integrazione nativa con VMware, mentre con Proxmox possono richiedere work-around o non essere ufficialmente supportati.

VMware vSphere – Vantaggi

  • Soluzione completa per datacenter: HA, vMotion, DRS, NSX, vSAN, ecc.
  • Integrazione estesa con software di terze parti.
  • Ideale per grandi aziende con carichi critici e ambienti mission-critical.
  • Strumenti di gestione avanzata che riducono i rischi operativi.

La forza di VMware in ambito enterprise è la sua ricchezza funzionale e solidità comprovata. vSphere offre praticamente tutto ciò che serve a un data center moderno: alta disponibilità automatizzata, fault tolerance, migrazione live delle VM (vMotion), bilanciamento carichi (DRS), gestione centralizzata con vCenter, network virtualization (NSX), storage distribuito (vSAN), integrazione con soluzioni cloud ibride, ecc.. Questa completezza fa sì che VMware sia la scelta naturale per grandi imprese con carichi critici che richiedono massime prestazioni, ottimizzazione delle risorse e strumenti avanzati di controllo.

Un altro vantaggio chiave è il supporto enterprise di alto livello: con VMware si può avere assistenza 24/7 con tempi di risposta rapidi, account di supporto dedicati, consulenti certificati e formazione ufficiale (es. programmi VCP, VCAP) – elementi che riducono il rischio operativo nei contesti mission-critical.

VMware gode inoltre di un ampio ecosistema: quasi tutti i vendor di software di backup, monitoring, security e cloud management offrono integrazioni out-of-the-box con vSphere. Anche il personale qualificato non manca: vi è un grande bacino di professionisti con esperienza VMware, semplificando assunzioni e gestione (mentre trovare personale esperto Proxmox può essere meno immediato data la minore diffusione).

VMware vSphere – Svantaggi

  • Costi mediamente elevati (licenze, abbonamenti, componenti aggiuntivi).
  • Potenziali vendor lock-in e difficoltà di migrazione ad altre piattaforme.
  • Maggiore complessità di gestione e bisogno di personale altamente qualificato.
  • Rischio di sovra-dimensionamento per le PMI.

Il principale svantaggio di VMware è senza dubbio il costo. Licenze, rinnovi e componenti aggiuntivi rappresentano un investimento sostanziale che può risultare proibitivo per piccole e medie imprese o per ambienti secondari di test. Anche per aziende grandi, il TCO di VMware può incidere non poco sul budget IT.

Un altro svantaggio è il potenziale vendor lock-in: una volta costruita l’infrastruttura intorno all’ecosistema VMware, migrare ad altre soluzioni può essere complesso.

In termini di complessità, vSphere è più esigente in risorse e competenze rispetto a Proxmox: richiede hardware certificato, pianificazione attenta (ad es. per implementare correttamente vCenter HA, disegnare reti NSX, etc.) e personale formato per sfruttarne tutte le potenzialità. Nelle PMI con team IT ridotti, questa complessità può tradursi in sovra-utilizzo: c’è il rischio di pagare per funzionalità non utilizzate appieno e di trovarsi con un sistema potente ma overkill rispetto alle esigenze reali.

Proxmox vs VMware: quale scegliere?

Non esiste una risposta univoca: la scelta Proxmox vs VMware dipende dal profilo e dalle priorità dell’azienda. In una grande azienda con migliaia di VM, applicazioni mission-critical e necessità di automazione avanzata, VMware vSphere rimane spesso la scelta preferenziale per la sua robustezza, performance e supporto comprovato.

In un contesto mid-market o per infrastrutture più piccole, dove il budget è un fattore determinante e si privilegia un approccio flessibile, Proxmox VE offre un valore molto interessante in termini di costo-efficienza pur garantendo funzionalità enterprise-grade.

Molte organizzazioni adottano persino un approccio ibrido: VMware per i carichi di produzione critici e Proxmox per ambienti di test, sedi secondarie o determinati servizi. Ciò che è certo, il panorama della virtualizzazione enterprise non è più monopolizzato – soluzioni open source come Proxmox hanno dimostrato di poter soddisfare requisiti aziendali importanti, fornendo alle imprese un’opzione in più per innovare e ottimizzare i costi. L’auspicio è che, valutando attentamente casi d’uso, costi e benefici, ogni azienda possa scegliere la piattaforma più adatta alle proprie esigenze strategiche e operative.

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