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I data center diventeranno obsoleti?

Verranno magari semplificati, razionalizzati o perfino ridotti ma, in futuro, i data center non scompariranno. Ciò che ci aspetta, come anche in altri ambiti, è una repentina e solo in parte prevedibile evoluzione. Per esempio, arriveremo a esplorare alcune opzioni as-a-service, sfruttando il cloud per scaricare nuove applicazioni

Pubblicato il 20 Apr 2023

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Secondo Gartner, entro il 2025, l’85% delle aziende chiuderà i propri data center tradizionali. Questo non decreterà la loro fine: saranno semplicemente i protagonisti di una delle tante rapide evoluzioni che caratterizzano il mondo IT. 

Proprio mentre ci si trova ad affrontare inevitabili tagli di budget, spuntano infatti nuove interessanti opportunità che superano il concetto di data center classico. Si comincia a parlare di as-a-service e si abbraccia anche il cloud in modo sempre più convinto.

Questa tecnologia, in particolare, è stata da subito molto presente nella carriera dei data center. Inizialmente era un supporto, oggi può diventarne la protagonista. Finora ha raccolto molti entusiasmi nel mondo IT, ma non un consenso unanime. C’è ancora chi si rifiuta di affidarsi e di affidargli i propri dati. Mentre il paradigma del cloud è fortemente cambiato, purtroppo le preoccupazioni che supportano il rifiuto ad adottarlo sono sempre le medesime: la paura di perdere il controllo sull’infrastruttura e sui dati. 

Fortunatamente, con il tempo, sono sempre meno le organizzazioni che approcciano il cloud con un atteggiamento “tutto o niente”, molti preferiscono valutare un ridimensionamento dei data center o l’adozione di modelli as-a-service e cloud. Ci sono persino casi di reinvestimenti in data center.

Le sfide dei data center on-premise spingono al cambiamento

Ed Featherston, direttore dell’architettura cloud ibrida e della strategia tecnologica dell’infrastruttura presso Thermo Fisher Scientific, ritiene che l’idea di un abbandono generalizzato dei data center sia “piuttosto ingenua e non rispecchi la realtà”. Va però preso atto che sono ormai poche le realtà che costruiscono, possiedono e mantengono i propri data center. Il tempo e le risorse richiesti sono consistenti e la mission non è più una priorità per le aziende. Featherston aggiunge anche che “le sfide legate alla gestione dei data center, in particolare per quanto riguarda la ricerca di talenti, sono sempre più scoraggianti”. 

I numeri confermano questo cambiamento. Rob Brothers, vicepresidente del programma per i data center e i servizi di supporto di IDC, illustra un report che prevede una modesta riduzione dello spazio dedicato ai data center di proprietà e gestiti dalle aziende. Al contempo si ha un tasso di crescita annuo complessivo pari a -5,9% della capacità dei data center aziendali a livello mondiale, misurata in termini di metri quadrati, entro il 2026. Ciò conferma quindi che i data center tradizionali non diventeranno obsoleti, ma è molto probabile che in futuro non ce ne saranno di grandi, non come ai primi tempi.

Lo splitting dei servizi: solo alcuni restano in sede

Scott Sinclair, practice director di cloud, infrastruttura e DevOps presso Enterprise Strategy Group, una divisione di TechTarget, rispolvera una ricerca sul distributed cloud condotta all’inizio del 2022. In quel contesto si chiedeva il numero di sedi di data center esistenti cinque anni prima e al momento dello studio, e quante se ne prevedevano tra cinque anni. Non era emerso un trend chiaro nelle risposte, solo l’evidenza di un aumento del numero di data center, con una minima parte che pensava di poterne fare del tutto a meno (1% – 2%). 

Questo risultato non corrisponde a uno scenario statico: ci saranno comunque dei cambiamenti, a partire dalle aziende con i maggiori investimenti on-premises. Sono le più ansiose di modernizzarsi manifestando un crescente interesse per le tecnologie che possono aiutare a integrare, automatizzare, consolidare e, allo stesso tempo, essere flessibili.

“Abbiamo chiesto quali fossero i piani per le applicazioni. Una forte maggioranza ha risposto che ne sta spostando il maggior numero possibile nel cloud” spiega Sinclair. “Le esigenze di dati e applicazioni stanno crescendo molto rapidamente; in genere si cresce più nel cloud che nel data center. A ogni modo, le aziende devono modernizzare la propria infrastruttura on premises”. Questo trend mette in rilievo, sul mercato, prodotti come Azure Stack o AWS Outposts, che promettono l’integrazione tra cloud e on-premise. 

Verso l’automation spinti dalle nuove priorità IT 

A spingere molto l’approccio as-a-service, è la voglia del team IT di liberarsi di una parte delle proprie incombenze – le più ripetitive e meccaniche – per dedicarsi a quelle con un maggior valore aggiunto. 

Dal punto di vista delle risorse umane, è stata proprio la necessità di rispondere a troppe esigenze all’interno dell’organizzazione stessa a far scomparire il vecchio modello.

Alcune attività costituivano veri e propri lavori, per esempio essere esperti nella previsione delle esigenze infrastrutturali. Grazie a una maggiore automazione, scompariranno e le persone potranno concentrarsi su altre aree.

“Un paio di mesi fa un utente mi ha raccontato come l’as-a-service abbia migliorato l’esperienza lavorativa dei dipendenti” racconta Sinclair. “Ora possono lavorare di più sulle attività per loro maggiormente divertenti e stimolanti“.

Parte delle complessità che le aziende incontrano nel modernizzare l’infrastruttura on-premise o nel trasferire alcune applicazioni è spesso legata alla mancanza di una reale visibilità dei costi delle strutture on-premise attuali. Da parte sua, Featherston si oppone al fatto che il cloud sia l’unica, o addirittura la principale, opzione.

Figura 1: Grafico delle proiezioni sugli investimenti nei data center

I modi in cui i data center si evolveranno includono un maggiore uso di prodotti cloud hyperscale e il monitoraggio dell’infrastruttura. “Prevedo un significativo spostamento e una maggiore attenzione verso le strutture di colocation e i servizi gestiti” afferma. Proprio come nel mondo del cloud, nascerà la tendenza a valorizzare economie di scala anche per immobili, energia, sistemi di raffreddamento e personale.

“Quando si considerano i prezzi di colocation dei servizi gestiti, all’inizio ci si può spaventare” ammette Featherston. “Ma coloro che li esaminano scoprono che, in ultima analisi, si tratta di un paradigma molto più semplice da gestire”.

Più pianificazione per rispondere alle nuove esigenze, anche HR

Tracy Woo, analista senior di Forrester Research, afferma che il modo più importante per prepararsi ai cambiamenti futuri è assicurarsi di avere nel proprio team delle persone con le giuste competenze. Per esempio, per le organizzazioni che puntano sul cloud saranno indispensabili talenti in grado di supportarlo. Con la compressione dei ruoli IT, molti dovranno saper codificare, gestire l’infrastructure-as-a-code e utilizzare strumenti di automation e orchestrazione.

“Non si tratta più di provisioning e fornitura di servizi, ormai fatti attraverso l’auto-provisioning: ci saranno più di attività di integrazione e supporto. Allo stesso modo, un tempo c’erano più silos funzionali, come il testing. Ora l’IT si basa maggiormente su team di piattaforma e team integrati. Non è più come il vecchio modello ‘develop it and throw it over the wall’” sostiene Woo.

Per questo motivo, i team dei servizi di gestione dell’infrastruttura tradizionale devono sapere come effettuare la consegna e il monitoraggio continui. Utilizzando l’observability, devono capire come avere visibilità sull’intero ambiente e come utilizzare strumenti di gestione multi-cloud.

Greg Schulz, fondatore della società di analisi e consulenza IT StorageIO, invita i professionisti a pensare in modo ampio ai data center esistenti e al loro valore potenziale. Alcuni sono particolarmente ben posizionati rispetto all’alimentazione e alla larghezza di banda e risultano affidabili e convenienti. Schulz spiega che “È possibile ridurre le operazioni IT ma, soprattutto, utilizzare il team per altri scopi all’interno dell’azienda. Potrebbe emergere un valore elevato e in grado di aiutare voi o l’azienda a raggiungere nuovi obiettivi”.

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