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Open source, boom di download in Russia

Prima in classifica per numero di download open source, questo controverso paese insegue l’innovazione così, schivando le sanzioni. Secondo Scarf, però, non è l’unica a credere in questo paradigma

Pubblicato il 14 Giu 2023

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Negli ultimi mesi il mondo open source sta godendo di un consistente successo. Finalmente questo paradigma aperto vede pian piano riconosciuto ogni giorno di più il suo valore, non solo nel settore delle tecnologie. L’organizzazione di monitoraggio dell’open source Scarf ha fotografato la situazione globale nel primo semestre del 2023. Ciò che emerge è che non si tratta solo di una raccolta di ciò che si è seminato in passato. Esistono anche altre leve su cui l’open source sta costruendo il proprio successo. Una per tutte, i conflitti geopolitici.

Non solo una reazione alle sanzioni

A far destare i primi sospetti è l’apparizione della Russia in questo report, come “campione di download”. Questo Paese, infatti, presenta una vera e propria proliferazione di progetti con questo approccio, cresciuti del 320%. Non ci si è improvvisamente accorti dei suoi vantaggi: dietro ci sono le sanzioni commerciali internazionali imposte a seguito l’invasione dell’Ucraina nel febbraio 2022. Hanno provocato una vera e propria fuga di fornitori di software commerciale che, ritirando le vendite, lo sviluppo, i servizi e l’assistenza dai suoi confini, hanno costretto il Paese a rivolgersi al mondo open source.

È naturale che questo meccanismo faccia nascere un dibattito in merito a una eventuale limitazione dei download da parte di Paesi con regimi sommari. Aleggia l’idea ma nulla di fatto, per ora, mentre emergono altri dati interessanti sulle impennate di altri Paesi come l’Irlanda (290%), i Paesi Bassi (290%) e il Belgio (240%) che non hanno alcun legame con logiche di sanzioni. Si tratta quindi di una pura e semplice scelta di campo e di strategia. Probabilmente, in parte, ciò vale anche per la sanzionata Russia.

Aziende e open source: innovazione cercasi

Presentandosi come la Google Analytics per l’open source, Scarf tiene traccia di circa 2.000 progetti e snocciola dati anche sulle aziende. Il numero di quelle che hanno scaricato software open source tra il quarto trimestre del 2022 e il primo trimestre del 2023 è cresciuto del 18,5%, ma il totale dei download effettuati dalle aziende è diminuito del 26%. Molto probabilmente si tratta di una flessione causata dalla cadenza regolare dei rilasci dei progetti open source commerciali. I download da parte di tutte le organizzazioni sono cresciuti di quasi il 60%, superando di poco i 240 milioni ma solo lo 0,5% è dovuto a nuovi pacchetti sul mercato.

Come prevedibile, in testa alla classifica delle più attive ci sono aziende tech come Oracle, Apple, Cisco e Microsoft mentre General Motors è al primo posto tra quelle non tecnologiche. I suoi sono download direttamente dovuti alla pura e semplice domanda organica di progetti open source. Tornando alla loro originaria valenza, si tratta infatti di elementi adatti alla ricerca di modi per innovare e risparmiare sui budget. Un andare verso il nuovo – e non per forza uno sfuggire, a sanzioni – che va incoraggiato e che il mondo open source può e dovrebbe cavalcare.

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