Manufacturing

Sempre più IoT nell’industria

L’internet of things è vista come un’opportunità per rivedere il framework digitale della fabbrica e della supply chain e le strategie di vendita

Pubblicato il 29 Gen 2021

industria iot

Il processo di adozione delle tecnologie IoT nell’industria è ormai avviato verso una piena maturità. Le prime esperienze sono state largamente trainate dal tentativo di dimostrare che l’introduzione di tecnologie IoT nello shop floor portava all’azienda benefici immediati in termini di riduzione dei costi e dei rischi di fermo attraverso progetti tesi a transitare da un modello di manutenzione basato sulla programmazione ciclica rigida e risoluzione dei guasti a un modello predittivo.

L’Internet of Things nell’industria, opportunità di innovazione

Più recentemente grazie, da un lato alla spinta prodotta dai vendor di tecnologie IoT, dalla crescente disponibilità di piattaforme IoT in cloud in grado di mettere a disposizione dei clienti potenti motori per l’analisi del dato e per applicazioni AI, dall’altro a una progressiva maturazione delle organizzazioni dei soggetti industriali e delle tecnologie rese disponibili dal mercato, si è iniziato a considerare l’IoT, nell’industria, come un’opportunità per rivedere:

  • il framework digitale della fabbrica cercando di trovare il miglior compendio tra le tecnologie più tradizionali di automazione e controllo dei processi di produzione (MES/MOM, MRP, PLM) e le tecnologie di raccolta e utilizzo efficace dei dati resi disponibili da sensori (incluse le immagini video) presenti o istallati sulle macchine
  • il framework digitale della supply chain, potenziando le capacità per il tracciamento dei componenti di prodotto e dei prodotti finiti per tutto il ciclo di vita, fino ad arrivare allo scaffale con l’intenzione di creare una filiera ottimizzata in grado di esprimere un modello di “scaffale esteso” dove il cliente trova ciò che vuole acquistare (condizione indispensabile per rispondere ad una domanda che richiede sempre un livello di personalizzazione del prodotto sempre più spinto)
  • le strategie di vendita arricchendo il proprio portafoglio di offerta con servizi digitali da affiancare ai prodotti che diventano e nascono naturalmente connessi alla rete (si veda AI in agricoltura: il Farm Forward ). Questa ultimo processo ha raggiunto un livello di maturazione tale da non essere neanche più pensabile di lanciare sul mercato un prodotto tecnologico che non abbia una o più connessioni con la rete (Auto connesse, elettrodomestici connessi, dispositivi personali connessi,)

La spinta verso la trasformazione digitale nelle aziende prodotta dalle politiche di incentivazione promosse dai governi, ha ulteriormente accelerato questo processo di focalizzazione sui temi IoT. Le esperienze fatte dai soggetti industriali hanno progressivamente alimentato il processo di crescita culturale necessario a comprenderne la sua “forma vera”: in Edge computing e multi cloud nell’IoT  abbiamo tentato di descrivere come il processo di adozione delle tecnologie IoT abbia portato ad una maturazione del mercato rispetto a tali tematiche. In modo simmetrico si potrebbe dire che la progressiva maturazione di modelli architetturali tesi a comprendere come combinare le tecnologie Cloud, di Edge e di fog computing hanno aiutato gli stakeholder a meglio comprendere come le tecnologie IoT nell’industria potevano contribuire nel processo di trasformazione digitale del proprio business. A questo si è poi aggiunto il progressivo abbandono dei modelli di sviluppo del software e delle applicazioni di business waterfall, per l’adozione di modelli agili con forte orientamento vero i micro servizi quali il devops.

Trasformare il mondo industriale nell’interfaccia di un computer

Parafrasando Bolter e Grusin la trasformazione digitale porterà le aziende a muoversi verso un modello di ubiquitous computing: “trasformare l’intero mondo industriale nell’interfaccia di un computer […] e offrendo agli utenti un mondo nel quale tutto diventa un medium, dal momento che ogni cosa è o contiene uno strumento computerizzato […] assegnando agli oggetti inanimati una sorta di vita artificiale”.

Questo processo di “mediamorfosi”, che ha coinvolto ogni essere umano dotato di un terminale mobile e di una connessione ad internet e vede oggetti inanimati (sensori, attuatori, terminali digitali) più o meno intelligenti partecipare attivamente al dominio delle comunicazioni attraverso la condivisione all’universo mondo della rete informazioni più o meno utili, ha quindi pervaso i processi di business delle aziende. Queste hanno iniziato a pensare ad una evoluzione più efficace dell’utilizzo del dato attraverso l’uso di tecniche di analisi, di intelligenza artificiale di realtà aumentata e virtuale utili alla creazione di copie digitali (digital twin analitici, 3D, 2D) del processo di business e/o prodotto che si vuole analizzare e ottimizzare.

IoT industria

Le conseguenze della convergenza digitale sulla mediamorfosi

Oltre a riportare ipotesi estreme come quelle dell’ubiquitous computing e della realtà virtuale sopra citate è bene, al fine di analizzare le conseguenze della convergenza digitale sulla mediamorfosi, proporre la classificazione che Fidler fa dei mezzi di comunicazione in tre macroaree o “domini della comunicazione” (Cf. R, Fidler, Mediamorfosi, Guerrini e Associati, 2002, Antonio Giannasca Corso di Teoria e Tecniche della Comunicazione in Internet):

  • dominio della comunicazione interpersonale, caratterizzato da tutte quelle forme che includono uno scambio di comunicazione simultaneo e bidirezionale (conversazioni faccia a faccia, telefono, cellulare, ma anche comunicazioni tra individui e macchine mediate dal computer o comunicazione uomo-interfaccia del computer dove quest’ultima assume il ruolo di “partner inter-attivo” nella conversazione con gli altri utenti e le macchine; in sostanza sono forme di comunicazione di tipo uno a uno.
  • dominio del broadcasting, caratterizzato da tutte quelle forme di comunicazione da uno a molti, dove vengono diffusi a una varia audience forme di comunicazioni strutturate come la radio, la televisione, ma anche il teatro, i dibattiti pubblici e il cinema.
  • dominio del documento, caratterizzato da tutte quelle forme di contenuti strutturati scritti a mano o a stampa (giornali, libri, magazine) o conservati digitalmente in strutture dati più o meno complesse e organizzate. A pieno titolo appartengono a questa categoria anche alcuni media elettronici come gli sms e soprattutto il web, dove la struttura “a pagina” dei contenuti ci offre una rimeditazione dei media classici.

C’è da dire che la suddivisione tra questi domini non è poi così rigida in quanto a causa della convergenza digitale questi si stanno leggermente “ibridando”.

È interessante seguire ancora Fidler e ipotizzare quali saranno le evoluzioni dei tre domini della comunicazione entro breve termine: per le nostre comunicazioni interpersonali e con le macchine intorno a noi ci avvarremo sempre di più della multimedialità e della realtà virtuale immersiva. Tramite un avatar (una rappresentazione virtuale di noi stessi) potremo interagire con tutti i sistemi e gli oggetti collegati in rete. Con lo stesso avatar potremo interagire con le copie digitali degli ambienti di fabbrica e dei prodotti. E rappresentazioni olografiche di noi stessi, degli ambienti di produzioni e/o dei prodotti, ci sostituiranno non appena i tempi saranno maturi per sostituire la nostra voce e la nostra immagine in 2D con le rappresentazioni in 3D, come già visto in alcune realizzazioni già iniziate in tempi non sospetti realizzate per la formazione del personale alla manutenzione di impianti altamente pericolosi, fatta da alcune fra le più importanti società del mercato energy.

L’evoluzione della fabbrica 4.0

La figura che segue rappresenta uno schema tipico di come la fabbrica digitale può evolvere seguendo un modello ove l’IoT si integra in modo pieno nei processi di supply chain e manufacturing dell’industria.

Questa nuova infrastruttura, arricchita da un’accelerazione della “mediamorfosi”, consentirà al moderno supply chain/manufacturing manager di approcciare in modo molto più efficace temi legati alla qualità della produzione e dei prodotti creando applicazione aventi gli obiettivi zero waste, zero defect, zero training (cif. WCM di FCA).

Conclusioni

Dobbiamo osservare però che sul tema dell’adozione di soluzioni IoT nell’industria esiste un importante distanza digital divide fra le grandi e medie aziende, che sono state in grado di supportare gli investimenti necessari per accelerare nel processo di trasformazione digitale, contro le medie e piccole che invece arrancano vivendo un contesto tecnologico e culturale spesso ancora molto arretrato.

L’abbattimento di questo digital divide è la vera sfida dei prossimi anni per il nostro Paese. Per supportare questo processo, indispensabile per rilanciare la competitività del sistema produttivo italiano largamente popolato da medie e piccole realtà, sarà necessaria una focalizzazione su questi temi da parte di tutti i soggetti coinvolti. Grande spazio dovrà essere dedicato, nell’ambito di questo processo, a un vero e proprio movimento di crescita culturale nelle aziende, teso a fornire a tutti i soggetti attivi un migliore comprensione delle potenzialità offerte da queste nuove tecnologie.

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