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Guida completa alla realtà aumentata: cos’è e come funziona

Il mondo dell’AR è forse la tecnologia più promettente tra quelle che si riferiscono al metaverso, con previsioni di crescita del mercato, comprensivo della realtà virtuale, che dovrebbe arrivare a valere 58 miliardi di dollari entro il 2028. Ecco quali sono le principali tendenze e i settori economici trainanti dell’Augemented Reality

Pubblicato il 02 Gen 2024

Immagine di Gorodenkoff su Shutterstock

Basata sull’overlay, cioè sulla sovrapposizione tra il mondo reale e gli oggetti virtuali, la realtà aumentata o Augmented Reality (AR), all’interno delle tecnologie che contribuiscono a definire il metaverso, sembra essere la più promettente. Secondo Statista, ad esempio, il software AR dovrebbe raggiungere nel 2023 un volume di mercato pari a 11,9 miliardi di dollari. Per comprendere questo effetto “traino” sulle nuove tecnologie di tipo immersivo, vediamo che cos’è e come funziona la realtà aumentata.

Introduzione alla realtà aumentata

Il 1992 non è solo l’anno in cui Neal Stephenson ha coniato la parola “metaverso” nel suo romanzo Snow Crash. È anche quello in cui il ricercatore della Boeing Thomas Preston Caudell ha inventato l’espressione “Augmented Reality” per indicare la possibilità di vedere, tramite una webcam, il contesto circostante arricchito da elementi virtuali. Bisogna però arrivare fino al 2016, quando Pokémon GO è diventato un fenomeno globale che ha reso familiare al grande pubblico il concetto di realtà aumentata. Mentre sono più recenti le sperimentazioni che non riguardano più soltanto il gaming, ma anche settori come l’industria o il turismo, con applicazioni che spaziano dal training all’entertainment.

Definizione e principi fondamentali della realtà aumentata

La Treccani definisce così la realtà aumentata: “Tecnica attraverso cui si aggiungono informazioni alla scena reale. Questa tecnica è realizzabile attraverso piccoli visori sostenuti, come i caschi immersivi, da supporti montati sulla testa che permettono di vedere la scena reale attraverso lo schermo semitrasparente del visore (see-through), utilizzato anche per mostrare grafica e testi generati dal computer”.

Ed è sempre la nota enciclopedia che, nel lessico del XXI secolo, identifica i principi fondamentali dell’AR: “Nella sua espressione più completa, un sistema di realtà aumentata acquisisce continuamente la scena osservata attraverso una telecamera solidale con il visore e ne analizza il contenuto con algoritmi di visione artificiale per determinare il punto di vista dell’osservatore rispetto a essa (registrazione reale-virtuale o pose estimation)”.

Applicazioni pratiche della realtà aumentata

Tra le applicazioni pratiche della AR, oltre a quelle che si riferiscono all’universo dei giochi, si possono annoverare anzitutto tutte le situazioni nelle quali occorre un supporto manualistico contestuale alle operazioni che si stanno effettuando. Tipicamente, perciò, le attività di manutenzione complessa si candidano a impiegare i sistemi di realtà aumentata per agevolare il lavoro degli addetti. Un altro ambito su cui si sta testando con successo l’Augmented Reality è quello del turismo, poiché associa indicazioni supplementari ai luoghi e agli oggetti che si stanno visitando tramite visore o smartphone. Un ulteriore comparto di elezione è quello della formazione sul campo, con applicazioni che arrivano fino all’addestramento specialistico dei piloti o di soldati e forze dell’ordine in ambienti simulati.

Vantaggi della realtà aumentata

Partendo dagli ultimi casi elencati, il primo vantaggio della realtà aumentata risiede nel fatto di non mettere a rischio le persone che devono ad esempio imparare a pilotare un aereo oppure a tenere un certo comportamento in frangenti conflittuali. Il ricorso all’AR può anche servire a diminuire lo spreco dei retailer, in quanto permette ai clienti di provare un capo d’abbigliamento o di posizionare un elemento d’arredo nello spazio in anticipo sull’acquisto.

È un principio di sostenibilità, ambientale ed economica, che si presta a essere adottato in qualsiasi segmento di mercato, dalla progettazione nell’automotive al design nel settore delle costruzioni. La realtà aumentata, combinata con la realtà virtuale, infatti attenua o elimina del tutto la necessità di realizzare prototipi che preludono all’avvio della produzione nel mondo fisico.

Tecnologie utilizzate nella realtà aumentata

Dal primo progetto condotto da Caudell negli anni Novanta, con il quale gli operai della Boeing avrebbero dovuto indossare dei visori per posizionare correttamente i cavi all’interno dell’aereo, ai giorni nostri l’evoluzione delle tecnologie di realtà aumentata è stata vorticosa. Con tentativi non sempre riusciti, come la versione originaria dei Google Glass il cui lancio per il pubblico di consumer nel 2014 si rivelò un insuccesso. Il che non ha impedito alla multinazionale di Mountain View di insistere, proponendo una versione enterprise dei suoi occhiali (anche questa in procinto di essere dismessa). Non ci sono però solo le lenti tra i dispositivi utilizzati nella realtà virtuale.

Sensori e dispositivi di visualizzazione nella realtà aumentata

Device come gli smartphone e i tablet, se si pensa a una killer application come quella di Pokémon GO ricordata sopra, si possono trasformare in strumenti AR. Affinché ciò avvenga servono sensori ormai molto diffusi in questi apparecchi di uso quotidiano, tra cui giroscopio, GPS, accelerometro e fotocamera di ultima generazione. Esistono poi dispositivi specifici, come gli HoloLens 2 di Microsoft, che hanno avuto maggior fortuna degli analoghi occhiali di Google, e visori come il Meta Quest 3 disponibile da ottobre 2023. Quest’ultimo è un sistema all-in-one senza cavi con una memoria interna di 128 GB, fotocamere a colori RGB da 4MP, sensore di profondità e un chipset Snapdragon con prestazioni grafiche che superano del doppio quelle del suo predecessore. Caratteristiche che collocano il prodotto nella fascia degli appassionati di videogiochi.

Software e algoritmi per la realtà aumentata

Uno degli indicatori che attestano la crescita dell’Augmented Reality si ricava dallo sviluppo costante di applicazioni mobile e web based sia per diversi modelli di device, sia per vari sistemi operativi, Android e iOS in primis.

Inoltre, un driver che potrebbe far esplodere gli impieghi della realtà aumentata è rappresentato dalle potenzialità in molte categorie merceologiche e line of business, a cominciare da Industry 4.0 che la contempla tra le sue tecnologie abilitanti. Altri comparti in cui può fare la differenza sono quelli logistics, sales & marketing, healthcare, education, construction & engineering e così via.

In tutti questi ambiti gli algoritmi di Intelligenza Artificiale permetteranno con il tempo di superare il bisogno che ci siano dei marcatori o codici QR presenti fisicamente che il dispositivo deve riconoscere. In altri termini, la componente virtuale resa possibile dall’AI che mette a disposizione istantaneamente una ingente quantità di informazioni avrà la meglio su quella reale.

Interazione con la realtà aumentata: gesture e comandi vocali

L’interazione con la realtà aumentata oggi si basa principalmente sui marker rilevabili all’esterno dal dispositivo AR. Se in futuro questo fattore sarà sempre meno determinante, aumenteranno invece le funzionalità embedded nei device con cui attivare azioni ad hoc tramite la voce o i gesti. Già adesso gli oggetti virtuali che entrano nel campo visivo dell’utente possono essere spostati come se le mani fungessero da mouse. Analogamente, i comandi vocali diventano un’estensione con cui impartire comandi al sistema. Apple Vision Pro, il visore della casa di Cupertino atteso per il 2024, prevede persino che gli occhi facciano da puntatore. L’orientamento generale comunque è che l’AR si trasformi in un ampliamento delle capacità umane in virtù della naturalezza richiesta all’end user, simile a quella con cui ci si muove e si agisce nello spazio di tutti i giorni.

Sfide e sviluppi futuri della realtà aumentata

Dalle previsioni di Statista, citate in apertura, si evince che realtà aumentata e realtà virtuale insieme arriveranno a superare un valore di 58 miliardi di dollari entro il 2028, con un tasso di penetrazione degli utenti che dovrebbe crescere dal 92,2% del 2023 al 104,9% nel 2028. Nell’arco di questo periodo ci sono alcune sfide che attendono l’AR, la prima delle quali riguarda l’accessibilità in termini di costi.

Il problema si pone per i dispositivi consumer, se è vero che il prezzo di vendita di Apple Vision Pro sarà di 3499 dollari. Ma non è da meno per le tecnologie di Augmented Reality rivolte ai mercati industriale e business, che non possono prescindere dal quantificare il ROI soprattutto se collegato a innovazioni di frontiera, di cui mancano cioè precedenti su cui fondare il calcolo del ritorno sull’investimento.

Sfide nell’adozione su larga scala della realtà aumentata

Il fattore costo, quindi, risulterà dirimente per un’adozione su scala della AR. Non bisogna poi sottovalutare altri due aspetti. Anzitutto, la diffusione di casi d’uso a cui le aziende possano guardare con fiducia in vista di una scelta che attinga a best practice già sperimentate. In secondo luogo, vanno abbattute le barriere sul fronte dell’interoperabilità tra i sistemi.

Un tema su cui il più maturo settore dell’Internet of Things (IoT) si interroga non da oggi alla ricerca di piattaforme e protocolli che evitino posizioni dominanti dei singoli vendor e aiutino a far dialogare meglio applicazioni e componenti hardware. Infine, la scalabilità dell’Augmented Reality deve passare necessariamente dalla capacità di system integrator, ISV, software house di convincere la loro clientela business in merito alla convenienza delle tecnologie AR.

Tendenze emergenti nella realtà aumentata

Sebbene gli smartphone finora abbiano fatto da trampolino di lancio per la realtà aumentata a beneficio di una vastissima platea, ciò non toglie che siano soggetti a limitazioni intrinseche. Due esempi per tutti: il campo visivo ridotto allo schermo del cellulare e l’overlay che presuppone il sostegno della mano che impugna il dispositivo. Circostanze che ne escludono l’introduzione in fabbrica et similia per utilizzi prolungati.

Al contrario, ci sono segmenti come quelli dell’automotive in cui l’AR interviene sia nei processi produttivi, ad esempio per accompagnare con l’assistenza da remoto l’addetto che si trova in loco, sia come dotazione aggiuntiva per i guidatori. Nissan e BMW hanno sviluppato rispettivamente dei sistemi che in un caso aiutano i conducenti a non distrarsi durante il tragitto, nell’altro a provare a distanza l’auto senza andare in concessionaria. Scopriremo presto se queste innovazioni diventeranno uno standard per tutte le case automobilistiche.

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