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OVHcloud punta tutto su PaaS e data sovereignty



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Per la multinazionale francese è tempo di affinare la strategia contro gli hyperscaler americani, facendo leva su soluzioni di Public Cloud, Local Zones e intelligenza artificiale

Pubblicato il 6 mar 2024



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Se la nuvola continua a portare in alto il vessillo a stelle e strisce, come può un fornitore europeo sfidare gli inarrivabili hyperscaler americani? OVHcloud, società francese fondata a ridosso del nuovo millennio, ha le idee ben chiare e una ricetta precisa, che fa leva sulla sovranità del dato e la prossimità delle Local Zone (entro l’estate verrà aperta anche quella italiana).

A fare il punto della situazione sono John Gazal, Vice Presidente Sud Europa e Brasile della società, insieme a Dionigi Faccenda, Partner Program Manager e Alessandro Di Felice, Key Account Manager per l’Italia.

Accelerazione verso Public Cloud e PaaS

“Siamo l’unico provider europeo – esordisce Gazal – a rientrare nella top 10 mondiale. Ciò è il risultato di cinque elementi differenzianti. Innanzitutto, il nostro è un Trusted Cloud, che assicura la sovranità del dato, ed è anche sostenibile, grazie a un modello di integrazione verticale”. Le altre leve riguardano il rapporto prezzo-prestazioni con costi predicibili, l’ampia gamma di prodotti e servizi, un ecosistema esteso di soluzioni SaaS e PaaS ospitati su OVHcloud.

“A livello mondiale – prosegue Gazal – gli ultimi risultati finanziari sono solidi e abbiamo piani di crescita in due direzioni: nel mercato del Private Cloud dove abbiamo già la leadership e verso le componenti di PaaS e Public Cloud, dove vediamo le maggiori opportunità”.

Le soluzioni di Bare Metal e Hosted Private Cloud rappresentano ancora il core business del provider francese e generano circa il 60% del reddito. “Siamo il primo fornitore europeo – sottolinea Gazal – e il quinto globale, con una crescita del 15% rispetto a un mercato della nuvola privata che cresce del 10%. L’Italia è in linea con il trend”.

Il Web Cloud (ovvero domini, web hosting, email) è un altro business importante, che copre circa il 20% del fatturato e ha registrato un rialzo del 6% nell’ultimo anno (la media di mercato è 5%).

Il Public Cloud e il PaaS, invece, rappresentano la nuova frontiera. A livello worldwide, entrambi i segmenti valgono circa 120 miliardi di dollari ciascuno, mentre la nuvola privata si attesta a 20 miliardi e il Web Cloud a 5. Insomma, come sottolinea Gazal, è chiaro dove conviene giocare la partita, anche perché il Public Cloud viaggia a un ritmo di crescita del 20%, ben superiore rispetto a Private e Web. Anche qui, la battaglia contro gli hyperscaler statunitensi verrà condotta a colpi di data sovereignty, sostenibilità del modello, rapporto price-performance, varietà dell’offerta e partnership. Seguendo questa strategia, nell’ultimo anno, OVHcloud è cresciuta del 21% nel settore della nuvola pubblica.

Local zones, sicurezza e sostenibilità

I programmi della multinazionale francese chiaramente non si fermano qui, ma guardano anche a nuove prospettive. Con la recente acquisizione di gridscale, software provider tedesco specializzato in infrastrutture iperconvergenti, OVHcloud intende rafforzare il presidio in ambito Edge Computing e lancia un piano per la costruzione di 150 Local Zones nei prossimi tre anni, principalmente in Europa e America. “Abbiamo già inaugurato – chiarisce Gazal – le prime due local zone a Madrid in Spagna e a Bruxelles in Belgio. Prima dell’estate apriremo a Milano. Dopo sedici anni di presenza in Italia, finalmente offriamo ai clienti nazionali la possibilità di avere i dati sul territorio”.

Gazal prosegue nel dettagliare le politiche di innovazione aziendali. “Abbiamo adottato un Hyper Resilience Plan – spiega – per rafforzare la sicurezza dei quaranta datacenter che abbiamo nel mondo, con investimenti da trenta milioni di euro in tre anni. Vicino a Parigi è già disponibile la prima zona di tripla replica, con tre datacenter distanti 30 chilometri”.

Oltre alla sicurezza, la sostenibilità è un altro punto di focalizzazione. “Poiché OVHcloud è un produttore di server – chiarisce il manager – possiamo migliorare, ma soprattutto misurare end-to-end l’impatto ambientale dell’infrastruttura cloud. Abbiamo annunciato recentemente il lancio di un Carbon Calculator, disponibile anche per i clienti italiani gratuitamente tramite interfaccia web”. Attualmente il servizio è disponibile per le offerte Bare Metal, ma entro l’estate sarà disponibile anche per le soluzioni di cloud pubblico.

Le iniziative green della multinazionale si sposano con gli obiettivi a lungo termine: entro il 2025, OVHcloud si impegna a utilizzare esclusivamente fonti energetiche a bassa impronta carbonica; entro il 2030 ad azzerare le emissioni Scope 1, Scope 2 e Scope 3.

L’importanza dell’ecosistema

A supportare la crescita della multinazionale c’è un ecosistema consolidato, a cui OVHcloud riserva numerose iniziative. Ad esempio i Tech Labs e i Sales Labs, momenti di formazione per evangelizzare sulle nuove tecnologie, supportando i partner nella commercializzazione dei prodotti e i clienti nell’utilizzo. In Italia le soluzioni che riscuotono maggiore interesse sono artificial intelligence, Kubernetes, storage e DBaas (database-as-a-service).

Oltre alla rete di 900 partner tecnologici, OVHcloud può contare su diversi ecosistemi. Innanzitutto, ci sono le startup o scaleup (3.750 nel mondo, 120 in Italia di cui 70 attive) molto attratte dal Platform-as-a-Service. I software vendor rappresentano una seconda categoria, interessata alle soluzioni Bare Metal ma anche PaaS (soprattutto nel caso di società più recenti e quindi cloud native). “Sono oltre 135 – aggiunge Gazal – i fornitori di soluzioni SaaS e PaaS a livello mondo e 3 nel nostro Paese che hanno aderito al nostro programma Open Trusted Cloud”.

“L’ecosistema dei partner – si inserisce Faccenda – è invece composto principalmente da system integrator, reseller o service provider. Nel mondo sono circa 1.350, in Italia un centinaio”. Nel nostro Paese, nell’ultimo anno si sono aggiunti venti nuovi integratori IT, scelti per la capacità di portare ai clienti soluzioni innovative come Kubernetes e AI.

Innovazioni dall’AI al quantum

Faccenda passa a dettagliare le strategie di innovazione. “Non abbiamo dimenticato il nostro passato, perché la maggioranza del fatturato proviene dal Private Cloud. Qui abbiamo lavorato per migliorare le prestazioni e i servizi aggiuntivi dei Bare Metal. Così ci andiamo a indirizzare verso il mercato corporate. Abbiamo messo una forte enfasi sul modello ibrido e multicloud e insieme ai partner, come Nutanix o Sap, siamo pronti ad affrontare le richieste delle aziende, alle prese con temi quali FinOps o la repatriation”.

Anche il fronte della nuvola pubblica è caldo. “Abbiamo esteso l’offerta – afferma Faccenda – con più di 40 servizi e oggi siamo paragonabili agli hyperscaler americani, ma con la differenza di garantire un cloud open e la sovranità del dato, che rimane in Europa”. Tra i punti chiave, c’è il ricco portafoglio di soluzioni DBaaS e PaaS, ma la vera novità è la partnership con MongoDB, indirizzata soprattutto al mondo enterprise.

In ambito intelligenza artificiale, l’approccio di OVHcloud è improntato sulla “democratizzazione”, ovvero su un modello di pricing accessibile a tutti, con i dati che rimangono salvati in territorio UE. I servizi forniti sono: Training (addestramento degli algoritmi di intelligenza artificiale), Deploy (esecuzione di modelli di machine learning), Notebooks (avvio veloce di ambienti di lavoro gestiti per i data scientist). Per costruire e promuovere il portfolio AI, OVHcloud fa leva su quattro pilastri: computing, storage, networking e pulizia del dato, grazie all’acquisizione di una società specializzata in data platform. Il tutto con una politica di prezzo aggressiva. Tra i punti di forza, l’accordo con Nvidia garantisce la disponibilità nel portfolio OVHcloud di tecnologie come le schede grafiche H100 progettate per applicazioni AI e High Performance Computing.

“Inoltre – conclude Faccenda – stiamo sviluppando e investendo molto sul quantum. Abbiamo acquisito Quandela per offrire il calcolo quantistico come servizio”.

I progetto in ambito spaziale

Un’ultima nota sulle strategie di OVHcloud riguarda il mondo dell’Aerospace. “Lo Spazio – dichiara Di Felice – si è dimostrato l’ambito perfetto per accogliere i principi di OVHcloud. È un contesto di ricerca, che oggi si è evoluto grazie ai progressi tecnologici ma che deve essere accessibile economicamente. Per noi è stata la palestra ideale per testare tutte le innovazioni che abbiamo introdotto, dall’intelligenza artificiale alle Local Zones ai servizi Paas”.

La multinazionale francese è infatti entrata in rapporto con l’agenzia spaziale europea attraverso il partner Serco, specializzato nel settore dello Spazio, ma anche in virtù delle garanzie di data sovereignty, un requisito fondamentale per i progetti dell’ESA.

Come sostiene Di Felice, in Europa non ci sono equivalenti dei player americani con una copertura di servizi end-to-end in ambito Spazio, pertanto la capacità di costruire un ecosistema risulta premiante per lavorare nel settore.

“Un’iniziativa che ci coinvolge – spiega Di Felice – è Destination Earth (DestinE), che prevede la costruzione di una piattaforma a servizio della Commissione Europea per effettuare simulazioni ed elaborare strategie sulle evoluzioni climatiche”.

Il progetto poggia su tre pillar: il data lake per la raccolta dei dati satellitari (ad esempio, provenienti da Copernicus, programma UE di osservazione della Terra), socio-economici o raccolti in-situ; i modelli di digital twin; la piattaforma di Serco che permette di sfruttare modelli e dati, avvalendosi delle tecnologie OVHcloud.

Tra gli altri progetti dove è coinvolta la multinazionale francese, Di Felice cita F-Lab (Future Lab) dell’agenzia spaziale europea. Si tratta di un ambiente costruito a Frascati, vicino a Roma, dove le tecnologie OVHcloud vengono messe gratuitamente a disposizione di studenti, startup e PMI specializzate per fare sperimentazione.

“Abbiamo esteso la nostra collaborazione – continua Di Felice – ai quaranta Business Incubation Center dell’ESA, che potranno usufruire di voucher per accedere alla nostra piattaforma”. Infine con l’apertura della Local Zone a Milano, OVHcloud si ricandida come partner per il programma spaziale italiano Iride, che tra le regole di ingaggio richiede la residenza dei dati in territorio nazionale.

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