Sarà Expo 2015 la prima smart city europea?

Il sito che accoglierà Expo 2015 può rappresentare il luogo di sperimentazione ideale per la smart city, non solo in termini di tecnologie digitali ma anche di modelli di integrazione e collaborazione pubblico-privato. Esemplare
da questo punto di vista la piattaforma standard e aperta E015, un ambiente digitale di cooperazione per lo sviluppo di applicazioni software integrate.

Pubblicato il 17 Dic 2013

Expo Milano 2015 – Nutrire il pianeta. Energia per la vita, aprirà i battenti il 1° maggio 2015. Il tempo non è molto. Per quella data dovranno essere pronti i padiglioni, i servizi e le infrastrutture necessarie per accogliere i 20 milioni di visitatori attesi nei sei mesi di durata dell’evento, un terzo dei quali arriveranno dall’estero. I circa 140 paesi che hanno confermato la partecipazione (ma altri aderiranno nei prossimi mesi) rappresentano l’87% della popolazione mondiale. I paesi partecipanti potranno scegliere tra due tipologie di spazi espositivi: Self Built, che prevede un proprio padiglione affacciato sulla World Avenue, l’arteria principale dell’area espositiva; oppure all’interno di 9 Cluster che raggruppano i paesi non in base all’area geografica bensì in relazione ad aree tematiche o filiere alimentari definiti da un team di esperti.
La progettazione, la realizzazione e il corretto funzionamento delle componenti tecnologiche sono fondamentali per il successo della manifestazione. Expo 2015 ha sviluppato tre piattaforme tecnologiche per supportare l’evento: 1) Digital Smart City, che si sviluppa nell’area fieristica, dove si sta realizzando una vera smart city del futuro; 2) Cyber Expo, una Expo virtuale che consentirà a chi non potrà andare fisicamente a Milano di entrare nella Smart City di Expo con un proprio avatar, sviluppata per chi non potrà partecipare, ma anche per attrarre i visitatori fisici, “L’obiettivo è ingaggiare i visitatori virtuali per attrarli e convertirli in visitatori reali, portandoli da un percorso di conoscenza a un percorso di visita”, ha detto Guido Arnone, Direttore Tecnologia Innovazione e Digital di Expo 2015 in occasione di Smart City Exhibition; 3) E015 Digital Ecosystem, un ambiente digitale di cooperazione aperto per lo sviluppo di applicazioni software integrate.

Una smart city reale e virtuale

I 5 livelli di tecnologia e servizi della Digital Smart City Expo

Fonte: Cefriel

L’Expo 2015 offre l’opportunità di operare su un green field, dato che l’area viene costruita ex novo, a differenza delle smart city reali che devono confrontarsi con un patrimonio legacy incombente, spesso di freno allo sviluppo. “Noi abbiamo invece la possibilità unica, a livello europeo, di partire da zero in un’area di circa 1 milione di metri quadri nella periferia Nord Ovest di Milano”, aggiunge Arnone.
Nel progettare la manifestazione sono stati definiti cinque layer tecnologici (vedi figura): energia; Ict (che comprende i servizi di telecomunicazione, l’infrastruttura in fibra ottica, la rete mobile e il cloud); la safe city, per garantire la sicurezza dei visitatori, che possono arrivare a 250mila unità nei giorni di picco; l’edutainment per le attività di intrattenimento; i servizi tradizionali, dove saranno disponibili, ad esempio, soluzioni Near Field Communication (Nfc), per accelerare i pagamenti evitando il cash, oggi in fase di implementazione in collaborazione con Intesa Sanpaolo e Telecom Italia.
L’Expo può rappresentare anche un modello di riferimento del rapporto fra pubblico e privato. “La smart city e l’evento in generale sono fortemente supportati dai partner, che hanno contribuito a oggi con oltre 300 milioni di euro di investimenti e rappresentano la seconda voce di ricavo”, ricorda Arnone. Gran parte di questo contributo è sotto forma di prodotti, servizi e infrastrutture che i partner tecnologici mettono a disposizione per essere installati nella Digital Smart Expo. È ovviamente un’opportunità anche per i partner che contano in un ritorno dell’investimento sia in termini di visibilità sia di vendita di servizi ai visitatori. “Vorrei sottolineare la novità di una partnership così completa e variegata in grado di coprire tutti i livelli dei servizi oggi previsti, con la possibilità di integrazione fra tecnologie e servizi per realizzarne di nuovi”, aggiunge Arnone.
La Digital Smart City non può però essere concepita come un mondo a parte, né la visitor experience può essere pensata in isolamento. Si inserisce in queste considerazioni la realizzazione della Cyber Expo, una piattaforma complementare in quanto a contenuti all’esposizione fisica che consentirà di raggiungere un altro vantaggio prolungando, per i visitatori fisici, l’esperienza della visita all’Esposizione. Si inserisce in quest’ambito, per esempio, il progetto per estendere la presenza di Expo sul territorio che ha visto la realizzazione di 15 Isole Digitali inaugurate del Comune di Milano in queste settimane (che raddoppieranno entro febbraio 2014): spazi allestiti nelle zone strategiche della città, con comode panchine in legno e dotate di colonnine gratuite per la ricarica di tutti i dispositivi elettronici, dove cittadini e turisti hanno a disposizione 15 totem interattivi, forniti da Telecom Italia, a cui collegarsi, anche utilizzando il proprio tablet o smartphone, per usufruire di servizi dedicati a migliorare la mobilità cittadina e per accedere a tutte le applicazioni sviluppate per Expo 2015. “Stiamo collaborando con il Comune di Milano anche su altri progetti per consentire al visitatore di utilizzare le stesse credenziali nel sito espositivo e in città e creare un centro di controllo integrato fra Expo e città di Milano”, aggiunge Arnone.
Parte di questi servizi sono già disponibili o lo saranno prima dell’apertura di Expo e resteranno a disposizione dei cittadini anche a fine dell’evento, un’eredità in idee e innovazione che favorirà la road map verso la smart city.

E015, un ecosistema digitale

Pietro Guindani, Presidente di Vodafone Italia e coordinatore del progetto strategico Ict per Expo 2015

E015 è il progetto che, di fatto, abilita la Cyber Expo. “L’ecosistema E015 nasce dall’intuizione, nel 2010, della necessità di rispondere alla domanda di servizi da parte dei milioni di visitatori che si recheranno a Milano per visitare l’Expo ed è stata condivisa da attori quali Confindustria, Camera di Commercio di Milano, Confcommercio, Assolombarda, Unione del Commercio e, ovviamente, Expo 2015, con la consulenza tecnica di Cefriel”, ha ricordato Pietro Guindani, Presidente di Vodafone Italia e coordinatore del progetto strategico Ict per Expo 2015, durante la tavola rotonda “Lombardia digitale, Expo 2015 e opportunità per le imprese Ict del territorio”, tenutasi durante l’ultimo Smau. “Questi visitatori, molti dei quali si distribuiranno sul territorio lombardo e italiano, incontreranno i fornitori di servizi (trasporto, ospitalità alberghiera, intrattenimento turistico ecc). Il primo terreno di incontro fra domanda e offerta, che se positivo offrirà opportunità per gli operatori e una miglior experience per i visitatori, non può che essere sulla Rete”.
I primi ad aderire a E015 sono stati gli operatori dei trasporti (Atm, Trenord, InfoBlu, Trenitalia, Milano-Serravalle e Sea); hanno subito capito che lo scambio di informazioni avrebbe consentito di migliorare la qualità del servizio ai propri clienti, grazie a informazioni sul trasporto in una logica intermodale. In una prima fase si sono validate le ipotesi tecnologiche di Cefriel, realizzate anche attraverso un confronto con le imprese Ict di Confindustria e Confcommercio con le quali si sono condivisi gli standard tecnologici per l’interoperabilità in rete, pubblicati sul sito di E015.
Dopo gli operatori dei trasporti hanno per ora aderito sia la Regione Lombardia per l’esposizione dei servizi in ambito cultura e trasporti sia il Comune di Milano, mentre l’Agenzia per l’Italia digitale e il Ministero dei beni culturali e del Turismo hanno promosso l’accordo fra Expo 2015 e l’Agenzia Nazionale per il Turismo – Enit per creare l’anagrafe digitale dell’offerta turistica italiana, basata sullo standard E015. È questo un esempio di come l’adozione di standard digitali nazionali che garantiscano accesso e interoperabilità, possono portare benefici concreti per cittadini e imprese: i cittadini potranno accedere agevolmente alle informazioni disponibili; gli imprenditori commerciali avranno una maggiore visibilità su Internet; gli imprenditori Ict ne possono ricavare opportunità di business per fornire applicazioni e servizi.
“E015 permette agli operatori che hanno contenuti di valore di pubblicarli all’interno di un ambiente digitale e a chi è interessato a utilizzarli di poterli richiedere per realizzare applicazioni innovative con reciproco vantaggio”, ha spiegato Maurizio Brioschi Head of Digital Enterprise Division Cefriel . “Il bollino E015 garantirà l’appartenenza delle applicazioni all’ecosistema; si tratta di un ambiente digitale aperto, che chiunque può sottoscrivere gratuitamente, non tanto una piattaforma quanto un insieme di regole e linee guida per costruire applicazioni garantendone l’interoperabiltà”.
Di fatto l’ecosistema rende disponibili un elenco di soggetti che aderiscono, di web service e una serie di applicazioni, che consentono ai sistemi informativi di attori pubblici e privati che operano nel territorio in diversi settori come trasporti, accoglienza, turismo, cultura, spettacolo ecc. di comunicare fra loro. I servizi pensati per i visitatori di Expo, non solo sono da subito disponibili per i cittadini e gli operatori, ma tracciano la strada per una città smart a partire da un ambiente condiviso che garantisce integrazione e interoperabilità.
L’eredità di Expo 2015
L’evento lascerà indubbiamente, dopo la sua conclusione, un’eredità di idee, tecnologie e modelli utili per la Smart City. Meno convincente, a parte i rischi già paventati di speculazioni edilizie, è l’obiettivo dichiarato di lasciare in eredità un’area pronta a ospitare un nuovo quartiere tecnologico e innovativo, con spazi verdi, materiali ecocompatibili ed energie rinnovabili, predisposta per diventare una Digital Smart City, abitata da cittadini veri. È un obiettivo realistico? O forse una città per essere smart richiede non solo infrastrutture intelligenti, ma un processo di partecipazione dei cittadini alla sua costruzione, attraverso la creazione di smart community?

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