La Formula 1 si gioca al millesimo, ma non solo in pista. Oggi la sfida è anche tecnologica. In un incontro con la stampa, Steve Riley, Responsabile delle operazioni IT e della gestione dei servizi del team Mercedes-AMG Petronas F1, ha illustrato in che modo l’evoluzione digitale stia cambiando il lavoro quotidiano dentro e fuori dai circuiti.
“La tecnologia è ovunque, in tutto quello che facciamo. Il nostro compito è garantire che ogni aspetto funzioni perfettamente, ovunque ci troviamo” da qui prende forma il suo racconto: un percorso che parte dal simulatore, cuore del lavoro di preparazione che replica virtualmente il comportamento della monoposto, e arriva a una nuova dimensione operativa, abilitata dall’infrastruttura di accesso remoto fornita da TeamViewer.
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Due mondi connessi: fabbrica e pista
Il team Mercedes-AMG Petronas opera su due fronti principali: la sede centrale a Brackley, nel Regno Unito, e l’infrastruttura mobile che segue il team su ogni circuito del mondiale. “Ogni tappa ha le sue particolari difficoltà. E questo”, spiega Riley, “pone sfide logistiche molto complesse, che si tratti di Silverstone, più vicina, o di Singapore, molto più distante: ci si aspetta da noi la massima affidabilità nel fornire i servizi IT”. Con TeamViewer Tensor, il team dedicato alle performance accede da remoto ai dati generati dal simulatore driver-in-loop (DIL) utilizzato dal team Mercedes.
“In passato, chi non era fisicamente a Brackley non poteva partecipare a queste sessioni. Oggi, invece, i nostri ingegneri, ovunque si trovino, possono intervenire, analizzare i dati, contribuire alle decisioni in tempo reale” racconta Riley.
Non è solo una questione di accesso, è collaborazione estesa, efficienza e qualità decisionale: “I dati non devono più essere spostati: li rendiamo disponibili direttamente. Oltre al supporto tecnico, TeamViewer rappresenta per noi un vero fattore di differenziazione in termini di performance”.
Un simulatore all’avanguardia: il gemello digitale della monoposto
Il simulatore rappresenta uno degli asset tecnologici più critici per il team. “È il nostro gemello digitale della monoposto, una replica sofisticata sia dal punto di vista hardware che software, usata per preparare il pilota e perfezionare l’assetto dell’auto prima ancora di scendere in pista” spiega Riley.
Durante le gare, il lavoro inizia molto prima dell’evento vero e proprio. Il simulatore viene utilizzato con il pilota per due cose fondamentali: familiarizzare con la pista, ogni volta che un nuovo circuito viene aggiunto al calendario questa fase è particolarmente preziosa, e lavorare sull’assetto della vettura. Testare componenti e configurazioni dell’assetto in modo che, quando la macchina arriva in pista, sia già vicina al setup ideale. Quest’anno, il lavoro al simulatore è particolarmente importante per il pilota esordiente Kimi Antonelli, che sta familiarizzando con nuove piste.
“Il venerdì, durante le sessioni di prove libere abbiamo tra una e due ore per affinare l’assetto della macchina. Arrivare in pista con la vettura già ottimizzata è quindi fondamentale” spiega Riley. Durante le sessioni vengono raccolti più dati possibile dalla pista. “Ci possono essere molte variabili come un nuovo asfalto o condizioni meteo diverse dal previsto” sottolinea Riley.
Tutti questi dati vengono poi reinseriti nel simulatore per continuare a perfezionare l’assetto, anche quando l’auto reale non è in pista. Questo lavoro continuo, tra pista e simulatore, è fondamentale per ottenere le migliori prestazioni possibili durante il weekend di gara.
In pista ogni secondo conta
Un esempio concreto dell’utilizzo strategico di TeamViewer secondo Riley è legato ai monitor “driver dropdowns”. Chi segue la Formula 1 sa che, quando l’auto è nel garage, ci sono due schermi posizionati davanti al pilota. Questi schermi permettono la comunicazione tra il pilota e gli ingegneri che lo supportano.
Su quegli schermi può comparire di tutto: analisi degli avversari, video, previsioni meteo, strategie di gara, piani di uscita. È importantissimo che queste informazioni siano presentate nel modo più chiaro, sintetico ed efficiente possibile. Soprattutto in qualifica, dove tra un giro e l’altro si hanno pochi secondi per trasmettere le informazioni utili, continua a spiegare Riley. “La qualità e la velocità con cui riusciamo a mostrare le informazioni può determinare se il pilota partirà in pole o meno. Ed è per questo che l’affidabilità del sistema TeamViewer per noi è assolutamente vitale”.
Partnership evolute, scelte ponderate
La collaborazione tra Mercedes-AMG Petronas e TeamViewer nasce da lontano, ma oggi ha raggiunto una nuova maturità. “Il fatto che oggi abbiamo una partnership tecnica vera e propria è per noi estremamente vantaggioso. Lavorare a stretto contatto con i team di sviluppo di TeamViewer ci dà moltissimo: ci confrontiamo quasi ogni settimana per piccoli miglioramenti e modifiche che ci permettono di ottenere ancora più valore dal prodotto” spiega Riley.
Con l’introduzione del cost cap in Formula 1, un tetto di spesa che impone una gestione economica molto rigorosa, anche l’investimento in tecnologia deve avere un ritorno chiaro in termini di prestazioni. “In passato ci bastava chiederci: questa soluzione migliora le performance? Ora dobbiamo andare oltre e valutare quanto le migliora, rispetto a un altro possibile investimento. Negli ultimi anni, una parte importante del nostro lavoro è stata proprio questa: gestire gli investimenti IT in modo efficace, per garantire che ogni spesa porti un reale beneficio alla squadra” continua Riley.
Anche per questo motivo, spiega Riley, si è scelto di passare alla piattaforma TeamViewer Tensor, una versione avanzata rispetto al semplice supporto desktop remoto: “È una soluzione più scalabile, più sicura e più performante, pensata per organizzazioni complesse come la nostra”.
La cultura tecnica come differenziale competitivo
Chi arriva da altri team nota subito qualcosa, conclude Riley: “La nostra cultura operativa è diversa. Ogni reparto è connesso, coinvolto, attento alla qualità del dato e al modo in cui collaboriamo”.
Per il manager, il vero vantaggio competitivo non è dato solo dalla tecnologia, ma piuttosto da come viene vissuta all’interno dell’organizzazione: “È il modo in cui lavoriamo insieme, e il modo in cui le tecnologie abilitano questo lavoro, a fare la vera differenza”.